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Pos, l'appello di bar e ristoranti: "Primo step deve essere azzerare le commissioni"

"Meglio andare per gradi, azzerando prima le commissioni e imponendo poi l'uso del pos”.

“Il decreto fiscale approvato a Montecitorio rappresenta la vittoria del buonsenso contro la demagogia. Aver cancellato per il 2020 le sanzioni ai danni dei commercianti che non si metteranno subito in regola dotandosi di pos per i pagamenti elettronici non significa affatto aver fatto un passo indietro nella lotta all'evasione fiscale. Al contrario, significa aver scelto di lavorare seriamente, puntando a un risultato concreto da raggiungere per step. Da subito si cominci a lavorare per azzerare le commissioni bancarie sui micropagamenti, precondizione indispensabile se si vuole fare in modo che anche gli esercenti, a cominciare dai bar, si convertano definitivamente alla moneta elettronica”.

Lo sostiene la Fipe, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.“Il mondo della ristorazione – affermano i presidenti Fipe baristi e ristoratori di Cesena Angelo Malossi e Vincenzo Lucchi  - è fermamente convinto della necessità di adottare misure di contrasto efficace all'evasione fiscale. Ma questo non può avvenire solo sulla pelle delle imprese che già oggi sostengono un carico tributario incredibile: ogni bar e ristorante deve fare i conti con 35 adempimenti fiscali, tra imposte nazionali e locali. Aggiungere una nuova voce di costo quali le commissioni bancarie, che pesano per 15 centesimi su ciascun caffè, o, in subordine, rischiare di incorrere in sanzioni, sarebbe stato davvero troppo. Meglio dunque andare per gradi, azzerando prima le commissioni e imponendo poi l'uso del pos”.

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