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Natale e Capodanno, pronti i cappelletti in brodo: "Bar e ristoranti pensano positivo"

“Nello specifico delle ricorrenze più significative il 60% degli intervistati prevede la massima affluenza per il cenone di Capodanno, il 28% per il pranzo di Natale ed l'8% per il pranzo di Santo Stefano"

In controtendenza con le criticità del comparto non alimentare, sono buone le attese per le festività 2019 nei pubblici esercizi del cesenate. “Il Centro Studi della Confesercenti – spiega Cesare Soldati, presidente della Confesercenti Cesenate - ha somministrato un questionario a 60 operatori del territorio ed alla domanda su come si stanno preparando alle festività, il 60% ha risposto “bene”; il 36% “si potrebbe fare meglio” e solo il 4% ha risposto “male”. Rispetto allo scorso anno, il 21% degli intervistati ritiene che i consumi nei bar e ristoranti aumenteranno; per il 52% rimarranno invariati e per il 27% diminuiranno”. 

“Nello specifico delle ricorrenze più significative – prosegue Cesare Soldati – il 60% degli intervistati prevede la massima affluenza per il cenone di Capodanno, il 28% per il pranzo di Natale ed l'8% per il pranzo di Santo Stefano. Il piatto più gettonato saranno i cappelletti in brodo e più in generali le pietanze tradizionali. Per le bevande, il cenone e i pranzi natalizi saranno prevalentemente acompagnate da vini. Poca richiesta, invece, per pranzi e cene vegetariane, per lo champagne, birra e per bevande superalcooliche”. 

“Complessivamente – interviene la presidente Fiepet-Confesercenti Cesenate, Silvia Bragagni - la percezione è positiva. Nella gestione quotidiana delle attività viene segnalato l’aumento degli avventori ma con diminuzione della spesa media. Tale aspetto, in parte può essere correlato ad una diminuzione dei consumi ed in parte alle abitudini alimentari dei clienti, sempre meno orientati a pranzi con diverse portate”. “Come già fatto in altre occasioni – conclude Cesare Soldati – i titolari di bar e ristoranti evidenziano la preoccupazione per tutto quanto ruota attorno all’economia sommersa: home restaurant, circoli e agriturismi come alternativa “di comodo” alle regole e tributi dei locali pubblici. Si tratta di situazioni diventate numerose e soprattutto in diretta concorrenza con imprese dello stesso tipo, con un carico fiscale ben più elevato. Serve porre maggiore attenzione di quanto fatto fino ad ora”.    

La replica - Replica un'azienda di Home Restaurant: "Il Garante per la Concorrenza già nel 2017 ha chiarito in modo chiaro preciso e concordante che l’attività di Home Restaurant non può essere mai considerata in concorrenza con le altre attività di ristorazione classica e del circuito horeca. Il Ministero dell’Interno, oltre che il Garante della Concorrenza, è stato chiaro: se l’attività di Home Restaurant è diretta a particolari  soggetti ed è svolta occasionalmente, allora essa non sarà  assoggettata alla disciplina di somministrazione di alimenti e bevande 
e quindi non è attività in diretta concorrenza".

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