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Economia

Lucchi e Bulbi contro il patto di stabilità. "Sviluppo al palo"

Più di una decina di cantieri a rischio di stop, altrettanti progetti pronti per l'appalto ma rinviati a data da destinarsi, programma 2013 degli investimenti fermo al palo

Più di una decina di cantieri a rischio di stop, altrettanti progetti pronti per l’appalto ma rinviati a data da destinarsi, programma 2013 degli investimenti fermo al palo. E’ questa la prospettiva molto concreta che si profila per il Comune di Cesena, nonostante la disponibilità in cassa delle risorse necessarie. E in condizioni analoghe si trova la Provincia di Forlì-Cesena.

A lanciare l’allarme il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi e il Presidente della Provincia Massimo Bulbi, che questa mattina hanno attuato una singolare forma di protesta, piantando un cartello recante la scritta “Rotonda incompiuta causa Patto di Stabilità” nei cantieri di due rotonde, fermati per evitare di sforare il tetto di spesa per gli investimenti imposto agli enti locali dal Patto di Stabilità.

Cartelli contro il patto di stabilità

Come hanno spiegato il Sindaco Lucchi e il Presidente Bulbi, a determinare questa situazione il dispositivo innescato, da un lato, dal limite al tetto delle spese per investimenti stabilito dal Patto di Stabilità , dall’altro, l’obbligo in vigore dal 1 gennaio 2013, che impone alle pubbliche amministrazioni, di pagare entro 30-60 giorni, che impedisce di prevedere lo slittamento dei pagamenti superiori al tetto di spesa all’anno successivo, come era stato fatto finora.
Attualmente il Comune di Cesena ha in cassa circa 40,5 milioni di euro ed ha impegni per circa 21 milioni che potrebbe liquidare subito. Ha ulteriori lavori pronti da appaltare e già con i relativi finanziamenti a copertura per circa 12 milioni. Infine, il piano di investimenti per il 2013 ammonta a circa 18 milioni di euro, di cui circa 10 milioni potrebbero essere appaltati entro l’anno.

Però, nel 2013 il tetto di spesa che il Patto di Stabilità consente al Comune di Cesena è di 11 milioni di euro, di cui 7 già destinati al pagamento di opere realizzate nel 2012. Per le opere del 2013 restano, quindi, solo 4 milioni. A questo punto, visto che la legge impone il pagamento a 30-60 giorni, si tratta di capire quali siano i cantieri che possono andare avanti e quali; invece, sospendere.

A rischio di blocco
Fra i cantieri attualmente aperti e che rischiano essere bloccati ci sono:
1. L’ampliamento della scuola elementare di Pievesestina,
2. La nuova scuola materna di Martorano
3. La riqualificazione energetica scuola Plauto (coperta in parte con contributi europei, con il rischio di perderli se non utilizzati nei tempi stabiliti)
4. La sistemazione dei camminamenti della Rocca (anche in questo caso l’opera è coperta in parte con contributi europei, con il rischio di perderli se non utilizzati nei tempi stabiliti)
5. La realizzazione della gronda – bretella
6. La sistemazione della copertura del Carisport (completamente finanziata con il risarcimento versato dall’assicurazione)
7. Il secondo lotto del restauro di Villa Silvia
8. Il miglioramento sismico sulla scuola elementare di Borello
9. La realizzazione delle aree di laminazione del fiume savio in località Ca Bianchi in attuazione del secondo piano annuale per la mitigazione del rischio idrogeologico
10. Il parco soprasecante
11. La riqualificazione dell’ex scuola di Macerone

Appalti in stallo
Sono nel limbo le piste ciclabili di via Dismano e la Ronta San Martino, per le quali sono già state espletate le procedure di appalto, ma non si potuto procedere alla consegna consegnati i lavori.
A queste si aggiungono una serie di progetti pronti per essere appaltati, ma che non possono essere messe a gara. Fra essi ricordiamo
1. La rotonda di via Romea (Rugantino)
2. La rotonda di San Cristoforo
3. L’ampliamento scuola materna San Vittore
4. La riqualificazione di via Fantaguzzi
5. Una serie di manutenzioni su strade, scuole, edifici pubblici

In questo quadro anche il Piano investimenti 2013 rischia di restare solo sulla carta. Fra le opere coinvolte ci sono
1. Piazza della Libertà
2. Le opere di completamento previste nel Biciplan per dare continuità alla rete ciclabile
3. La sistemazione del Mercato ortofrutticolo (danneggiato dal nevone 2012 e coperto dal risarcimento dell’assicurazione)
4. La copertura della Portaccia
5. Tecnopolo
6. Interventi su edifici Acer
7. La manutenzioni di alcuni edifici pubblici (sede Corelli, mura Malatestiane, edificio del quartiere Cesuola, archivi, centro servizi)
Infine è a rischio anche l’acquisto di nuovi arredi necessari per le scuole

L’impossibilità di realizzare i progetti previsti non crea problemi solo al Comune e alla città tutta, che si vede privata di opere importanti, spesso attese da tempo, ma anche per la tenuta delle imprese che lavorano e che in grandissima parte provengono dal territorio. Ed è facile intuire come ciò contribuirà ad acuire ulteriormente la gravissima crisi attuale.

A manifestare la stessa preoccupazione le associazioni imprenditoriali (Unindustria, CNA, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Legacoop, Confcooperative, AGCI) e l’intero Consiglio Comunale.

Non a caso, nella seduta del 28 febbraio è stata approvata all’unanimità da tutti i gruppi consiliari una mozione, il cui testo è stato condiviso con le associazioni imprenditoriali, con cui si mettono in evidenza i nodi critici del patto di stabilità e si chiede il suo sblocco, in modo da escludere da esso gli investimenti produttivi.

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