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Economia

Il nuovo corso della Fondazione con Guido Pedrelli: "Non vogliamo scomparire della città"

Il 25 maggio prossimo, il Consiglio Generale eleggerà l'attuale vicepresidente Guido Pedrelli, come da indicazione dell'Assemblea dei soci svoltasi sabato 6 aprile, presidente della Fondazione CRC

Non è il momento più roseo per assumere l'incarico di presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, ma Guido Pedrelli, ex titolare di un'impresa di import-export, noto nel mondo della cultura per avere pubblicato testi di storia e romanzi, ed ex presidente di Confesercenti nazionale, è pronto per salire a bordo da vero capitano. Il 25 maggio prossimo,  il Consiglio Generale eleggerà l'attuale vicepresidente Guido Pedrelli, come da indicazione dell'Assemblea dei soci svoltasi sabato 6 aprile, presidente della Fondazione CRC. 

"Considerate le ultime vicissitudini della banca, è un incarico che mi fa tremare le vene i polsi - spiega - citando la Divina Commedia - ma del resto sono anche molto orgoglioso perché la Fondazione ha, comunque, una storia di 175 anni a Cesena, e io, dagli anni Ottanta ne sono socio a vita". 

Per la principale banca cesenate e per la fondazione che fino allo scorso anno ne controllava i destini, come azionista di maggioranza assieme alle altre fondazioni bancarie di Faenza e Lugo, si tratta di un "anno zero", di una ripartenza. La CRC, infatti, non avrà più una proprietà locale: dopo la "cura" del Fondo Interbancario con il doloroso deprezzamento del valore delle azioni, la stesso Fondo sta spingendo le casse di Cesena e di Rimini verso i francesi di Credit Agricole. Di conseguenza cambia tutto anche per la Fondazione Cassa di Risparmio che è in cerca ora di un nuovo orizzonte. Docrà trovarlo sotto la guida di Pedrelli.

Parliamo un po' di numeri. Negli anni d'oro la Fondazione aveva a disposizione fino a 4 milioni di euro da "spendere" in città con iniziative, collaborazione, sponsorizzazioni. Ora?

"Abbiamo dovuto ridurre parecchio il budget. Nel 2016, per esempio, era di 350 mila euro, quest'anno stiamo valutando ancora la cifra precisa. Ma quello che non vogliamo assolutamente è scomparire dalla città. Il mio motto, ultimamente, è diventato: "Poche risorse, ma molte idee". Sono convinto che si possa fare molto anche utilizzando collaborazioni esterne o nuove e originali idee. Continueremo per tutto il 2017 finanziando progetti nell'ambito universitario, culturale e nel settore della povertà. A questo riguardo abbiamo già avviato un accordo con la Caritas". 

A seguito del contenimento delle spese siete stati costretti a licenziare del personale della Fondazione?

"No, nessuno. Abbiamo ricollocato tre impiegati verso altre aziende e ai tre dipendenti rimasti all'interno della Fondazione, in pieno accordo con loro, abbiamo ridotto l'orario di lavoro. Sono splendide persone, di
grande professionalità, preziose per la vita della Fondazione, e hanno compreso le difficoltà che stiamo vivendo".

Ma potete contare ancora su un bel patrimonio?

"Sì, non è poca cosa. La Fondazione ha un patrimonio immobiliare che si aggira tra i 15 e 20 milioni di euro. Gli immobili che non rendono stiamo trattando per cederli, mentre gli altri (la maggior parte) che rendono li teniamo perché sono la nostra risorsa principale. Abbiamo 48 appartamenti e un altro immobile  nella zona ex Zuccherificio, dei negozi in centro e vari terreni".

Nel destino della Cassa di Risparmio di Cesena sta per entrare il colosso francese Credit Agricole, che potrebbe in futuro diventare il vostro partner come primo azionista della Cassa.

"Sì, leggo sui giornali che ormai siamo nella sfera di Cariparma/Credit Agricole. Ho avuto l'occasione di verificare che il gruppo quando acquisisce banche in difficoltà, come sarebbero la Cassa di Risparmio di Cesena e la Cassa di Risparmio di Rimini, tende a lasciare loro l'autonomia. Questo, per noi come Fondazione, vorrebbe dire non perdere la territorialità e l'impegno che dedichiamo da tantissimi anni alla nostra città". 

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