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Il guru di General Electric, Annunziata: "Nel 2012 fuori dalla crisi"

L'Italia ce la può fare, questo il messaggio lanciato da Marco Annunziata, dalla fine del 2010 a soli 45 anni di età, Capo Economista del Gruppo General Electric

L'Italia ce la può fare, questo il messaggio lanciato da Marco Annunziata, dalla fine del 2010 a soli 45 anni di età, Capo Economista del Gruppo General Electric, terza azienda al mondo per fatturato, agli imprenditori e dirigenti del cesenate nell'incontro promosso dall'IDE, associazione che riunisce gli Imprenditori e Dirigenti Europei e che per la sezione Romagna vede attualmente come presidente Norberto Annunziata.

L'incontro ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Davide Trevisani e Francesco Amadori, e si è tenuto la scorsa settimana presso l'Hotel Ristorante Casali di Cesena. “Ho rilevato – ha detto Marco Annunziata – un sempre più diffuso pessimismo degli imprenditori e delle gente comune, sia in Europa che negli Stati Uniti d'America, sulla possibilità di uscire presto da questa grave recessione economica mondiale. Ma la mia posizione – ha proseguito l'economista – è invece più ottimista. Credo, infatti, che dopo aver preso consapevolezza tutti noi che alcune cose vanno al più presto cambiate e se avremo la forza di perseguire gli obbiettivi prefissati riusciremo gradualmente ad uscire dalla crisi”.

“Credo che il nuovo Governo italiano guidato da Mario Monti e con Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea (Bce) – ha sottolineato Marco Annunziata, già membro del Consiglio Ombra della Bce – sia una garanzia di coesione nella volontà di portare avanti e consolidare l'Europa unita e quindi di risolvere i problemi economici dei vari Paesi che fanno parte dell'area Euro perchè altrimenti, se salta la moneta unica, inevitabilmente salterà l'Europa e precipiteremo in una crisi economica senza precedenti. Uno scenario questo che spaventa, non solo il Vecchio Continente, ma anche gli Usa”.

“La crisi dell'Euro e dei Paesi che ne fanno parte – ha spiegato Marco Annunziata – è dovuta principalmente alla mancata crescita economica e a un debito pubblico e privato dei singoli Stati fuori controllo. Per l'Italia, invece, il patrimonio delle famiglie è ancora elevato e questo ci pone in posizione di vantaggio rispetto ad altre realtà. Il vero problema italiano è la crescita economica cronicamente debole e la poca credibilità che abbiamo oggi sui mercati internazionali. Dobbiamo dimostrare la forza di attuare le riforme strutturali necessarie per accelerare la crescita e abbattere il debito pubblico: prima di tutto liberalizzazioni e diminuzione della spesa pubblica per poter poi diminuire il carico fiscale. Per i mercati economici a volte è più importante la fiducia che hanno in uno Stato e nel suo Governo che gli stessi fondamentali economici. Oggi la fiducia all'Italia è in aumento e per questo, anche se i prossimi 2-3 anni saranno certo difficili, sono ottimista che il 2012 ci porterà, a piccoli passi, fuori dalla crisi”.

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