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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Il 60% si dichiara "preoccupato", Cna sonda lo stato d'animo degli imprenditori

Quasi 500 le risposte al questionario CNA per sondare stato d’animo, valutazione delle varie misure e prospettive future relative all’emergenza

Preoccupati (62,5%), a volte addirittura angosciati (15%). Questo lo stato d’animo dei circa 500 imprenditori della provincia di Forlì-Cesena che hanno risposto ad un questionario somministrato da CNA agli associati per verificare non solo lo stato d’animo, ma anche gli effetti di questa crisi sul tessuto imprenditoriale. Stato d’animo tendenzialmente negativo, anche se il 14% si dichiara fiducioso/ottimista riguardo al futuro.

Di queste aziende, il 60% ha sospeso completamente l’attività per colpa del lockdown, il 32% l’ha proseguita (eventualmente con comunicazione alla prefettura), l’8% ha operato solamente con le consegne a domicilio.

Del resto, la gravità della situazione è dimostrata dal ricorso alla cassa integrazione: l’80,7% degli intervistati ha dichiarato di aver fatto ricorso, o di farlo in futuro, agli ammortizzatori sociali. A questo proposito, va rilevato che il 22% delle imprese ha anticipato l’assegno ai propri dipendenti, mentre nel 4% dei casi l’anticipo è arrivato dalle banche. L’85% degli intervistati ha chiesto il bonus dei 600 euro.
Le nuove disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro avranno l’effetto di creare rallentamenti e riduzione dell’attività per il 53% degli intervistati, mentre il 30% evidenzia i maggiori costi di gestione e gli investimenti necessari; per il 17%, infine, non si segnala nessun impatto rilevante.

Le restrizioni hanno condizionato, inoltre, i rapporti con i clienti: per l’80% degli imprenditori, con varie gradazioni, c’è la preoccupazione di perdere la propria clientela, con differenziazioni fra chi opera nel mercato locale domestico, rispetto a chi lavora con l’estero. Il 23% ha adottato forme di smart work, anche se spesso con risultati non soddisfacenti; per il 71,5% degli intervistati la propria attività non consente questa soluzione organizzativa.

Guardando, infine, agli impatti di questa crisi sul proprio fatturato, gli intervistati prevedono nel 34% dei casi un calo tra il 10% e il 30%; nel 37,5% un calo fra il 30% e il 50%.

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