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Ristoranti e locali, chiude anche lo chef stellato: "Non obbligati ma è un atto di responsabilità"

Tra chi ha deciso di auto-sospendersi Paolo Teverini, chef stellato e gestore dell'hotel e ristorante "Tosco Romagnolo" a Bagno di Romagna

"Ognuno nel suo piccolo deve compiere atti di responsabilità. E noi, sebbene non obbligati, abbiamo comunque deciso di chiudere". E' Paolo Teverini, chef stellato e gestore dell'hotel e ristorante "Tosco Romagnolo" a Bagno di Romagna, che già domenica sera, ha scelto di chiudere sia l'hotel che il ristorante.

Già prima del decreto annunciato dal Premier Conte, che estende le restrizioni delle "zone rosse" a tutta Italia, la stessa decisione è stata presa anche dall'Euroterme, un altro perno fondamentale del turismo termale nella vallata del Savio. "La decisione è stata sofferta ma non potevamo fare diversamente",  ha spiegato Teverini .

L'hotel Tosco Romagnolo è gestito da Paolo Teverini, dalla moglie e dalle figlie, più una ventina di dipendenti: una gestione che comunque, pur essendo familiare, inizia a essere importante. "Abbiamo chiesto ai dipendenti per ora di consumare le ferie, poi tra qualche giorno vedremo - prosegue Teverini - Spero che chi governa capisca i disagi che sta vivendo tutto il comparto del turismo".

Come avete fatto coi clienti? "Devo dire che dal 24 febbraio c'era stato un calo, ma nemmeno troppo evidente - ha continuato Teverini - La gente ancora non percepiva il pericolo. Poi dalla scorsa settimana qualcosa ha iniziato a cambiare. E sabato sera, con le nuove zone rosse a pochi chilometri da noi, l'ansia è diventata palpabile. Abbiamo chiamato i clienti che avevano prenotato e, li abbiamo invitati a non venire comunicando che avevamo deciso di chiudere.  E' ovvio che ci dispiace ma siamo sicuri che, se tutti guarderemo nella stessa direzione, ce la faremo a uscire anche da questa brutta situazione. I nostri nonni hanno visto le guerre, l'asiatica, la spagnola, e ogni volta si sono rialzati, più forti di prima. Noi, sono sicuro, faremo come loro".

Anche un altro locale a Cesena, il Misake, ha deciso di chiudere le porte sia al divertimento che alla ristorazione. “Prima di tutto la sicurezza del nostro pubblico e del nostro personale”, hanno dichiarato i gestori del Misake, confermando che lo sforzo ed il sacrificio devono essere comuni a tutte le attività se si vuole velocemente vincere la sfida al Coronavirus. “Purtroppo, nostro malgrado, abbiamo dovuto interrompere i rapporti di lavoro con 14 persone in pianta stabile e con gli artisti che si alternavano”, spiegano dalla gestione in quanto il locale non è operativo.

“Ci auguriamo che ogni attività si attenga scrupolosamente ai regolamenti temporanei impartiti e che nessuno tenti di trarre vantaggio da una situazione che sta mettendo in ginocchio l’intera categoria del divertimento, e non solo. Soltanto con uno sforzo unitario, ed evitando qualunque assembramento di persone, si potranno ristabilire le condizioni di sicurezza in primis relative alla salute e successivamente al divertimento, che rimane un importante valore nella cultura di un popolo”.

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