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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Home Restaurant, il nuovo fenomeno di mercato. Confesercenti: "È social eating o ristorazione parallela?"

“Il sospetto – afferma Ambrogetti – è che tra gli home restaurant si celi un mondo sommerso di imprese irregolari che fanno attività di somministrazione parallela senza rispettare le norme che devono rispettare gli altri

Davanti al nuovo fenomeno “home restaurant” la Fiepet-Confesercenti Cesenate lancia un segnale d’allarme perché ciò non si riveli un’altra forma di ristorazione parallela e di concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi soggetti a tutte le normative e ai pesanti tributi che pesano sui propri bilanci in questi momenti di crisi generalizzata dei consumi. “Social eating e home restaurant – commenta Pasquale Ambrogetti, membro della presidenza nazionale della Fiepet-Confesercenti - sono nuovi fenomeni di mercato, ma c’è bisogno di tracciare una linea di demarcazione chiara tra quello che è sharing economy e quella che, invece, può essere concorrenza sleale. Le nuove tecnologie e le condivisioni social sono una cosa, ma si corre il rischio di aprire la porta a una ristorazione parallela, fatta da imprese irregolari che esercitano al di fuori di ogni controllo. Per questo, come Fiepet nazionale, stiamo lavorando a una proposta di regolamentazione del fenomeno, che presenteremo presto nelle sedi opportune”.

Ambrogetti, imprenditore e membro della Presidenza nazionale Fiepet, la Federazione degli esercenti pubblici e turistici di Confesercenti, commenta così il fenomeno del social eating, ovvero la possibilità di servirsi di cuochi non professionisti – reperiti tramite appositi servizi web - per mangiare in case private, trasformate per l’occasione in home restaurant, in cambio di un contributo economico. “Ad ispirare gli home restaurant – continua Ambrogetti – sono stati principi di condivisione e di risparmio: privati che mettono a disposizione di altri privati un posto a tavola, nella propria casa, chiedendo un contributo irrisorio per coprire le spese. Il social eating si è però rapidamente trasformato in una ristorazione alternativa, spinto dal marketing delle tante piattaforme web che fanno affari d’oro mettendo in contatto gli aspiranti cuochi con i potenziali clienti. Ma tra cene gourmet e ‘non professionisti’, ci chiediamo quanto sia rimasto dell’ispirazione originaria”.

“Il sospetto – conclude Ambrogetti – è che tra gli home restaurant si celi un mondo sommerso di imprese irregolari che fanno attività di somministrazione parallela senza rispettare le norme che devono rispettare gli altri. Concorrenza sleale, a tutti gli effetti, che crea una distorsione del mercato ai danni delle imprese in regola che investono tempo e denaro per avere requisiti e tutte le certificazioni, a partire da quelle igienico-sanitarie, che la legge richiede ai ristoratori per tutelare la salute e la sicurezza del consumatore. Si tratta di interessi collettivi, che devono essere tutelati anche dagli home restaurant”.

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