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Fiere, è rottura tra Cesena e Rimini. Inconciliabili

Qual è la posizione della Provincia sul processo di integrazione delle fiere? E' la domanda che pone, con un'interrogazione, il capogruppo del PdL Stefano Gagliardi

Qual è la posizione della Provincia sul processo di integrazione delle fiere? E’ la domanda che pone, con un’interrogazione, il capogruppo del PdL Stefano Gagliardi. Gagliardi ritiene “un fallimento il summit tra l’assessore regionale Muzzarelli, i sindaci di Forlì, Cesena e Rimini e i presidenti delle tre fiere” e rimarca “l’assenza dell’amministrazione provinciale alla riunione, assenza che non trova alcuna giustificazione né dal punto di vista politico né tanto meno dall’interesse che la Provincia avrebbe dovuto dimostrare a tutela delle singole realtà, a dimostrazione dell’incapacità di fare sistema e programmazione sul territorio”.

Si chiede quindi “per quale motivo la Provincia non era presente alla riunione, se era a conoscenza delle intenzioni rilasciate dal Sindaco di Forlì sul tema; come si valuti questo clamoroso insuccesso registratosi ancora una volta per la logica dei campanili, dei veti incrociati, anche in ragione delle fughe in avanti del Comune di Forlì, che peraltro, come dimostra la storia più recente, non raggiunge mai alcun traguardo favorevole alla nostra economia territoriale”.

Risponde l’assessore provinciale alle Società partecipate Maurizio Castagnoli: “Non siamo stati invitati alla riunione, ma non c’era una volontà di emarginazione e l’assessore regionale ha chiesto scusa. Non è chiuso, però, il caso. Nel corso della riunione è emersa la non conciliabilità tra le richieste ed esigenze della fiera di Cesena e le richieste ed esigenze di Rimini. Mentre si stava effettivamente ragionando per l’unificazione delle fiere di Forlì e di Cesena, rendendole omogenee per quanto riguarda il patrimonio, è intervenuta un’azione lungimirante della Regione per un’aggregazione più ampia delle fiere, fino addirittura ad ipotizzare un’unica società regionale di gestione, o per lo meno tre nelle diverse aree del territorio regionale. Per noi è un’azione corretta, da inserire nella nostra precedente discussione sull’unificazione di Forlì e Cesena. Ora questa discussione è giunta ad un impasse: inutile negare un’evidente battuta di arresto, siamo ora in una fase di battuta d’arresto. Può anche darsi che il Macfrut possa essere spostato in una sede che ne garantisca anche un maggiore sviluppo, ma deve essere pensata una compensazione. Su questo schema c’è stata la rottura”.

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