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Economia

Festività natalizie, oltre la metà di bar e ristoranti vede positivo

"I pubblici esercizi hanno buone aspettative per le festività", spiega il presidente di Confesercenti cesenate

In controtendenza con le criticità del comparto non alimentare, sono buone le attese per le festività 2018 nei pubblici esercizi del cesenate. “Il Centro Studi della Confesercenti – spiega Cesare Soldati, presidente della Confesercenti Cesenate - ha somministrato un questionario a 120 operatori del territorio ed alla domanda su come si stanno preparando alle festività, il 60% ha risposto “bene”; il 40% “si potrebbe fare meglio” e nessuno ha risposto “male”. Rispetto allo scorso anno, il 17% degli intervistati ritiene che i consumi nei bar e ristoranti aumenteranno; per il 62,5% rimarranno invariati e per il 20,5% diminuiranno”.

“Giudizi non unanimi ma prevalentemente positivi – prosegue Cesare Soldati – per quanto riguarda gli allestimenti natalizi nelle varie località del cesenate e per gli eventi del Capodanno, a partire da quello di Paolo Belli in Piazza del Popolo a Cesena”. “Nello specifico delle ricorrenze più significative – interviene la presidente Fiepet-Confesercenti Cesenate, Silvia Bragagni – il 50% degli intervistati prevede la massima affluenza per il cenone di Capodanno, il 40% per il pranzo di Natale ed il 10% per il pranzo di Santo Stefano. Il piatto più gettonato saranno i cappelletti in brodo e le preparazioni a base di funghi. Per le bevande, accanto al vino dei cenoni, nei bar si prevede un consumo importante di spritz e birre. Poca richiesta, invece, per pranzi e cene vegetariane, per lo champagne e per bevande superalcooliche”.

“Complessivamente – prosegue la presidente Fiepet - la percezione è positiva. Nella gestione quotidiana delle attività viene segnalato l’aumento degli avventori ma con diminuzione della spesa media. Tale aspetto, in parte può essere correlato ad una diminuzione dei consumi ed in parte alle abitudini alimentari dei clienti, sempre meno orientati a pranzi con diverse portate”. “Come già fatto in altre occasioni – conclude Silvia Bragagni – i titolari di bar e ristoranti evidenziano la preoccupazione per tutto quanto ruota attorno all’economia sommersa: home restaurant, circoli e agriturismi come alternativa “di comodo” alle regole e tributi dei locali pubblici. Si tratta di situazioni diventate numerose e soprattutto in diretta concorrenza con imprese dello stesso tipo, con un carico fiscale ben più elevato. Serve porre maggiore attenzione di quanto fatto fino ad ora”.  

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