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Economia

Fase 2, Confcommercio: "I clienti al bar per il caffè d'asporto sono il segnale della ripartenza"

"La città può rimettersi in moto, in questa fase di convivenza col virus, e tutti salvaguarderemo la nostra salute e quella altrui"

"I clienti che tornano nei pubblici esercizi per il caffè di asporto sono una delle più belle immagini di questa iniziale fase due della ripartenza", afferma con entusiasmo il presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani.

"Quello che è avvenuto in questi giorni in diversi pubblici esercizi, con i baristi che consegnano i caffé da asporto ai clienti fuori del locale, è un messaggio di speranza e insieme di coesione sociale, dice tutto sul dinamismo, l’intraprendenza, la voglia di reagire di imprenditori fermi da due mesi che stanno progettando il nuovo inizio in sicurezza nel rispetto delle norme dei protocolli, e dice molto anche dell’atteggiamento virtuoso che dovrebbero adottare i clienti. Quello di dare fiducia a chi ha sempre dimostrato di meritarsela. Una città senza bar, ristoranti ed esercizi pubblici è una sotto-città, qualcosa di indefinibile: anzi lo sappiamo bene cos'è, quello che abbiamo visto nella prima tremenda fase del lockdown. Così come lo è una città senza negozi. Tutte le nostre attività delle più varie gamme merceologiche sono pronte a ripartire in totale sicurezza. La città può rimettersi in moto, in questa fase di convivenza col virus, e tutti salvaguarderemo la nostra salute e quella altrui, anzi interverremo per fare notare a chi non si comporta come dovrebbe che deve cambiare atteggiamento. Ma sbrighiamoci ad aprire le attività ancora ferme al palo”.

"Ci sono altri due dettagli che mi hanno colpito molto, in questi giorni - aggiunge Patrignani -  e i dettagli, si sa, fanno la differenza. Negozi chiusi da due mesi che tengono accese le vetrine per non oscurare la città. Sono da applaudire. L'altro dettaglio sono i preparativi, con i negozianti nelle attività chiuse che sistemano, mettono a posto e si preparano al gran giorno. Sarebbe utile che chi ci governa a Roma potesse osservare questi particolari, forse si sveltirebbero le lentezze nelle erogazioni annunciate alle imprese senza reddito, che vivono il dramma della liquidità".

“Come cesenati e i romagnoli abbiamo un grande dovere morale -  aggiunge Patrignani -, quello di  sostenere le attività del territorio, comprare mai come in questo momento Cesena e Romagna. In tutte le attività e mi congratulo con gli edicolanti per lo straordinari o servizio che hanno svolto in queste settimane di pandemia, assicurandoci un servizio essenziale. La nostra convenienza è tenersi stretti i propri negozi, bar e ristoranti, senza i quali la città, e lo abbiamo sperimentato, muta volto diventando come nei film di fantascienza sul day after”.

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