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Economia

Economia, i dati della Camera di Commercio: cresce l'export, soffre il comparto agricolo

I dati sull'economia in Romagna presentati a Cesena parlano di "un generale rallentamento". Lattuca: "Luci ed ombre"

La Camera di commercio ha presentato, nella Sala Giunta del Comune, i dati economici dei primi mesi del 2019 relativi al territorio Romagna con approfondimento sulle province di Forlì-Cesena e Rimini. All’incontro erano presenti il presidente dell’Ente Camerale, Alberto Zambianchi, e il neo sindaco di Cesena, Enzo Lattuca.

Dai primi dati riferiti al 2019 dell’Osservatorio economico camerale, elaborati dall’Ufficio Informazione economica dell’Ente, emerge che il sistema produttivo di riferimento della Camera della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini pur registrando un generale rallentamento, dovuto allo scenario generale di incertezza, sta mantenendo comunque performance positive in settori importanti: crescono in misura moderata la produzione industriale e l’export, aumenta il volume d’affari nel settore delle costruzioni e diminuisce l’incidenza delle sofferenze bancarie. Difficoltà si registrano invece per il composito comparto agricolo e per il commercio al dettaglio; inoltre, si riscontrano problemi di marginalità diffusi e una dinamica dei prestiti bancari alle imprese ancora negativa. Nel complesso, le previsioni Prometeia per il territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, elaborate ad aprile, confermano questo rallentamento per il 2019, con una sostanziale stabilità del valore aggiunto (+0,2% annuo), e una più decisa ripresa nel 2020 (+0,9%).

“In questo scenario - ha dichiarato Zambianchi - per aumentare la loro capacità di crescita i nostri territori hanno bisogno di consolidare strategie fondate sulle loro eccellenze e specificità, rafforzandole con la condivisione di azioni mirate da parte dei principali attori della governance. Il lavoro che ci aspetta presenta molte difficoltà, ma molte sono anche le opportunità che potremo valorizzare se sapremo promuovere la qualità delle relazioni che interconnettono le istituzioni, le aziende, le banche, i lavoratori e i cittadini al territorio. Per queste ragioni dobbiamo continuare a lavorare insieme con impegno e determinazione per realizzare percorsi innovativi di sviluppo sostenibile soprattutto in un contesto come quello attuale lento in termini di creazione della ricchezza, ma veloce nell’evoluzione dei fattori che incidono sulla competitività.”

“I dati, come sempre puntuali ed esaustivi, che la Camera di Commercio ci consegna - ha osservato Lattuca - disegnano un quadro di luci e ombre. Inevitabile la preoccupazione per il rallentamento segnalato, che non riguarda solo il nostro territorio, ma l’intero Paese e che è un evidente frutto dell’assenza di strategie d’azione a livello nazionale. Non vanno, però, trascurati gli aspetti positivi: ci sono segnali confortanti del comparto costruzioni, che l’Amministrazione di Cesena conta di sostenere con l’avvio del percorso per il nuovo Piano Urbanistico Generale; l’andamento favorevole dell’export conferma la capacità delle nostre imprese ad affrontare i mercati esteri. Incoraggianti anche i dati relativi alla disoccupazione; credo, però, indispensabile prestare maggiore attenzione al tema del lavoro, non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi. Per questo, già nelle prossime settimane l’Amministrazione comunale di Cesena avvierà un percorso con tutti i soggetti interessati (imprese, sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali, ecc.) per rilanciare insieme un patto per il lavoro”.

“Il territorio cesenate ha sicuramente  una grande vitalità – ha sottolineato dal canto suo l’assessore Luca Ferrini -. Non a caso, la mia prima uscita ufficiale come assessore allo Sviluppo Economico, è stata sabato scorso l’inaugurazione del rinnovato e ampliato insediamento aziendale di Fercam, che ha portato nella nostra città anche tutta la parte produttiva. In quella sede ho ribadito la piena vicinanza dell’Amministrazione comunale e l’attento ascolto per tutte le esigenze di chi assicura lavoro sul nostro territorio. Fra i punti in agenda, al primo posto c’è sicuramente la crisi dell’ E45: l’impegno della Giunta è di collaborare attivamente con quanti si stanno battendo per ottenerne la riapertura in tempi rapidi”.

I dati aggiornati del territorio “Romagna – Forlì-Cesena e Rimini”

La circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna (nata dall’accorpamento delle Camere di Forlì-Cesena e di Rimini) ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 55 Comuni e 731 mila abitanti (di cui il 10,8% stranieri). Nel 2018 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è stata pari a 20,8 miliardi di euro (+2,3% sul 2017), mentre il valore aggiunto nominale pro capite ammonta a 28.427 euro. Al 31 marzo risultano attive 87.863 localizzazioni (sedi e unità locali) di cui 70.676 sedi di impresa attive; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 97 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). I principali settori di attività economica del territorio Romagna (dati al 30/4/2019) sono quelli dei Servizi (26,0% del totale delle imprese attive), il Commercio (23,8%), le Costruzioni (14,7%), Agricoltura e pesca (12,7%), Alberghi e ristoranti (10,5%) e l’industria Manifatturiera (8,7%).

I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). In merito al mercato del lavoro, i tassi di occupazione e disoccupazione, rispettivamente 68,3% e 6,4% nel 2018, mostrano valori migliori dei dati nazionali ma peggiori di quelli regionali. Riguardo poi al sistema bancario, la propensione al credito del territorio Romagna (rapporto tra prestiti e depositi pari a 105,4), pur in presenza di una contrazione dello stesso, risulta maggiore di quella di Emilia-Romagna e Italia, così come più alta è la diffusione degli sportelli bancari (66 ogni 100 mila abitanti).

Le previsioni di crescita del valore aggiunto (in termini reali, vale a dire al netto dell’effetto dell’inflazione N.d.R.) (Prometeia, aprile 2019) per il 2019 e il 2020 sono pari, rispettivamente, a +0,2% e +0,9%, lievemente inferiori ai dati regionali (2019: +0,3%; 2020: +1,0%), in linea col dato nazionale nel 2019 (+0,2) e superiore al dato Italia nel 2020 (+0,7).

Focus: i dati aggiornati sull’economia della provincia di Forlì-Cesena

Lo scenario generale di incertezza ha determinato, in questi primi mesi del 2019, un generale rallentamento dell’economia provinciale, con performance comunque positive in diversi settori. Sostanzialmente stabile il numero delle localizzazioni e in calo le imprese attive (in linea con il trend regionale), in lieve aumento le variabili della congiuntura manifatturiera, con valori positivi nei principali comparti, pur a fronte di una produzione sostanzialmente stabile. In crescita le esportazioni nei primi tre mesi dell’anno, dinamismo nel settore edile (confermato da un incremento del volume d’affari) e ridimensionamento dell’incidenza delle sofferenze bancarie. Tra le note negative vanno sottolineate le problematiche strutturali del comparto agricolo (aggravate anche dalle avverse condizioni meteo del mese di maggio), le difficoltà del commercio al dettaglio (negli esercizi della piccola e media distribuzione), la diminuzione dei flussi turistici (sia italiani sia stranieri) e la contrazione dei prestiti alle imprese. Le prospettive per l’anno in corso e per il prossimo, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati ad aprile), indicano una crescita del valore aggiunto provinciale (in termini reali) pari, rispettivamente, allo 0,3% per il 2019 e all’1,0% per il 2020.

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30 aprile , è costituito da 36.754 imprese attive (sedi), in flessione dello 0,6% rispetto al medesimo periodo del 2018; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 93 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). I settori maggiormente significativi in diminuzione risultano: Commercio, Agricoltura, Costruzioni e Manifatturiero; in aumento, invece, l’Immobiliare, le Attività professionali e tecniche e i Servizi alle imprese. Sostanzialmente stabili i Servizi di alloggio e ristorazione.
Più della metà (il 57,7%) del totale delle imprese attive sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 18,0% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 93,3% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti (micro-imprese). Le start up innovative al 3 giugno risultano 64 (il 7,0% delle start-up regionali), in crescita rispetto a giugno 2018 (+4,9%).

In lieve flessione il numero delle imprese artigiane (11.931 al 31/3/2019; -0,9% rispetto allo stesso periodo del 2018), così come si riduce il numero delle imprese cooperative (521 al 30 aprile; -0,8% annuo). In merito all’andamento dei principali settori, risulta in flessione dell’1,4% la consistenza delle imprese agricole attive (6.494 unità al 30 aprile 2019), rispetto al 30 aprile 2018. In termini climatici, la primavera è stata caratterizzata dai mesi di marzo e aprile con temperature superiori alla media e assenza di precipitazioni e da un maggio risultato molto freddo e piovoso, con precipitazioni intense e concentrate che hanno provocato straripamento di fiumi e allagamenti di campi coltivati. Ciò ha causato problemi, in termini produttivi, per le colture cerealicole, foraggere e la frutticoltura; quest’ultima, in particolare, ha subito gravi danni, con la pressoché completa distruzione delle raccolte precoci di ciliegie e albicocche, mentre si sono intensificati i casi di caduta precoce delle pere. Problemi anche alle fragole del comprensorio di Cesena; inoltre, i campi di pesche e nettarine invasi dallo straripamento dei fiumi Montone nel Forlivese e Savio nel Cesenate rischiano di perdere parte dei raccolti. Per il comparto avicolo: pollo da carne (franco allevamento): prezzo in flessione (-14,0%, media gennaio-maggio 2019 sul medesimo periodo dell’anno precedente); uova: prezzo in ridimensionamento (-13,3%, media gennaio-maggio 2019 sul medesimo periodo dell’anno precedente).

Note in terreno positivo per le attività manifatturiere: su base annuale (1° trimestre 2019: media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) i principali indicatori, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna, segnalano valori in aumento, pur con una produzione sostanzialmente stabile: produzione +0,2%, fatturato +3,5%, ordini interni +3,7%, ordini esteri +4,9% e occupazione +2,1%. La crescita della produzione segna valori positivi e superiori alla media nei comparti “macchinari”, “mobili”, “prodotti in metallo”, “legno” e “alimentare”; performance negative, invece, per i comparti “confezioni”, “chimica e plastica” e soprattutto “calzature”. Le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre sono per un recupero della produzione e stabilità dell’occupazione. Dal punto di vista della struttura produttiva, si rileva un calo dello 0,5% della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/04/2019 (3.585 unità), rispetto al medesimo periodo del 2018.

Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al 30/4/2019 sono 5.557 (-0,5% rispetto al 30/4/2018). Positiva, invece, la dinamica del volume di affari del comparto; secondo la rilevazione di Unioncamere Emilia-Romagna del 1° trimestre 2019 (+6,6% in termini tendenziali), con le previsioni degli imprenditori per il secondo trimestre suddivise in parti uguali tra chi propende per un aumento e chi è orientato verso la stabilità. Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 1° trimestre 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, risultano in lieve diminuzione (-0,4%); le performance sono differenti per categoria merceologica (alimentare: -2,8%, non alimentare: -0,4%, supermercati/iper: +2,3%) e per dimensione (piccola distribuzione: -0,8%, media distribuzione: -1,5%, grande distribuzione: +0,4%). In termini di numerosità, poi, risultano in calo le imprese del commercio al dettaglio (4.079 aziende al 30/4/2019, -1,2% annuo). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta 8.102 imprese al 30/4/2019 (-1,1% rispetto al 30/4/2018).

Nel primo trimestre del 2019 l’export provinciale è cresciuto del 3,1% rispetto ad analogo periodo 2018 (+5,0% per l’Emilia-Romagna e +2,0% per l’Italia). Risultato positivo per le esportazioni di macchinari (+2,7%, pari al 14,7% dell’export provinciale), dei mobili (+12,9%), dei prodotti in metallo (+3,9%), dei prodotti agricoli (+14,8%) e degli apparecchi elettrici (+8,9%); negativo, invece, l’export delle calzature (-5,2%) e del settore tessile-abbiagliamento (-7,9%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 65,2% del totale dell’export provinciale) crescono del 9,4%, grazie soprattutto al contributo di Francia (+10,0%, principale Paese di destinazione), Germania (+6,8%), Regno Unito (+14,6%) e Spagna (+13,3%). Le altre macro aree di destinazione maggiormente significative per peso dell’export sono, invece, tutte in flessione, ad eccezione dell’America settentrionale (+5,1%): Asia Orientale (-5,3%), Paesi Europei non UE (-20,3%), e Medio Oriente (-11,9%). Le importazioni provinciali, nel complesso, risultano in aumento (+5,7%).

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (2.765 unità al 30/4/2019), rispetto al 30/4/2018, risultano sostanzialmente stabili (-0,2%). Nel periodo gennaio-aprile 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il movimento turistico presenta dati negativi, sia riguardo agli arrivi (-3,4%) che in merito alle presenze  (-3,3%); nel dettaglio, calano i turisti italiani e stranieri, ma quest’ultimi in misura superiore, in termini sia di arrivi (-7,8%, rispetto al -2,8% degli italiani) che di presenze (-5,5%, rispetto al -2,9% degli italiani). Sostanzialmente stabili le presenze nelle strutture alberghiere (+0,2%), in deciso calo quelle nelle strutture complementari (-11,2%). In lieve diminuzione il volume d’affari registrato nel 1° trimestre dell’anno (-0,3% rispetto al medesimo periodo del 2018), in base alle rilevazioni congiunturali di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo del 3,1% (1.039 unità al 30/04/19), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.322 unità, -2,5%). I dati Istat Forze di lavoro relativi all’anno 2018, rilevano per la provincia di Forlì-Cesena: un tasso di attività 15-64 anni (72,0%) inferiore al dato regionale (74,0%) ma superiore alla media nazionale (65,6%); un tasso di occupazione 15-64 anni (68,4%) inferiore al dato regionale (69,6%) e migliore di quello nazionale (58,5%); un tasso di disoccupazione 15 anni e più (4,8%) più basso sia del dato regionale (5,9%) sia nazionale (10,6%); un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (16,3%) migliore di quello dell’Emilia-Romagna (17,8%) e dell’Italia (32,2%).

I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna riportano, per l’anno 2018 (rispetto al 2017), un incremento sia delle attivazioni di lavoro dipendente (+5,3%) sia delle relative cessazioni (+6,3%); il saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati), per l’anno in esame, è comunque positivo (+1.826 posizioni lavorative). Il 75,6% delle attivazioni risulta a tempo determinato.

Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-aprile 2019 risultano autorizzate n. 348.295 ore totali, con una decisa flessione rispetto ad analogo periodo 2018 (-40,8%); in forte calo il ricorso alla CIG Straordinaria (-56,2%). Quello dei primi quattro mesi dell’anno in corso rappresenta il valore più basso della CIG dall’inizio della crisi del 2009. Riguardo all’andamento del credito, a marzo 2019 i prestiti bancari alle imprese, che ammontano a 7.416 milioni di euro (63% del totale clientela) risultano in diminuzione (-4,2% rispetto al medesimo periodo del 2018): la flessione è maggiore per i prestiti verso le imprese medio-grandi (-4,5%) rispetto a quelli verso le imprese piccole (-3,3%). La contrazione dei prestiti si riscontra per tutte le macro attività economiche, in particolare per le costruzioni (-6,9%). I prestiti alle famiglie della provincia risultano invece in aumento (+2,7%). Le sofferenze sui prestiti totali, al quarto trimestre 2018, sono state pari al 7,50% (Emilia-Romagna: 6,78%, Italia: 5,50%). Il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel primo trimestre 2019 (+2,1%) risulta superiore a quello regionale (+1,5%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna). Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati ad aprile, infine, stimano, per la provincia di Forlì-Cesena, un lieve aumento del valore aggiunto dello 0,3% per il 2019 (Emilia-Romagna +0,3%; Italia +0,2%) e dell’1,0% per il 2020 (Emilia-Romagna +1,0%; Italia +0,7%)

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