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Disoccupazione giovanile, la ricetta di Confartigianato: "Per combatterla serve l’apprendistato"

Lo rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato, formato da Stefano Ruffilli, Marcello Grassi e Lorena Fantozzi

"Per combattere la disoccupazione giovanile, anche nel territorio cesenate bisogna cambiare la convinzione diffusa secondo la quale prima si studia e poi si lavora". Lo rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato, formato da Stefano Ruffilli, Marcello Grassi e Lorena Fantozzi, nel momento in cui nelle scuole superiori cesenati si stanno tenendo gli open day per le future matricole, in vista dell'iscrizione. "In Italia perdura il convincimento che lo studio sia superiore al lavoro e che il sapere sia superiore al saper fare, che chi studia non lavora ancora e chi lavora non studia più - rimarca il Gruppo di Presidenza -. Ma va indicato alle famiglie che quella non è la strada giusta per il futuro dei figli, che il tempo della formazione e il tempo del lavoro devono essere in parallelo e non in serie".

APPRENDISTATO - "La strada giusta, la formula migliore per l’ingresso nel lavoro è quella dell’apprendistato con tanta formazione in azienda, con il tutoraggio continuo, formula che può realizzarsi nelle micro e piccole imprese, dove si concentra più di due terzi dell’occupazione privata italiana, oltre 10 milioni di addetti, pari al 67% - viene evidenziato -. La scuola deve dunque tornare a valorizzare anche la formazione tecnica, anzi politecnica, comprendendo, e non escludendo, le conoscenze e le competenze tradizione manifatturiera italiana. Scelta che naturalmente deve tenere insieme la straordinaria formazione umanistica di cui il sistema di istruzione italiano è campione".

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