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Tutti in vacanza, ma le piccole imprese ancora lavorano per pagare le tasse

Cresce ancora il peso del fisco per le imprese: il tax free day cade il 17 agosto a Cesena e il 18 agosto a Forlì

Per pagare il fisco, le piccole imprese sono costrette a lavorare anche quando tutti vanno in ferie. Come ormai da tradizione, CNA ha calcolato anche quest’anno quando cade il tax free day, il giorno della liberazione dalle tasse, ossia quando gli imprenditori smettono di lavorare per il fisco e cominciano a farlo per se stessi e le loro famiglie. Cattive notizie per la nostra provincia. Nel 2018 si dovrà lavorare fino al 17 agosto a Cesena e al 18 agosto a Forlì. In entrambi i casi, una settimana in più della media nazionale, che colloca il tax free day al 10 agosto. E' quanto emerge da “Comune che vai, fisco che trovi”, il Rapporto 2018 dell’Osservatorio CNA sulla tassazione delle piccole imprese in Italia, giunto alla quinta edizione, che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni.

L’Osservatorio calcola due indicatori: il total tax rate, vale a dire l’ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi; il tax free day, cioè il giorno della liberazione dalle tasse, la data fino alla quale l’imprenditore deve lavorare per l’ingombrante “socio” pubblico. Un’analisi basata sull’impresa tipo italiana, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito. "La pressione fiscale media, già salita nel 2017 al 61,2%, nel 2018 è destinata a crescere ancora, portandosi al 61,4% - viene rimarcato dall'associazione di categoria -. Di conseguenza, il giorno della liberazione fiscale media si allungherà di altre ventiquattr’ore, per arrivare all’11 agosto, contro il 10 agosto del 2017 e il 9 agosto del 2016. Se guardiamo da vicino le città radiografate dall’Osservatorio Cna la situazione appare molto eterogenea sul territorio nazionale".

Reggio Calabria rimane il capoluogo che maggiormente tartassa le piccole imprese con una pressione fiscale del 73,4% (+0,2% rispetto all’anno scorso) e un tax free day che scatterà il 24 settembre; segue Bologna con 72,2% e 20 settembre, e quindi Roma e Firenze al 69,5%, con la liberazione fiscale il 10 settembre. Agli antipodi si piazza Gorizia, con tassazione solo al 53,8% e tax free day al 14 luglio, quindi Udine col 54,5% e 17 luglio, seguita da Imola con 54,9% e 18 luglio. "Nella nostra provincia, il peso della tassazione supera la media nazionale e continua inesorabilmente a crescere - viene rimarcato -. A Forlì si passa dal 63,2% al 63,3% e a Cesena dal 63% al 63,1%. Aumenti minimi, ma che crescono ogni anno, andando a gravare sulle tasche delle imprese".

"A Forlì, nel 2018 l’azienda campione pagherà 31.672 euro di tasse, 122 euro in più rispetto al 2017. In pratica, su un reddito di 50.000 euro ne resteranno in tasca 18.328. A Cesena, nel 2018 pagherà 31.537 euro di tasse, 123 euro in più rispetto al 2017. Di quei famosi 50.000 euro, alla ditta cesenate ne rimangono 18.463 - conclude Cna -. Si conferma la nostra brutta performance nella classifica delle città dell’Emilia-Romagna: Forlì è al penultimo e Cesena al quartultimo posto. Sul campione nazionale di 137 città Forlì si colloca al 106° posto e Cesena al 101°. Si confermano posizionati meglio gli altri capoluoghi romagnoli: Rimini è al 61° posto e Ravenna al 59°". 

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