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Cesena, il morso della crisi: in molti sotto la soglia della povertà

Il numero di quelli che cercano aiuto in Comune non ha fatto registrare impennate, ma la sensazione di una crescente difficoltà è palpabile, suffragata da tanti segnali piccoli e grandi che emergono fra le righe testimoniando situazioni di disagio

Il numero di quelli che cercano aiuto in Comune non ha fatto registrare impennate, ma la sensazione di una crescente difficoltà è palpabile, suffragata da tanti segnali piccoli e grandi che emergono fra le righe testimoniando situazioni di disagio. E’ quanto emerge nel dossier predisposto dall’Amministrazione comunale di Cesena in vista della prima riunione dopo la pausa estiva del ‘tavolo povertà’, fissata per il tardo pomeriggio di oggi.

Del tavolo fanno parte, oltre all'Amministrazione comunale, Caritas, associazione Mater Caritatis, Croce Rossa, associazione San Vincenzo, Banco di solidarietà, Centro di aiuto alla vita, Campo Emmaus, Gruppo Famiglie Casabella, Comunità Grazia e Pace e Centro per le famiglie.

“Il tavolo si caratterizza per la sua estrema concretezza e operatività – spiegano il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore alle Politiche per il Benessere dei Cittadini Simona Benedetti - e per questo abbiamo ritenuto indispensabile partire dai dati di fatto che emergono dall’attività quotidiana dei servizi e da una loro analisi approfondita, perché dietro ai numeri spesso si nascondono fenomeni che magari non sono ancora esplosi, ma già covano sotto la cenere, e che è importante intercettare in tempo per evitare che si trasformino in emergenze drammatiche”.

Nella Cesena ai tempi della crisi il reddito medio di un cittadino maggiorenne si attesta intorno ai 17.229 euro (il dato si riferisce ai dati 2010 dichiarati nel 2011), ma si contano quasi 26mila redditi sotto 7500 euro, e di questi quasi 17mila sono inferiori ai 2500 euro.

Nonostante il perdurare della crisi, il trend d’attività dei Servizi sociali negli ultimi anni è rimasto costante: le famiglie in carico sono poco meno di 1300, mentre gli anziani seguiti in varie forme sono quasi 2000. Gli accessi allo sportello sociale nel primo semestre del 2012 sono stati 571, sostanzialmente in linea con l’andamento 2011, quando se ne erano registrati 1101.

Oltre 800 all’anno le famiglie aiutate nell’ultimo biennio con progetti di intervento socio-economico: il picco delle richieste si è registrato nel 2010 con i primi effetti della crisi sul territorio, mentre nei primi sei mesi di quest’anno i nuclei assistiti sono stati 654, con un turn over del 41% rispetto al 2011. Inoltre, va ricordato il sostegno una tantum (l’aiuto non può essere reiterano), offerto ai lavoratori colpiti dalla crisi a partire dal 2009, che ha permesso di aiutare complessivamente altre 248 famiglie. Infine, ma non ultime per importanza, le borse lavoro avviate da fine 2010 per favorire il riavvicinamento al mercato del lavoro delle persone con maggiori difficoltà: disoccupati, ma anche utenti in condizioni di disagio sociale e giovani con problemi. Nel solo primo semestre 2012 sono state un centinaio quelle attivate.

“Il quadro - sottolineano Sindaco e Assessore - è complesso e molto sfaccettato e il solo esame dei numeri non basta a mettere a fuoco con esattezza la situazione: i Servizi, ad esempio, ci confermano il progressivo peggioramento delle condizioni delle persone da loro seguite. Per far fronte a questa situazione abbiamo delineato un sistema in cui si affiancano interventi ordinari e misure straordinarie, che crediamo sia riuscito a fornire risposte adeguate, nei limiti del possibile. E in quest’ottica attribuiamo un ruolo centrale al complesso degli interventi messi a punto per favorire il lavoro, che mira a superare la vecchia logica assistenzialistica, per aiutare chi ne beneficia a rimettersi in piedi e a recuperare l’autonomia necessaria”.

Il problema della casa rimane ancora un tasto dolentissimo: le 225 procedure di sfratto registrate fra gennaio e luglio si pongono in linea con l’andamento del 2011, quando gli sfratti furono 238. “Lo scorso anno si è verificata una vera e propria impennata – ricordano il Sindaco Lucchi e l’Assessore Benedetti - e in vari casi ci siamo trovati fuori dagli uffici famiglie intere con le valigie. I servizi sono riusciti, per fortuna, a mettere a punto una nuova procedura operativa, che permette loro di intervenire preventivamente: non appena c’è la sentenza esecutiva comincia un percorso per aiutare la famiglia a trovare una nuova sistemazione, in modo da evitare che si trovi, anche per poco, in mezzo a una strada. Ma comunque, ci preme sottolineare che chi viene sfrattato per morosità (a meno che non sia determinata da problemi molto seri) non trova scorciatoie o agevolazioni”.

Fra i campanelli d’allarme che preoccupano l’Amministrazione comunale, quello relativo alle condizioni dei bambini. Il numero degli affidi ai Servizi da parte del tribunale è in aumento, in questo dato pare trovare conferma che le difficoltà economiche delle famiglie si ripercuotono inevitabilmente, e in maniera molto seria, sui più piccoli.

Infine, un elemento che non compare nel dossier, ma di cui i Servizi sociali del Comune hanno ricevuto le prime avvisaglie:  cominciano a registrarsi anche a Cesena casi di famiglie straniere che chiedono aiuto per tornare nel Paese d’origine. “Non abbiamo ancora dati oggettivi su questa tendenza – riferisce l’assessore Benedetti -, ma sono già almeno una decina i nuclei

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