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Crescono le imprese artigiane femminili, più hi-tech e anche nei settori "da uomo"

”Ma se nelle attività indipendenti le donne italiane primeggiano in Europa, il nostro Paese rimane ultimo nell’Ue per il tasso dioccupazione femminile"

Imprese artigiane 'rosa' al top in Europa, con la crescita anche nel cesenate, pure nei mestieri da uomo, ma ultime per tasso occupazione femminile: al 49,5%.

E’ un dato ambivalente che abbraccia la realtà italiana, ma anche il nostro territorio. E’ emerso alla Convention nazionale di Donne Impresa Confartigianato, a cui ha preso parte una nutrita schiera di rappresentanti del Gruppo Donne Impresa di Cesena, capitanato dalla presidente Lorenza Fantozzi, da Daniela Pedduzza del Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena e da Cristiana Suzzi, coordinatrice del Gruppo Donna Imprese. “Nel corso della Convention – rimarca la presidente Donne impresa Cesena Lorena Fantozzi – , Confartigianato ha presentato un rapporto sull’imprenditoria femminile dal quale emerge che in Italia le donne italiane superano gli uomini nella vocazione imprenditoriale”.

Nel 2018 sono nate 95.672 imprese femminili, 368 al giorno, con un tasso di natalità del 7,2% a fronte del 5,3% delle imprese maschili. Le imprenditrici italiane sono sempre più giovani, istruite e hi tech. E invadono i settori tipicamente maschili. “Questo si verifica anche nel cesenate – rimarca la presidente Donna Imprese Lorena Fantozzi -. Le attività guidate da giovani donne under 35 sono, pari al 12,4% del totale delle imprese femminili, una quota superiore del 3,8% rispetto all’incidenza degli imprenditori under 35 nelle imprese guidate da uomini. E il tasso di natalità delle imprenditrici under 35 è del 19,4%, mentre per i giovani imprenditori è al 17,9%”. Le donne superano gli uomini anche nella corsa all’istruzione universitaria: tra il 2000 e il 2018 le imprenditrici laureate sono aumentate del 16,4%, mentre i loro colleghi laureati sono diminuiti della medesima percentuale. Si consolida anche la presenza femminile nei settori ad alta tecnologia:sono il 16% del totale delle aziende hi tech, le imprenditrici impegnate in attività che vanno dalle telecomunicazioni alla farmaceutica, dalla produzione di software alla ricerca scientifica. Le donne si stanno impadronendo anche dei mestieri tipicamente maschili: attività di trasporto merci, autoriparazione, edilizia, produzione di macchine e prodotti in metallo, falegnameria″.

”Ma se nelle attività indipendenti le donne italiane primeggiano in Europa, il nostro Paese rimane ultimo nell’Ue per il tasso dioccupazione femminile – denuncia la presidente Fantozzi -.Le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia”.

“L’Osservatorio di Confartigianato – aggiunge la presidente Loerna Fantozzi – mette in luce che la spesa pubblica italiana è fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani ridotta, Confartigianato ha analizzato anche la disponibilità dei servizi per la famiglia messi in campo dagli Enti locali. Si scopre così che soltanto il 56,7% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l’infanzia e che l’utilizzo di queste strutture è molto basso: Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato rileva infatti che il nostro Paese rimane ultimo nell’Ue per il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni”.

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