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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Consumi, indagine Confcommercio: affitti, bollette, e utenze frenano il rilancio

Sono i dati principali contenuti in un'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2018

Per avere un quadro contestualizzato della necessità di un rilancio dei consumi anche nel territorio cesenate è importante conoscere dove si indirizza necessariamente la spesa. Un'analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio, che ha riguardato anche un campione di imprese cesenati e provinciali, evidenzia un calo dell'1% negli ultimi quattro anni delle cosiddette "spese obbligate", ma tra il 1995 e il 2014 le spese obbligate sono comunque cresciute del 5,4% e pesano per 7.200 euro a persona (4.200 euro solo per l'abitazione).

"Dopo la crescita inarrestabile degli ultimi venti anni (+5,3% tra il 1995 e il 2014) - rimarca il direttore Confcommercio cesenate Giorgio Piastra -, la quota di spese obbligate sul totale dei consumi diminuisce di un punto percentuale passando dal 41,8% del 2014 al 40,7% del 2018, a causa soprattutto di una decisa riduzione dei prezzi degli energetici e dei servizi finanziari. Ma questa componente di spesa rimane l'aggregato più significativo (le spese per i beni rappresentano il 37,7%, quelle per i servizi il 21,6%) arrivando a pesare oltre 7.200 euro l'anno pro capite". 

Sono i dati principali contenuti in un'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2018, da cui emerge anche che tra le spese obbligate la voce abitazione è quella che incide maggiormente arrivando a "mangiarsi" - tra affitti, manutenzioni, bollette, e utenze - quasi 4.200 euro pro capite (il 60% delle spese obbligate complessive).

"Da notare pure - prosegue Piastra - che all'interno dei consumi commercializzabili (che ammontano a una cifra di 10.580 euro pro capite nel 2018), anche se per due terzi sono rappresentati dai beni, i servizi hanno assunto un ruolo sempre più significativo, mentre continua il calo della quota destinata agli alimentari, anche se questa voce aumenta nei valori pro capite". "Per sostenere la crescita e il rilancio dei consumi, come non perde occasione di rimarcare con vigore  il nostro presidente nazionale Sangalli - osserva il presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani -. Confcommercio è contraria a qualsiasi proposta di rimodulazione delle aliquote anche solo per alcuni beni e servizi".

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