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Liberalizzazioni: "Favoriscono solo la grande distribuzione"

Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito la loro contrarietà ai provvedimenti dell'attuale Governo in tema di liberalizzazioni nel commercio

Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito la loro contrarietà ai provvedimenti dell’attuale Governo in tema di liberalizzazioni nel commercio, nel corso di una conferenza stampa congiunta che si è tenuta venerdì mattina al Grand Hotel Majestic. “Non farà aumentare i consumi e non migliorerà certamente i servizi, come d’altronde non farà aumentare l’occupazione ma servirà solo a trasferire  quote di consumo dal piccolo e medio dettaglio alla grande distribuzione, che già detiene un’elevata quota di mercato (oltre il 70% dei consumi alimentari)”.

Durante l’incontro, al quale hanno partecipato per la Confesercenti regionale il presidente Roberto Manzoni e il direttore Stefano Bollettinari e per la Confcommercio Imprese per l’Italia dell’Emilia Romagna il vice Presidente Vicario Celso De Scrilli e il direttore Davide Urban, le due associazioni di categoria hanno sottolineato i motivi della loro unanime posizione contraria, già espressi nei giorni scorsi in una nota nella quale si chiede al Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani di sollevare l’illegittimità del provvedimento e nel contempo di intervenire presso il Governo perché venga modificato.

Confcommercio e Confesercenti ritengono che i provvedimenti adottati non tengano conto della peculiarità del sistema italiano della distribuzione commerciale, fatto di piccole, medie e grandi imprese che si confrontano in un mercato pienamente competitivo e senza barriere all’ingresso, capace di assicurare ai consumatori livelli di servizio fra i più elevati in Europa, in particolare in Emilia Romagna. “La liberalizzazione selvaggia del settore, che prevede l’apertura delle attività 24 ore su 24, festivi e domeniche comprese, condizione insostenibile per le piccole imprese che rischieranno così di chiudere, e quella annunciata dei saldi e delle vendite sottocosto, a giudizio delle due organizzazioni, non farà aumentare i consumi e non migliorerà certamente i servizi, come d’altronde non farà aumentare l’occupazione ma servirà solo a trasferire  quote di consumo dal piccolo e medio dettaglio alla grande distribuzione, che già detiene un’elevata quota di mercato (oltre il 70% dei consumi alimentari)”.

“Le scelte del Governo in fatto di liberalizzazioni – afferma Celso De Scrilli, Vice Presidente Vicario di Confcommercio Imprese per l’Italia dell’Emilia Romagna – stanno fortemente danneggiando un modello italiano di distribuzione commerciale in cui la compresenza di piccole, medie e grandi superfici di vendita ha fin qui mostrato di agire positivamente tanto a vantaggio della concorrenza, quanto della qualità del servizio reso ai consumatori.” Per Roberto Manzoni, Presidente regionale di Confesercenti Emilia-Romagna “con i provvedimenti di deregulation totale del Governo siamo ormai al ‘Far West’ del commercio; a un settore, che già dal 1998 è libero e non ha più contingenti numerici, si stanno togliendo anche le poche regole rimaste come la limitazione delle aperture domenicali o la definizione dei periodi dei saldi arrivando a mettere  in discussione la stessa programmazione urbanistica per quel che concerne le grandi strutture di vendita, che potrebbero aprire addirittura con una semplice autocertificazione”.

“Ulteriori liberalizzazioni distorte e calate dall’alto a priori e senza criterio – aggiunge Davide Urban, Direttore regionale di Confcommercio Imprese per l’Italia dell’Emilia Romagna – finiranno per mettere in ginocchio i nostri settori già pesantemente penalizzati dalla crisi. Il tutto svuotando le Regioni di ogni competenza sul commercio e spianando la strada a politiche centralistiche che nulla hanno a che vedere con la Sussidiarietà ed il Federalismo.” “Tutto ciò è inaccettabile – conclude Stefano Bollettinari, Direttore regionale di Confesercenti Emilia-Romagna - e non ha niente a che fare con la concorrenza ma anzi è una scelta di campo solo a favore della grande distribuzione, che danneggerà pesantemente le piccole imprese e il loro ruolo di servizio commerciale diffuso sul territorio. Facciamo appello al Presidente Errani affinchè sollevi l’illegittimità del provvedimento e intervenga sul Governo per ripristinare le competenze regionali”.
 

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