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La Romagna protagonista del 'Frutta party" ad Expo: non mancherà la piadina

Ogni giorno si svolgerà un “Frutta party” che darà modo ai visitatori di assaggiare in diretta la qualità della frutta emiliano romagnola con macedonie, spiedini di frutta e frullati tutti da gustare.

Il cibo inteso come frutto del lavoro dei veri agricoltori è quello che Coldiretti racconta nel Padiglione 'No Farmers, no party' allestito all'Expo di Milano. La giornata di martedì sarà interamente dedicata alle eccellenze romagnole: frutta e piadina in particolare. Leit motiv della giornata sarà, ovviamente, la buona frutta fresca di stagione, il miglior biglietto da visita per il nostro territorio e per l'intera food valley d'Italia, ossia l'Emilia-Romagna. All’inizio della campagna estiva, la frutta – albicocche, ciliege, pesche – sarà la protagonista assoluta. Ogni giorno si svolgerà un “Frutta party” che darà modo ai visitatori di assaggiare in diretta la qualità della frutta emiliano romagnola con macedonie, spiedini di frutta e frullati tutti da gustare.

Dopo la débacle del 2014 che ha visto crollare la produzione lorda vendibile della frutta emiliano – romagnola, i frutticoltori puntano a fare dell’Expo la piattaforma di rilancio e nel padiglione di Coldiretti offriranno ai visitatori la freschezza e la qualità della loro frutta per sostenere i consumi e far partire positivamente il mercato. “Vogliano cogliere l’occasione dell’Expo per rilanciare la frutta, uno dei prodotti principe della nostra provincia – commenta il Presidente Coldiretti Forlì - Cesena Filippo Tramonti – che deve però fare i conti con fattori esterni che stanno minando la sopravvivenza dei nostri frutteti e dei nostri produttori. Il 2014, in questo senso – prosegue il Presidente – è stato l'anno peggiore di questo inizio millennio sia per via dell'invasione di frutta straniera spesso spacciata per made in Italy, che per il maltempo che ha innescato una netta riduzione dei consumi da parte delle famiglie, finendo col colpo di grazia, ossia l'embargo russo, vera e propria mazzata per i nostri agricoltori alle prese con un crollo dei prezzi tale da non riuscire più a coprire neanche i costi di produzione”. Il taglio maggiore, nel 2014, ha interessato le pesche (–51,5%), le mele (–43,5%), le nettarine (–32,8%), le pere (–27,3%), le ciliegie (–26,7%).

Occorre perciò intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni, che in quantità sono rimaste pressoché le stesse di quindici anni fa. “Ci sono segnali positivi di ripresa dell’economia che non vanno sottovalutati – sottolinea Tramonti - come l’inversione di tendenza nei consumi di frutta in Italia del 4 % nella grande distribuzione organizzata nel primo trimestre del 2015, che non si registrava dall’inizio della crisi. Serve però – aggiunge il Presidente – anche rimuovere gli ostacoli strutturali che determinano uno svantaggio competitivo per le nostre imprese, con regole armonizzate sulle importazioni dall’estero dove spesso vengono utilizzati prodotti chimici vietati in Italia e controlli qualitativi più stringenti anche sulla reale provenienza della frutta in vendita”.

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