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Shopping di Natale, bene gli alimentari. Calo nel vestiario

“I dati riscontrati a consuntivo delle vendite natalizie – prosegue Gozi – confermano sostanzialmente le aspettative di vendita. Una buona settimana prenatalizia non permetterà comunque di salvare un anno difficile"

“Certamente non sarà ricordato dai commercianti come un grande Natale ma viste le premesse e ascoltati i primi dati a livello nazionale, la situazione poteva consegnare dati più preoccupanti e deludenti. Occorre precisare che a novembre e inizio di dicembre gli incassi erano stati molto negativi mentre a ridosso delle festività c’è stato un buon recupero”. È quanto dichiara il direttore della Confesercenti Cesenate, Graziano Gozi, commentando la rilevazione telefonica effettuata giovedì fra 100 operatori commerciali del territorio cesenate volta ad indagare l’andamento delle vendite natalizie.

“I dati riscontrati a consuntivo delle vendite natalizie – prosegue Gozi – confermano sostanzialmente le aspettative di vendita. Una buona settimana prenatalizia non permetterà comunque di salvare un anno difficile. Indagando i dati, il 10% dichiara vendite maggiori rispetto al 2011 (lo scorso anno era solo il 4%), il 41% uguali (30% nel 2011) ed il 49% minori (66% nel 2011)”. “Fra le imprese che hanno dichiarato un aumento delle vendite – spiega il direttore della Confesercenti Cesenate - il 52% ritiene che niente potrà condizionare le feste natalizie ed il 42% rileva che tradizionalmente c’è una concentrazione di acquisti in questo periodo”.

“Gli esercizi che hanno diminuito le vendite – continua Graziano Gozi - attribuiscono principalmente il dato alla peggiore situazione economica (81%) ed allo scarso potere di acquisto dei salari (10%)”. “Verificando la situazione delle diverse categorie – interviene il presidente della Confesercenti Cesenate, Armando Casabianca – abbiamo rilevato un buon andamento del comparto alimentare, con particolare interesse per i prodotti del territorio. Un fenomeno correlato ai tradizionali cenoni ma anche alla scelta di fare regali con prodotti alimentari di qualità. Positiva, limitatamente alle giornate natalizie, anche la presenza nei ristoranti. Stabili le vendite nell’elettronica, nelle profumerie, giocattoli, librerie. Leggera flessione per mercati ambulanti, oreficerie, agenzie viaggi e bar. Più pesante il passivo nell’abbigliamento tradizionale mentre è stabile quello per i più giovani”.

“Si chiude un anno difficile per il commercio al dettaglio – dice Casabianca – dove alla indiscutibile difficoltà economica delle famiglie si associa un carico fiscale sulle imprese spropositato. A questo si aggiunge la componente psicologica. Aumentano, infatti, le preoccupazioni legate alla stabilità delle condizioni di lavoro in numerose famiglie e questo induce a ridurre i consumi. Il pagamento dell’IMU nel periodo natalizio, inoltre, ha condizionato l’atteggiamento di molti consumatori”.

“Per le categorie che hanno sofferto maggiormente in questa fase – conclude Casabianca – confidiamo ora nella possibilità offerta dai saldi di fine stagione che inizieranno il prossimo 5 gennaio. Una grande opportunità che molti consumatori stanno aspettando anche se sono sempre più numerose le attività commerciali che hanno avviato operazioni promozionali prima del Natale”.

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