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Cassa integrazione in calo, la Uil: "Ma solo perché è più costosa e complessa"

Il rapporto UIL di giugno 2016 sulla cassa integrazione, segna un calo delle ore, "un dato che una lettura superficiale, può portare a valutazioni errate", rileva la Uil cesenate

Il rapporto UIL di giugno 2016 sulla cassa integrazione, segna un calo delle ore, “un dato che una lettura superficiale, può portare a valutazioni errate”, rileva la Uil cesenate. Nella Provincia di Forlì Cesena, i dati del primo semestre 2015, segnano 3.314.803 ore contro 2.785.846 ore nel primo semestre 2016, con una diminuzione del 16%. Mentre sugli scostamenti mensili, registriamo 779.413 ore a maggio 2016 e 493.480 ore a giugno 2016, con una diminuzione del 36,7%. 

Per la UIL il dato risente “negativamente delle novità legislative, che aumentando complessità, costi, e diminuendo tempi e modalità di utilizzo, limitano l’accesso agli ammortizzatori. Ne consegue che non si tratta di una ripresa del sistema produttivo, perché le minori ore di cassa integrazione solo marginalmente diventano nuova occupazione, piuttosto segnalano, cessazioni di aziende, licenziamenti e l’abuso abnorme e indiscriminato dei voucher”.

Ed ancora: “Lo stallo nell’occupazione e nei consumi è certificato dalla bassissima crescita del Pil e dalla stagnazione sui prezzi. Sulla paventata micro ripresa occupazionale, ha influito il grande quantitativo di sgravi contributivi per le nuove assunzioni, sgravi poi ridotti fortemente dal 2016, con ricadute che nei prossimi anni, in assenza di una auspicabile e reale ripresa economica, potrebbero mostrare l'inganno, ovvero la facilità con cui è ora possibile licenziare senza giusta causa. Una crisi produttiva e occupazionale strutturale, che eccetto alcune realtà che hanno mantenuto una buona nicchia di mercato e alcuni settori come agroalimentare che tengono, colpisce in modo diffuso industria e artigianato”.

“Da segnalare poi una ripresa nell’utilizzo degli ammortizzatori nel commercio, a indicare una stagnazione nei consumi. Situazione drammatica invece per edilizia, tanto più grave considerato che si tratta di un settore di traino anche per l’indotto. Basti citare, in base ai dati delle casse edili provinciali, che siamo passati da 8.535 lavoratori nel 2008 a 4.572 lavoratori nel 2015 con una perdita di 3.963 operai, peraltro molti dei lavoratori rimasti sono in cassa in cassa integrazione. Una crisi, quest’ultima che ha evidenziato anche tutta la maldestra gestione del sistema bancario locale, di cui hanno fatto spesa, soci e azionisti nonché l’intera collettività, privati di milioni di euro di risorse, con gravissime ripercussioni sul territorio e sulla governance del sistema bancario locale. Vorremmo tutti essere ottimisti, ma si sta attuando un disegno di società dove la mercificazione del lavoro, è stata finora l’unico strumento tentato per creare posti di lavoro, con risultati peraltro fallimentari, non solo sotto il profilo della giustizia sociale, ma soprattutto sotto il profilo economico”.

“Per rilanciare sviluppo e buona occupazione, occorrono forti misure di alleggerimento fiscale per redditi fissi e la rivalutazione delle pensioni, misure fondamentali per rilanciare i consumi; servono i rinnovi contrattuali, sburocratizzazione e investimenti pubblici e privati, lotta agli sprechi veri e alla corruzione e la riforma della sciagurata legge pensionistica Fornero, che è ostaggio di promesse governative ma di nessuna iniziativa concreta. Anche nei territori mancano misure per lo sviluppo, ovvero un progetto futuro di lungo respiro, che miri alla costruzione, adeguamento è messa in rete delle infrastrutture strategiche per attirare investimenti e lavoro. Abbiamo assistito all'assenza totale di attenzione sulla sciagurata situazione delle banche, unica nota positiva, la ipotizzata costruzione di un nuovo ospedale che la UIL di Cesena vede con favore. La politica, ha un ruolo importante che sta esercitando, al minimo del gas, occorre un deciso cambio di passo”.

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