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Carrozzieri, 17mila imprese a rischio: il Pd invoca l'intervento del governo

Così facendo, quindi, non solo si “lede la libertà di scelta dei consumatori impedendo ai cittadini di esercitare l’opzione di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dalla propria officina di fiducia” ma si impedisce anche di “lasciare il credito di risarcimento assicurativo al proprio carrozziere

Sono 17mila le imprese artigiane che operano nel settore della riparazione dei veicoli e 60mila addetti a rischio. Nel piano “Destinazione Italia” presentato dal ministero dello Sviluppo economico sono previste alcune norme in materia di assicurazioni per veicoli che finiscono per “rendere di fatto obbligatorio, senza motivazione, il risarcimento in forma specifica, vale a dire obbligano a far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione”, arrivando così a “mettere fuori gioco molte migliaia di carrozzerie che hanno individuato nella propria indipendenza imprenditoriale la scelta strategica di mercato”.

A lanciare l’allarme è una risoluzione presentata da Damiano Zoffoli (primo firmatario), Tiziano Alessandrini e altri consiglieri dei gruppi Pd, Fds e Sel-Verdi che chiede all’esecutivo regionale di attivarsi nei confronti di Governo e Parlamento affinché modifichino il decreto legge.
E proprio mercoledì mattina le Associazioni dei carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani, che rappresentano 14mila carrozzerie delle 17mila operanti sul mercato hanno organizzato una manifestazione nazionale, svoltasi a piazza Montecitorio.

“L’obbligo del risarcimento in forma specifica presenta margini di incostituzionalità”, avvertono i Consiglieri firmatari, che sottolineano inoltre come il piano “prevede senza alcuna giustificazione la facoltà per l’assicurazione di prevedere all’atto della stipula del contratto di assicurazione e in occasione delle scadenze successive che il diritto al risarcimento dei danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti non sia cedibile a terzi senza il consenso dell’assicuratore tenuto al risarcimento”".

"Così facendo, quindi, non solo si “lede la libertà di scelta dei consumatori impedendo ai cittadini di esercitare l’opzione di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dalla propria officina di fiducia” ma si impedisce anche di “lasciare il credito di risarcimento assicurativo al proprio carrozziere affinché quest’ultimo possa effettuare la riparazione”, costringendo gli automobilisti ad anticipare le somme necessarie alla riparazione del proprio veicolo.

“Evitiamo - concludono Zoffoli e Alessandrini – di mettere a rischio 60mila addetti del settore e di fare l'ennesimo regalo alle compagnie assicurative che, operando in un contesto di fatto privo di concorrenza, nel corso degli ultimi anni hanno aumentato i costi delle polizze del 245% mentre i sinistri, e dunque i risarcimenti, sono calati del 40%”.

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