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Assemblea degli azionisti CRC, contestata l'Opa: rispondono i vertici della banca

L'assemblea degli azionisti della Cassa di Risparmio di Cesena ha approvato il bilancio 2017 dell'istituto bancario, quello riferito all'annualità precedente al subentro di Credit Agricole

L'assemblea degli azionisti della Cassa di Risparmio di Cesena ha approvato il bilancio 2017 dell'istituto bancario, quello riferito all'annualità precedente al subentro di Credit Agricole – Cariparma nella proprietà per oltre il 95% , scattato nel 2018. Si segnala, come era prevedibile, una chiusura di bilancio ancora una volta in passivo, per 104 milioni, a cui si sommano altri 60 milioni provenienti da rettifiche nel 2016. A pesare su questo passivo sono ancora una volta le sofferenze bancarie.

All'assemblea erano presenti 216 azionisti. Il bilancio è stato approvato dal 99,92% delle azioni rappresentate in assemblea (quindi Credit Agricole, le Fondazioni bancarie e altri azionisti), mentre alcuni piccoli azionisti hanno votato contro (per lo 0,04% delle azioni) o astenuti (0,04%). Ma non è stato il bilancio dell'anno scorso il tema sicuramente più dibattuto.

Al Carisport, dove si teneva l'assemblea giovedì mattina, ci sono stati 7 interventi tra cui quelli di Davide Fabbri e Franco Faberi, coordinatore e consulente del comitato risparmiatori che raggruppa oltre 600 piccoli azionisti che si sono ritrovati di fatto azzerati i loro risparmi investiti in azioni della banca storica della città. Faberi, nel suo intervento, ha contestato l'Opa (per la quale Credit Agricole ha destinato circa 4 milioni di euro, mentre altri 16 sono destinati ad analoghe operazioni sulle altre due banche nella stessa situazione, Carim di Rimini e Cari San Miniato in Toscana). Per Faberi, infatti, l'acquisizione delle azioni al costo di 0,50 euro e la successiva incorporazione della banca cesenate permettebbe a Credit Agricole di ottenere un vantaggio fiscale di 120 milioni di euro in 15 anni, per effetto di una legge che permette la compensazione tra perdite e futuri guadagni in caso di acquisizione di banche in crisi.

Anche Davide Fabbri ha preso la parola, chiedendo perché le tre Fondazioni bancarie che prima detenevano il controllo dell'istituto sono rimaste fuori dall'Opa. A questa domanda hanno preso parola i vertici di CRC spiegando che con le fondazioni si sta studiando una forma di partnership per permettere loro di continuare nel loro ruolo sociale di sostenere socialmente e culturalmente il territorio locale. 

Il presidente Giancarlo Forestieri e il direttore generale Massimo Tripuzzi, infine, hanno elencato le azioni onerose per il salvataggio delle tre banche tra cui quella di Cesena, tra cui la ricapitalizzazione di Credit Agricole Cariparma per effettuare l'operazione in sicurezza finanziaria, i 130 milioni utilizzati per comprare le banche (a fronte di situazioni analoghe in cui le banche sono state acquisite a 1 euro simbolico), la tutela degli obligazionisti, i fondi destinati all'Opa e gli investimenti per far ripartire subito l'operatività delle banche entrate nella galassia francese.

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