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Artigiani cesenati delusi: "Imprese bloccate, questa è una fase uno bis"

“Ancora una volta nel dispositivo annunciato dal capo del Governo mancano provvedimenti chiari e che tengano conto della realtà effettiva in cui si trova il Paese”

Secondo Confartigianato il decreto sulla fase due annunciato dal  premier Conte domenica sera è una delusione e provocherà gravi danni
aggiuntivi alle imprese anche del nostro territorio. “Ancora una volta - rimarca il segretario di Confartigianato Cesena Stefano Bernacci - nel dispositivo annunciato dal capo del Governo mancano provvedimenti chiari e che tengano conto della realtà effettiva in cui si trova il Paese”.

“Altro che fase due - stigmatizza Bernacci -: qui siamo alla fase 1bis. Neppure a quella uno e mezzo. Quel che sconcerta è che, stando a
provvedimenti adottati,  sembra che non ci conoscano la morfologia del territorio e la struttura del sistema economico. Si continua infatti a
pensare ad un Italia fatta di grandi città con problemi di mobilità e assembramento dimenticando che siamo il Paese dei novemila comuni
sopratutto di piccola dimensione. Si pensano a protocolli per la grande impresa non tenendo in alcuna considerazione le peculiarità di un imprenditoria diffusa fatta al 50% di imprese individuali e al 90% sotto i cinque addetti. Si ignora il profondo senso di responsabilità degli
imprenditori che lavorano insieme ai propri collaboratori e che stanno già adottando dispositivi di protezione e modelli organizzativi idonei a garantire la sicurezza”.

“Come Confartigianato - aggiunge il segretario Bernacci - diciamo che e giustamente nella fase due si comincia ad aprire, vanno evitate
scelte cervellotiche. Non si  riesce ad esempi a capire perché un centro commerciale dove si aggregano migliaia di persone è meno pericoloso di una parrucchiera che serve e gestisce dieci persone al giorno. E’ giusta la preoccupazione per la salute ,ma si dimentica che dopo due mesi abbiamo cominciato a convivere con il virus e ad adottare le misure di contenimento. Evitiamo allora che all'emergenza sanitaria segua un'emergenza economica e sociale ancora più drammatica.  Dietro alle chiusure ci  sono imprese sera reddito e senza lavoro, ci sono drammi di persone che non possono provvedere alle esigenze delle proprie famiglie e che rischiano di perdere tutto. Anche qui nel nostro territorio cesenate ci sono tante piccole imprese ferme ai box. Altro che elemosina dei 600 euro. La politica deve smettere di nascondersi dietro a pareri tecnici autorevoli fin che si vuole, ma che considerano soltanto un aspetto della vicenda. Confartigianato chiede coraggiose, non temerarie ma coraggiose sì, chiare e tempestive e sopratutto che si smetta di considerare le persone come bambini stupidi ai quali bisogna continuamente ricordare cosa possono fare”.

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