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Economia

Agenda digitale, la sfida delle Regioni

Ridurre le disuguaglianze nella disponibilità e nell'uso delle nuove tecnologie. E' la sfida a cui tutte le Regioni italiane sono chiamate a rispondere

Ridurre le disuguaglianze nella disponibilità e nell’uso delle nuove tecnologie. E’ la sfida a cui tutte le Regioni italiane sono chiamate a rispondere, dopo che il 13 dicembre scorso è stato convertito in legge il “Decreto Crescita 2.0”, il provvedimento sulla cosiddetta Agenda Digitale Italiana che rappresenta il collegamento finora mancante tra la strategia europea e le esperienze ad oggi maturate a livello nazionale e regionale.  

Se ne è parlato nel convegno “Agende digitali – Una sfida per le Regioni”, a cui hanno partecipato Alfredo Peri, assessore regionale alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali, Patrizio Bianchi, assessore regionale a Scuola e Formazione, Gabriele Falciasecca, presidente di Lepida Spa, Oscar Cicchetti Strategy Telecom Italia Spa, Nicola Barone Strategy – Progetti Territoriali Telecom Italia Spa, Lorenzo Broccoli, direttore generale Regione Emilia-Romagna, Gianluca Mazzini, direttore generale Lepida Spa, Agostino Ragosa, direttore generale Agenzia per l’Italia Digitale.

Temi cardine delle agende digitali regionali, come peraltro previsto nell’agenda digitale europea, sono la lotta al “digital divide”, cioè la riduzione del divario nella disponibilità di connettività, nelle conoscenze delle nuove tecnologie informatiche e nella promozione e diffusione dell’uso della rete.  “E’ arrivato il momento di costruire una nuova solidarietà tra i livelli di governo, che viva sulla complementarietà e dia fiducia ai cittadini, con risultati tangibili – ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture materiali e immateriali Alfredo Peri – L’Agenda Digitale può diventare sinonimo di buona amministrazione, dove sia a livello centrale che locale si collabora per servizi univoci e usabili, con ruoli distinti e precisi. Per far questo le Regioni devono essere disponibili alla necessaria funzione di sintesi, portando visione e fabbisogno di tutti i territori e le Agende Digitali sono lo strumento raggiungere gli obiettivi condivisi”.

La Regione Emilia-Romagna ha maturato una vasta esperienza in ambito di Agenda Digitale e oggi si trova nel pieno della propria programmazione in ambito di società dell’informazione. Nel Piano Telematico dell’Emilia-Romagna per la prima volta vengono definiti ed individuati, in coerenza con le indicazioni a livello europeo, quattro nuovi diritti di cittadinanza digitale.

Il primo è il diritto di accesso alle reti tecnologiche, che prevede progetti e iniziative per contrastare il digital divide, attraverso la fornitura e la diffusione delle infrastrutture di rete e connettività, specie nei territori di montagna e nelle altre aree considerate non sufficientemente appetibili dagli operatori di mercato. Il secondo riguarda l’accesso all’informazione e alla conoscenza, con progetti e iniziative che contrastano il cosiddetto ‘knowledge divide’, ossia il divario di competenze e di saperi che limitano l’utilizzo delle nuove tecnologie, specie da parte di alcune categorie sociali, come i pensionati, le casalinghe, le persone disoccupate, i cittadini stranieri.

Tra i diritti di cittadinanza digitale anche il diritto di accesso ai servizi alla persona e alle imprese, iniziative che puntano a creare un back office digitale integrato delle pubbliche amministrazioni emiliano-romagnole, e il diritto di accesso ai dati per favorire la piena affermazione dei principi di accesso e di trasparenza amministrativa, attraverso il rilascio da parte delle pubbliche amministrazioni di open data in formati aperti, immediatamente comprensibili, processabili e riusabili da parte di chiunque interessato a farlo.  A questi quattro diritti digitali si aggiungono azioni in materia di intelligenza diffusa nel territorio urbano, progetti e iniziative per integrare le infrastrutture e i servizi già esistenti, o da realizzare, e creare nuovi sistemi, soluzioni e applicazioni che permettano di migliorare e rendere più sostenibile la qualità della vita nelle città.

 “Il mondo delle nuove tecnologie della comunicazione apre inedite possibilità non solo per creare nuove comunità virtuali, ma anche per rendere più efficaci e trasparenti le relazioni fra cittadini e amministrazioni, in un nuovo patto sociale in cui il territorio si rianima e nel contempo si consolida e si apre – ha spiegato l’assessore regionale alla Scuola e Formazione Patrizio Bianchi - La disponibilità di reti veloci rendono possibili interconnettività fra persone e gruppi, così da rendere disponibili modi innovativi di “fare scuola”. La Regione ha da tempo avviato una opera di infrastruttura intelligente del territorio e nel contempo di nuovi approcci didattici per superare rischi di esclusione e separazione sociale e per generare percorsi di apprendimento fra giovani che debbono vivere in un mondo tanto più complesso”

Uno dei principali ambiti di intervento dell’innovazione digitale è quello legato alla disponibilità di accesso alla rete. La Regione Emilia-Romagna lavora da tempo attraverso la sua società in-house Lepida Spa, e in alcuni casi con anche la collaborazione di Telecom Italia Spa, ad azioni di contrasto al “divario digitale”. L’Agenda digitale europea pone come obiettivo quello di raggiungere nel 2013 il 100% della popolazione con 2 megabit per secondo (l’unità di misura che indica la velocità di trasmissione dei dati su una rete informatica), nel 2020 di dotare tutta la popolazione con una connessione di 30 Mbps per secondo, utilizzati da almeno il 50% delle persone. La Regione Emilia-Romagna attraverso LepidaSpA ha definito un piano di azione, tecnologicamente neutrale, per l'azzeramento del digital divide entro il 2013 sul territorio regionale. Attualmente in Emilia-Romagna vi è una copertura netta ADSL+Radio superiore ai 2 Mbps per il 96,99% della popolazione.

L’investimento complessivo sul nostro territorio per infrastrutture fibra e radio già realizzate è stato ad oggi di 27,6 milioni di euro. Altre due azioni sono in corso, una finanziata con i fondi FEASR per le aree rurali e una (Dorsale SUD Radio) con fondi regionali: arriveranno a portare la connettività a ulteriori 112 mila cittadini. La collaborazione tra RER, LepidaSpA e Telecom Italia è formalizzata in un accordo alla sue seconda edizione, che tra l’altro ha lo scopo di programmare interventi per portare la banda larga in zone scoperte: è pianificata la realizzazione di 144 centrali entro il 2014, di cui 110 già realizzate.

LepidaSpA in sinergia con le Province e Comuni Soci, opera per collegare in fibra gli istituti scolastici, offrendo connettività in Banda ultralarga da 1Gbps a 107 istituti scolastici, già connessi in fibra ed attivati. Altri 24 istituti scolastici sono già stati dotati dell'infrastruttura, e in corso di attivazione, mentre ad altri 100 istituti scolastici l'attivazione è prevista tra 2013 e 2014.

Per completare efficacemente la realizzazione delle infrastrutture territoriali, anche a prova di futuro, saranno necessari ulteriori investimenti in fibra su ulteriori 80 aree, per un costo di circa 16 milioni, mentre per garantire l'accesso sarà necessario un ulteriore investimenti di 30 milioni di euro. MISE e Regione stanno predisponendo un piano congiunto di intervento, capace di porre a sistema: le risorse messe a disposizione da Regione, quelle messe a disposizione dal DL 179/2012 (Crescita 2) e quelle acquisibili.

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