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Acconciatrici ed estetiste in pressing su Regione e parlamentari: "Anticipare la riapertura"

Gli artigiani del benessere bloccati nel loro da oltre cinquanta giorni reputano la data del 1° giugno per la riapertura prevista nella fase due troppo lontana

Confartigianato sta premendo sulla Regione per far sì che possa attivarsi per anticipare la riapertura delle attività del benessere di acconciatura ed estetica e ha inviato una lettera ai parlamentari locali per abbracciare la causa di acconciatrici ed estetiste bloccate nel lavoro sino al 1° giugno, stando a quanto annunciato dal premier Conte per l’inizio della fase 2. Oggi si si è tenuto il consiglio regionale di Confartigianato Emilia Romagna al quale hanno preso parte anche la presidente cesenate di Confartigianato Benessere Sandra Castori e Arnaldo Francisconi, acconciatore e dirigente storico dell’associazione.

“Gli artigiani del benessere bloccati nel loro da oltre cinquanta giorni - affermano - reputano la data del 1° giugno per la riapertura prevista nella fase due troppo lontana -. Ci siamo messi a disposizione per individuare modalità per poter consentire lo svolgimento delle attività nella assoluta sicurezza ma non è stato preso in considerazione: forse non è stato ritenuto importante apprendere che il lockdown abbia consentito a centinaia di operatori abusivi e irregolari di girare di casa in casa, aggravando una piaga già preoccupante. Non è importante, evidentemente, che chi opera abusivamente mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini o svolge la propria attività in spregio ad ogni regola e nella perfetta oscurità fiscale".

“Per gli operatori regolari del nostro settore - aggiungono -  è stato difficile affrontare il sacrificio di chiudere tra i primi ma responsabilmente abbiamo accolto le disposizioni del dpcm dell’11 marzo. È difficile ora accogliere con tranquillità questo ulteriore slittamento. Con senso di responsabilità abbiamo elaborato e presentato tempestive e dettagliate proposte al Ministro dello Sviluppo Economico su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia, igienizzazione. Proposte che penalizzano fortemente le possibilità di ricavo delle imprese, ma tuttavia indispensabili. Purtroppo non abbiamo ricevuto alcuna risposta. La categoria è  comprensibilmente esasperata e sta pensando a forme di protesta. Bisogna fare di tutto per anticipare l’apertura delle attività”.

“E’ inaccettabile - mette  luce il Grippo di Presidenza di Confartigianato Cesena - che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa nostre attività, con tutto il rispetto per i musei che non scappano, che non possono essere fruiti dagli stranieri e che non rischiano il fallimento. Del resto, al 1° giugno cosa potrebbe essere fatto di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? Confartigianato incontrerà a breve l’assessore Regionale Colla per ribadire la richiesta di anticipare l'apertura. Il 1° giugno è terribilmente lontano. La Regione Emilia Romagna si è dimostrato interlocutore attento a coniugare la questione sanitaria con quella economica, come ha già dimostrato per i comparti di automotive, gelatieri e pasticceri”e auspichiamo una efficace interlocuzione".

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