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Cronaca

Il vento caldo scioglie tutta la neve in quota: scatta l'allerta meteo

Salgono le possibilità dell'arrivo di un'ondata di freddo particolarmente intenso a partire dal prossimo fine settimana. Si tratta di una tendenza ancora da confermare

Dall'inverno dell'Epifania all'alito primaverile di domenica. Tutto in pochi giorni. Cancellata in poche ore tutta la neve caduta abbondante mercoledì scorso sui rilievi cesenati. La causa è da attribuire alle umide e miti correnti atlantiche, che hanno determinato una clamorosa impennata delle temperature: a Sarsina la massima è stata di 16,5°C, mentre solo mercoledì scorso non si andava oltre i 3°C. La Protezione Civile dell'Emilia Romagna ha attivato un'allerta meteo per vento per le prossime 30 ore.

Viene spiegato dagli esperti: "Un flusso di origine atlantica di direzione sud occidentale, sostenuto dalla corrente a getto in quota, interesserà la nostra regione. La ventilazione sarà di intensità forte sui rilievi, con vento medio dell'ordine di 70-80 km/h e raffiche fino a 100-110 km/h. Nelle zone di alta e media collina i valori di intensità del vento saranno inferiori, con vento medio dell'ordine di 50-60 km/h e raffiche fino a 70-80 km/h. Venti di garbino con valori simili interesseranno la costa romagnola. I fenomeni dimuinuiranno progressivamente nel corso della giornata di lunedì". Martedì e mercoledì il cielo si presenterà prevalentemente sereno o poco nuvoloso, con temperature ancora al di sopra della media climatologica. Da giovedì entreranno correnti fredde, con possibilità di deboli precipitazioni.

Salgono le possibilità dell'arrivo di un'ondata di freddo particolarmente intenso a partire dal prossimo fine settimana. Si tratta di una tendenza ancora da confermare, ma i principali modelli matematici, sia quello americano che quello europeo, inquadrano da venerdì la graduale irruzione di aria gelida siberiana, in particolar modo lungo il versante Adriatico, compresa la Romagna. Il tutto favorito dall'elevazione del promontorio anticiclonico subtropicale verso le latitudini settentrionali. Ancora da definire i risvolti nevosi: tutto dipenderà dalla formazioni di minimi depressionari.

Chiarisce Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com: "Secondo il modello americano avremmo una normalissima fase fredda come ce ne dovrebbero essere almeno 3-4 in ogni inverno e che ormai sono diventate merce rara. Secondo il modello europeo si tratterebbe di una fase fredda più severa, anche se non particolarmente lunga, ma che porterebbe a temperature decisamente al di sotto della norma. Non ci sarebbero però particolari analogie col febbraio 2012, poiché allora l'origine della massa d'aria era diversa e tra le più fredde possibili in arrivo sulla nostra penisola (anche se non ci colpì in pieno). Infatti in quella circostanza il blocco di aria gelida partì addirittura dalla Mongolia e compì un lungo percorso retrogrado fino a farla arrivare prima in Russia e poi in Europa".

Aggiunge Randi: "Dall'analisi del modello europeo si tratterebbe di una massa d'aria inizialmente in distacco dal circolo polare artico (aria artica marittima) che poi, stazionando a lungo nelle zone continentali dell'Europa orientale, tenderebbe a raffreddarsi sensibilmente anche nei bassi strati
perdendo gradualmente la componente marittima. Sarebbe comunque molto fredda, ma non ai livelli del 2012. Ovviamente per la determinazione di temperature al suolo particolarmente basse concorrono molti fattori a scala locale: infatti nel 2012 a causa della frequente copertura del cielo e venti sostenuti non si arrivò ai valori osservati in altre annate famose. Ma in aree come quelle piemontesi, che ebbero diverse nottate serene e con poco
vento, si arrivò ai livelli del 1956, e le potenzialità della massa d'aria furono le stesse".

Rischio neve? Chiarisce l'esperto meteo: "Nell'ipotesi del modello europeo, che tendenzialmente ha una 'verification' tra le migliori", si tratterebbe di una fase fredda ma sostanzialmente secca, e quindi in assenza di copertura nevosa al suolo i valori non potrebbero scendere più di tanto; al più potremmo avere qualche nevicata da stau su rilievi appenninici e settore pedecollinare e qualche rovescio di neve sulla costa; anche se è molto prematuro ragionare ora sulle eventuali precipitazioni". In conclusione il meteorologo-climatologo suggerisce che "è meglio tenere le antenne dritte perché pur in assenza di un replay del 2012 sarebbe comunque una irruzione seria. Certamente sulla magnitudine dell'ipotetico episodio rimane un grado di incertezza ancora alto e dovranno passare ancora 48-72 ore almeno prima di avere un quadro chiaro, ma è alquanto probabile che la prima vera irruzione fredda dell'inverno 2015-2016 abbia buone probabilità di verificarsi".

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