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Cronaca

"Don Matteo" blocca gli usurai: in manette anche un cesenate

Il provvedimento, richiesto dal sostituto procuratore Giacomo Forte e firmato dal giudice per le indagini preliminari, è stato eseguito mercoledì mattina

Usura, estorsioni e false fatturazioni. Queste le accuse che hanno portato in manette un cesenate nell'ambito dell'operazione "Don Matteo", condotta dai Carabinieri di Reggio Emilia. Il provvedimento, richiesto dal sostituto procuratore Giacomo Forte e firmato dal giudice per le indagini preliminari, è stato eseguito mercoledì mattina. L'attività investigativa è stata possibile grazie anche alla collaborazione della Fondazione Antiracket San Matteo Apostolo di Bologna.

In manette, oltre al cesenate, sono finite altre sette persone. Secondo quanto accertato dagli investigatori, gli indagati sarebbero stati i protagonisti di diversi episodi di usura e di estorsione, in particolare di quello dell'imprenditore reggiano, che ha subito numerose minacce dopo aver accumulato con tassi di interesse veritiginosi un debito di un milione di euro con gli aguzzini.

Insieme a questi episodi, è venuto a galla anche un giro di fatture false, utilizzato dagli usurai, con la complicità di alcuni imprenditori locali, per “pulire” il denaro sporco. Secondo gli inquirenti, inoltre, sarebbero emersi collegamenti fra gli indagati e la criminalità mafiosa, in particolare con i clan camorristici Cava di Avellino e Pagano di Nocera, oltre che con un soggetto imputato nel processo Aemilia poiché facente parte della cosca Grande Aracri protagonista degli affari ndranghetisti in regione.

   

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