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Cronaca

Una vita con gli adolescenti nelle medie: "Per scuola e giovani è cambiato tutto"

Il professore Maurizio Mastrandrea in questi anni ha portato il teatro a scuola, quest'anno finisce la sua carriera scolastica e si racconta

Personaggio eclettico, intellettuale che ama mettersi in gioco anche su un palco. Capace di scherzare ma che quando è l'ora di essere seri, come capita in certi momenti in classe con gli adolescenti di oggi, mantiene il ruolo in modo naturale, autorevole, mai autoritario. Il professore Maurizio Mastrandrea in questi anni è diventato il Professore con la P maiuscola, sia per i successi ottenuti nei vari concorsi insieme ai ragazzi della Scuola media "Via Pascoli" che per aver dato la spinta iniziale a creare una compagnia teatrale di scuola, quest'anno finisce la sua carriera scolastica. Dal prossimo anno sarà in pensione, ma, come ci racconterà sarà una pensione per modo di dire...

Professore Mastrandrea quanti anni sono di insegnamento? Ha insegnato sempre alle medie, quali materie?
"Ho iniziato piuttosto tardi ad insegnare dopo l’esperienza nella ditta di maglieria di mio padre. Il cammino è stato tortuoso. Dal 1986 ci sono state le scuole private dove mi occupavo della preparazione agli esami di maturità congiuntamente al recupero di anni scolastici. Nella provincia di Rimini ho svolto il periodo pre-ruolo alle scuole superiori di ogni tipo, dai professionali ai licei, fino a quando nel Concorsone del 2000 ho vinto la cattedra, ma il posto che ho dovuto accettare era nell’Istituto Secondario di Primo grado di Soliera, in provincia di Modena. Trovarmi dalle superiore alle medie è stato traumatico, ero sicuro che avrei chiesto subito il trasferimento per ritornare alle superiori, ma le cose sono andate diversamente, dovevo rinunciare alle letteratura, che amavo, ma potevo fare qualcosa di più insegnare la vita in una fase evolutiva in cui l’incidenza educativa aveva un maggior peso. Ho fatto questa scelta e in questi anni ho insegnato Italiano, Storia. Geografia e Teatro.

Per l'appunto il teatro. Quando è arrivata questa passione?
Pur avendo fatto rare esperienze di progetti teatrali sia alle superiori che a Borello, dove ho avuto il primo incarico nella provincia di Forlì Cesena, il Teatro è iniziato presso l’Istituto Secondario di Primo Grado” Via Pascoli” ed in particolare nel plesso di” San Domenico” dove tuttora opera la Compagnia Teatrale di Istituto “Cuori in Scena”, fondata dalla Dirigente Sabrina Rossi e da me nel 2007. L’idea mia e della Dirigente era di fare del teatro un percorso curriculare triennale e non un’esibizione, per cui era necessario puntare su obiettivi formativi e sulla partecipazione dell’intera classe, bisognava insegnare ad essere, non a recitare, capire la vita attraverso la finzione, con ironia, sensibilità, partecipazione, autostima. E’ stato un successo, faticoso, spesso totalizzante, ma estremamente efficace. 


Questo è l'ultimo anno di una carriera a stretto contatto coi ragazzi. L'educatore non è un lavoro così semplice... ora arriva la domandona: come sono cambiati, in questi ultimi 20/30 anni, i ragazzi, la scuola e i genitori?

"E' cambiato tutto. I bambini-ragazzi sono l’equivalente dei ragazzi del biennio delle superiori di 20-30 anni fa pur non avendone la maturità. Vivono in una società completamente diversa e ne usufruiscono i vantaggi ma ne pagano le repentine trasformazioni. La scuola non è la “buona scuola” che si vorrebbe per la congenita mancanza di finanziamenti e personale sia educativo, insegnanti di sostegno, personale ata, sia amministrativo, segreterie oberate di lavoro. Troppo è lasciato alla buona volontà degli operatori in particolare docenti (con buona pace della leggenda metropolitana degli “ insegnati fannulloni”). Per i genitori va fatto un discorso a parte. Molti sono collaborativi e propositivi, purtroppo altri sono invasivi soprattutto per questioni insignificanti:  non riescono ad accettare la realtà, proiettano i loro problemi sui figli e di conseguenza accusano la scuola, rispondono con spropositate elargizioni di denaro e di tecnologia rendendo a volte vano il processo formativo scolastico".

Teatro o italiano? Cosa le è piaciuto di più insegnare? O dove finisce uno inizia l'altro?

"Non c’è differenza, il compito di un docente è quello di attrarre l’attenzione per fornire competenze, si può insegnare italiano facendo teatro, si può fare teatro insegnando italiano".

Quali sono i valori più importanti che ha trasmesso ai ragazzi e avrebbe piacere che li portassero con loro. Ne dica solo tre, i più importanti...
"Convivenza civile, fiducia in sé stessi, accettazione della sconfitta come appoggio per potersi rialzare".

La sua sconfitta più grande e la sua vittoria più bella nella scuola?
"Aver visto alcuni ragazzi perdersi e perdere ciò che avevo tentato di trasmettergli. Vittorie tante ma la più importante è aver vissuto a San Domenico gli anni più belli della mia vita professionale e umana".

E' più bello fare teatro coi ragazzi o con gli adulti (Mastrandrea, insieme a Monica Briganti, ha la compagnia "Il Teatro delle Lune")?
"Naturalmente sono più cocciuti gli adulti!!!!"

Ha finito in bellezza con un premio della Biblioteca Malatestiana... ma quanti ne ha vinti coi suoi ragazzi?
"Veramente tanti e importanti, dai premi per la lotta all’A.I.D.S. ( 3 nazionali), ai premi ( Livio Tempesta - 2 volte - alla medaglia della Presidenza del Consiglio ( 3 volte primo premio per il teatro con alunni diversamente abili), e altro...Se non sbaglio abbiamo portato alla nostra scuola finanziamenti per circa 25.000 euro. Non ho sbagliato usando il plurale perché in ogni premio c’è un grado lavoro che non emerge e di cui io godo i frutti: in primis il lavoro della Dirigente Sabrina Rossi, fondamentale per il confronto delle idee e per la formulazione dei progetti".  

Il prossimo anno sarà ancora sul palco per stare con loro. Progetti futuri sia con la scuola che personali.

"E’ mia intenzione, continuare da esterno per finire il percorso per la futura 3 t e 2 t, anche perché stanno preparando due mie spettacoli tratti dal mio volume cinque copioni in scena, edito da Il ponte Vecchio che ho pubblicato l’anno scorso. Spero di riuscire a organizzare due corsi per gli studenti delle superiori: uno di base, uno avanzato con piccolo saggio finale. Proporrò ad una scuola superiore un progetto sull’Olocausto, e ho in mente un altro particolare copione. Darò il mio contributo agli “ Amici della Biblioteca Malatestiana”, in particolare seguendo per le scuole medie il progetto “La malatestiana fra spazio e tempo”. E chissà che altro.. Credo debba rinunciare a fare la maglia davanti al caminetto".

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