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Cronaca

"L’Europa unita è già in casa nostra: da Roma arrivi un nuovo slancio per rafforzare il percorso comune"

Vennero firmati il 25 marzo 1957 ed istituirono la Comunità Economica Europea (Cee) e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (Euratom)

Si celebra sabato il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Vennero firmati il 25 marzo 1957 ed istituirono la Comunità Economica Europea (Cee) e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (Euratom). Appare ben evidente nel preambolo del trattato della Cee l’obiettivo politico di fondo al centro dei pensieri dei “padri fondatori”, determinati a “porre le fondamenta di un’unione sempre più stretta fra i popoli europei” e a considerare dunque tali trattati economici come il primo passo di un’unione politica. Emergeva inoltre chiaramente il desiderio di continuare la costruzione di un’Europa pacificata dopo la dura prova delle due guerre mondiali, un desiderio che aveva già portato alla creazione della Ceca e che adesso si concretizzava ulteriormente con i Trattati di Roma.

Nel corso del tempo nuove sfide si sono presentate al crescente numero degli Stati Membri della Cee e dell’Ue. Il progressivo allargamento della Cee e dell’Ue e l’evoluzione di una classe politica che ha visto diminuire la componente federalista, unitamente all’aumentare dell’euroscetticismo fra le popolazioni europee, hanno poi complicato l’evoluzione politica e istituzionale che vede oggi crescere notevoli resistenze fra gli Stati, culminate con la recente decisione del Regno Unito di lasciare l’Ue. A 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma si pone quindi l’esigenza di una riflessione sullo stato dell’arte del processo di integrazione europea, per questo ci proponiamo di celebrare un avvenimento fondamentale per le nostre vite, ma attraverso un convegno che ci possa aiutare a conoscere e valutare sino in fondo i risultati sin qui conseguiti e le prospettive che si aprono per il futuro.

"Questo anniversario arriva in un momento molto delicato: la Brexit, che tra poco porterà il Regno Unito fuori dall’Ue, le spinte nazionalistiche che stanno emergendo in molti Paesi, la crisi economica, la minaccia del terrorismo, i flussi migratori dal sud del mondo - afferma il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi -. Proprio per questo è più che mai necessario che le celebrazioni non si limitino a una mera commemorazione, sul filo del ricordo e della retorica. Occorre, piuttosto – come hanno auspicato tanti in questi giorni, a cominciare dal Primo Ministro Paolo Gentiloni – che si trasformino in un nuovo atto fondativo, per dare un nuovo impulso all’Unione Europea e metterla nelle condizioni di affrontare questo quadro complesso nel modo migliore. E per farlo bisogna recuperare i valori basilari di solidarietà, di dialogo, di cooperazione".

"A Cesena ne siamo convinti: non a caso si è espresso in questo senso il Consiglio comunale, approvando una mozione che indica in modo preciso di condividere queste stesse sensibilità - prosegue il primo cittadino -. Spesso, in questi anni, ho verificato come, fra i cittadini comuni, fosse diffusa la sensazione che le istituzioni europee fossero burocratiche, distanti, non li riguardassero. Invece l’Europa è molto più presente nelle nostre vite di quanto crediamo: lo dimostrano la facilità con cui tutti noi possiamo viaggiare da un Paese all’altro senza restrizioni; le migliaia di ragazzi della ‘generazione Erasmus’ che hanno potuto compiere un percorso di studio all’estero; gli importanti contributi arrivati anche a Cesena a sostegno di interventi importanti (come Casa Bufalini, che sarà recuperata con i fondi arrivati, tramite la Regione Emiia – Romagna, da Bruxelles), i progetti innovativi che ci hanno coinvolto insieme a partner di diversi paesi (come il progetto InSmart per lo sviluppo di nuove politiche energetiche, che si concluderà proprio domani in Biblioteca Malatestiana). Davvero è possibile pensare che la nostra vita sarebbe migliore senza tutto questo? Io non lo credo. Anzi, il mio rammarico è che non si sia fatto di più, che ci siano stati troppi freni e rallentamenti, impendendo la crescita di un’identità europea più forte. Per questo mi auguro che domani, a Roma, l’Unione Europea riprenda il suo percorso con nuovo slancio: ne va del futuro di tutti".

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