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Cronaca

Torna in duomo il fonte battesimale: un gigante di oltre 2 metri

Ora dopo il restauro che l'ha riportato al suo antico splendore è stato riportato dentro il duomo, in un'area vicino all'ingresso, con tutta la sua portata monumentale

Da fioriera torna ad essere il grande e monumentale fonte battesimale del Duomo. Veramente difficile utilizzarlo per i battesimi, visto la sua enormità e l’altezza di due metri e mezzo. Ma si tratta di un’opera di importante valore storico, artistico e religioso e quindi è dentro il duomo che deve stare. Il fonte battesimale del 1682 che circa una sessantina di anni fa è stato portato all’esterno del duomo e qui usato come fioriera.

Ora dopo il restauro che l’ha riportato al suo antico splendore è stato riportato dentro il duomo, in un’area vicino all’ingresso, con tutta la sua portata monumentale. Hanno presentato il monumento il vescovo, monsignor Douglas Regattieri, il delegato vescovile per l'arte sacra, don Enzo Vitali, il direttore dell'ufficio diocesano di arte sacra, prof. Marino Mengozzi, la restauratrice Maria Letizia Antoniacci e Giorgio Fiore con i figli dell'omonima ditta di restauri.

LA STORIA - Il cardinale Vincenzo Maria Orsini – originario di Gravina di Puglia (vi era nato nel 1650), dapprima arcivescovo della sede metropolitana di Siponto (Manfredonia) dal 1675, trasferito a Cesena nel 1680, poi arcivescovo di Benevento nel 1686, quindi papa col nome di Benedetto XIII dal 1724 al 1730 – nel corso del suo episcopato cesenate promosse grandi lavori alla cattedrale e all’episcopio negli anni 1681-1683. Sul lato sinistro del duomo, ove era posizionato un piccolo sacello voluto dalla famiglia Tiberti e dedicato al Crocifisso, Orsini fece costruire una nuova cappella destinata ad accogliere la grande vasca battesimale, da lui commissionata a maestranze artigiane del suo paese natale. Il manufatto liturgico è munito alla base di un’epigrafe, che si legge in sequenza sui quattro specchi del piedestallo; essa recita: Frater Vincentivs Maria / Vrsinvs Romanvs ord(inis) praed(icatorvm) / S(anctae) R(omanae) E(cclesiae) Presb(yter) Card(inalis) S(ancti) Xysti / Archiepiscopvs Sipontinus / S(anctae) Caesen(atensis) Eccl(esiae) Pontifex / Gravinae / an(no) D(omi)ni mdclxxxii / excvlptvm («Fra’ Vincenzo Maria Orsini romano, dell’Ordine dei Domenicani, cardinale presbitero di santa romana Chiesa, del titolo di San Sisto, arcivescovo di Manfredonia, vescovo della santa Chiesa di Cesena. Scolpito a Gravina di Puglia nell’anno del Signore 1682»).
Nel corso della ristrutturazione della cattedrale, operata negli anni 1957-1960 dal vescovo Augusto Gianfranceschi (1957-1977), il fonte fu collocato all’esterno, nel giardinetto (sostituito da una vasca battesimale del 1541, proveniente dalla chiesa parrocchiale di Casalbono, sopra Borello, cui era stata donata dai Doria Pamphyli signori di Meldola; detta vasca è stata trasferita nella chiesa di San Domenico).

Per espresso desiderio del vescovo diocesano Douglas Regattieri ora il fonte orsiniano è stato riposizionato all’interno, nella sua originaria funzione di fonte battesimale della chiesa-madre; fra i tanti, qui furono cristiani i cesenati Giovanni Angelo Braschi e Barnaba Chiaramonti, rispettivamente futuri papi Pio VI, 1775-1799, e Pio VII, 1800-1823. Era dunque opportuno restituire dignità storica e liturgica a un arredo che veicola il valore artistico secondo i monumentali canoni seicenteschi. Senza dimenticare lo spessore dell’Orsini che lo volle, per il quale è avviato il processo di beatificazione e canonizzazione.

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