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Cronaca

"Tocchi 1, tocchi tutti": presidio dell'Adl Cobas per i delegati a processo

I due, spiega il sindacato, sono stati "molto attivi nel ciclo di lotte nella logistica a Pievesestina", in due cantieri particolarmente rilevanti per la logistica nazionale, Artoni e Centrale Adriatica

Un presidio di fronte al tribunale di Forli' per difendere le lotte sindacali, e piu' nello specifico due delegati del comparto della logistica. Lo promuove Adl Cobas Rimini per giovedì alle 10, in occasione dell'udienza per il ricorso al decreto penale di condanna che colpisce due delegati sindacali, Manila e Stefano, condannati per manifestazione non autorizzata e per oltraggio a pubblico ufficiale con un decreto penale che prevede condanne a qualche mese di reclusione e sanzioni accessorie come multe rispettivamente di 3.150 euro e 4mila euro. I due, spiega il sindacato, sono stati "molto attivi nel ciclo di lotte nella logistica a Pievesestina", in due cantieri particolarmente rilevanti per la logistica nazionale, Artoni e Centrale Adriatica.

Come ricostruisce Adl Cobas, e' passato piu' di un anno e mezzo dagli ultimi scioperi e blocchi, che hanno rappresentato "un'avanguardia nelle lotte nel territorio della Romagna, soprattutto perche' hanno fatto emergere quello che poi si e' concretizzato in questi ultimi mesi". Cioe' la crisi e il fallimento di Artoni per "debiti che si aggirano sui 133 milioni di euro" e l'indagine ai danni dei dirigenti di Centrale Adriatica. La Procura di Bologna ha infatti inviato, ad inizio aprile, 18 avvisi di fine indagine per lesioni colpose gravi a vertici e dirigenti, con il pm che contesta di "non aver valutato per anni il rischio da sovraccarico a cui erano sottoposti 56 dipendenti" della sede di Anzola Emilia, colpiti da ernie discali, tendiniti varie, sindromi del tunnel carpale e altre patologie muscolo-scheletriche.

In entrambi i casi, prosegue Adl Cobas, "attraverso i blocchi e gli scioperi spontanei abbiamo provato ad agire una leva sulle istituzioni e su quelle politiche affinche' si trovasse una soluzione e il ripristino dei diritti". Ci sono stati tre processi, "tutti archiviati dal giudice del tribunale di Forli', Lucia del Bianco". Da qui la "piena legittimita' alle pratiche di picchettaggio e blocco delle merci all'interno delle attivita' sindacali come rientranti nell'esercizio del diritto di sciopero", dicono ancora dal sindacato. La Questura, pero', non si e' fermata impugnando "uno strumento conosciuto a chi pratica il terreno dell'autorganizzazione e della lotta sindacale", il decreto penale di condanna, e provando cosi' a "riscrivere il senso di quelle lotte derubricandole a un problema di ordine pubblico con l'intento di colpire, nonostante le precedenti assoluzioni, chi ha dato corpo e voce alle giuste rivendicazioni dei lavoratori".

Da qui il presidio fuori dal tribunale di Forli' in occasione della prossima udienza, "affinche' un patrimonio di lotte e iniziative che ha avuto il merito di far emergere quanto stava per accadere sia in Artoni che in Centrale Adriatica, non venga punito ma anzi legittimato e riconosciuto come giusto e necessario per cambiare lo stato di cose presenti e ridare potere ai lavoratori e alle lavoratrici". Presto fatti dunque claim della rivendicazione, "Tocchi uno, tocchi tutti! Le lotte degne non si processano", e hastag "#MaiSchiavi #MaiSchiave". (fonte Dire)

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