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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Stranieri, la crisi colpisce anche l'immigrazione: la crescita si blocca

E' il dato sintetico più saliente che è emerso nel corso del convegno di presentazione del periodico report sull'immigrazione "I cittadini immigrati stranieri nella provincia di Forlì-Cesena", analizzato mercoledì in Provincia

E’ notevolmente rallentata la crescita della popolazione straniera residente sul territorio provinciale. E’ il dato sintetico più saliente che è emerso nel corso del convegno di presentazione del periodico report sull’immigrazione “I cittadini immigrati stranieri nella provincia di Forlì-Cesena”, analizzato mercoledì in Provincia. All’1 gennaio 2014 gli stranieri iscritti alle anagrafi dei 30 Comuni risultavano complessivamente 44.879, con un incremento dell’1,6% rispetto all’anno precedente (l’incremento medio a livello regionale è stato del 3,3%).

L’incidenza nel territorio provinciale della componente straniera sulla complessiva popolazione residente passa dall’11,1% all’11,3% (all’1 gennaio 2007 era pari al 6,8%, all’1 gennaio 2001 si attestava al 2,8%).
 
L’ANAGRAFE
La popolazione femminile straniera continua a crescere rispetto a quella maschile, raggiungendo un peso del 51,9% sul totale (fino al 2009 era al di sotto del 50%). Per quanto riguarda l’età, la popolazione straniera risulta ancora sensibilmente più giovane di quella italiana: i minorenni sono il 22,5% (stabili rispetto all’anno precedente, il picco a fine 2006 con il 24%); tra i 18 e i 35 anni si colloca il 35% (in calo), mentre tra i 36 e i 50 anni si registra il 29,3% (in lieve incremento). Nelle classi di età più adulte, in particolare dai 51 anni e ancor più nettamente per le fasce di età più anziane, le percentuali si contraggono considerevolmente, anche se gli stranieri cominciano ad ‘invecchiare’ (se all’1 gennaio 2014 il totale è pari al 13,2, all’1 gennaio 2011 si attestava al 10,4%). Come negli ultimi anni, i residenti stranieri provengono soprattutto dall’Unione Europea (29,2%, in aumento) e dall’Europa centro-orientale (27,9%, in lieve flessione); tra le nazionalità a livello provinciale, come nel 2012, ai primi posti nell’ordine Romania, Albania e Marocco.
 
PERMESSI DI SOGGIORNO
Le ragioni per cui sono stati rilasciati e rinnovati i permessi di soggiorno nel corso dell’anno sono principalmente due: in primo luogo, motivazioni di lavoro (56,6%, in calo dal 2011), in secondo luogo motivazioni legate alla famiglia (39,4%, in aumento rispetto al 2012). Le persone ricongiunte grazie ai nullaosta rilasciati dalla Prefettura di Forlì-Cesena all’1 gennaio 2013 sono state 479. Il dato conferma la tendenza degli ultimi cinque anni di un calo significativo delle persone che entrano in Italia per riunirsi ai propri familiari; presumibilmente soprattutto in ragione della crisi economica. Dall’1 gennaio 2009 all’1 gennaio 2013 vi è stato un decremento del 68,1% nel numero di ricongiungimenti familiari. Tra l’1 gennaio 2011 e l’1 gennaio 2013 è aumentata presenza di persone con permessi di lungo periodo, che nell’ultimo anno è divenuta netta maggioranza (53,5%), e tra il 2009 e il 2012 le acquisizioni di cittadinanza hanno registrato una media annua di circa 550; ciò a dimostrazione di dinamiche migratorie di stabilizzazione.
 
LA SALUTE
Le modalità di permanenza per quanto riguarda scuola, salute, casa, lavoro illustrano aspetti essenziali del processo di inserimento socio-economico. Anche se stanno emergendo differenze significative fra le varie nazionalità, la principale chiave di lettura per descrivere le condizioni di salute degli immigrati rimane il confronto con la popolazione italiana. Gli assistiti stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria, iscritti all’Anagrafe sanitaria e aventi il Medico di Medicina Generale o il Pediatra sono 19.483 nell’Ausl di Cesena e 18.400 nell’Ausl di Forlì, con un lieve aumento rispetto al 2011. Nel complesso l’85% degli stranieri (dato ricavato sui residenti) è iscritto all’anagrafe sanitaria. In linea coi dati relativi alla popolazione straniera residente, la fascia di età maggiormente rappresentata in entrambe le Ausl è la popolazione di 18-50 anni (oltre il 60%, in calo dal 2010); è stabile il numero di minori, pari a circa il 25% degli assistiti stranieri. Gli assistiti sono equamente distribuiti fra maschi e femmine in entrambe le Ausl.
 
Per quanto concerne i Paesi di cittadinanza, le prime posizioni in graduatoria sono pressoché le stesse in entrambe le Ausl: gli Albanesi sono la prima nazionalità nell’Ausl di Forlì (19%, erano al terzo posto nel 2011), seguiti da Marocchini e Rumeni (14%), Bulgari (8%) e Cinesi (5%); anche nell’Ausl di Cesena prevalgono Albanesi (19%) e Marocchini (16%); seguono Rumeni al 12%, Bulgari all’8% e Cinesi al 5% circa. Queste cinque nazionalità costituiscono più del 60% degli assistiti. Relativamente pochi e in calo sono gli stranieri registrati all’anagrafe sanitaria come STP (straniero temporaneamente presenti), il cui numero costituisce un indicatore largamente approssimato della presenza di stranieri irregolari.
 
Nel 2011 sono stati registrati 9.009 accessi di cittadini stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria (residenti e non) presso il Pronto Soccorso di Cesena e 6.942 presso quello di Forlì, per un totale di circa 16.000 accessi. Gli accessi a Cesena sono stabili rispetto al 2011, mentre nell’Ausl di Forlì vi è stato un calo (-7%). In linea generale, i dati evidenziano un maggior utilizzo del Pronto Soccorso da parte di italiani e stranieri nell’Ausl di Cesena, almeno in parte da ascriversi ai flussi turistici estivi e al lavoro stagionale. I tassi di accesso standardizzati (depurati cioè della diversa struttura per età della popolazione) rimangono significativamente maggiori per gli stranieri rispetto agli italiani sia per gli uomini sia per le donne; rispetto al 2007 si nota però una progressiva riduzione delle differenze rispetto agli italiani, sia per gli uomini che per le donne. L’analisi dei diversi codici assegnati in entrata (indicatori di un utilizzo più o meno appropriato del PS), non mostra differenze rilevanti tra italiani e stranieri: in entrambe le popolazioni prevale un utilizzo del Pronto Soccorso per problemi non urgenti.
 
Nel 2012 i ricoveri ordinari di stranieri residenti nell’Ausl di Cesena sono stati 1.973 come per l’anno precedente e 1.795 nell’Ausl di Forlì (+4% rispetto al 2011). Si tratta in prevalenza di donne (54%) anche se la percentuale è inferiore agli anni precedenti. In entrambe le Ausl la maggior causa di ricovero è rappresentata dal parto, un evento assolutamente fisiologico, che rappresenta circa il 50% dei ricoveri. Per le donne italiane la percentuale di ricoveri per questa causa è pari al 28% nell’Ausl di Cesena e al 26% in quella di Forlì. Sebbene i tassi di natalità della popolazione straniera siano decisamente più elevati, il calo delle nascite riguarda entrambe le popolazioni: i nati da almeno un genitore straniero, che in Italia hanno continuato ad aumentare fino al 2010 sostenendo la ripresa della natalità, dal 2011 mostrano una diminuzione.
 
Tra le patologie più frequenti negli uomini stranieri rispetto agli italiani si individuano nell’Ausl di Cesena le malattie dell’apparato respiratorio (16% degli stranieri contro 10% degli italiani). Nell’Ausl di Forlì tali differenze sono meno evidenti. In entrambi i territori delle Ausl viceversa i ricoveri per tumori, malattie cardiocircolatorie e del sistema osteomuscolare e tessuto connettivo sono percentualmente più rilevanti fra gli italiani. In generale gli stranieri si sentono in migliori condizioni di salute rispetto agli italiani. In Emilia Romagna, l'82% degli stranieri di età compresa tra 18 e 49 anni percepiscono in modo migliore il proprio stato di salute rispetto agli italiani (76%). In chiave prospettica, è importante segnalare che con il passare del tempo l’adesione degli stranieri agli screening cresce e la differenza con gli italiani diminuisce. Ciò sembra più evidente per alcuni screening (mammella e utero) e nelle fasce di età più giovani. L’informazione e la facilitazione dei percorsi di accesso sono cruciali nelle strategie di prevenzione, il che ribadisce l’importanza del ruolo degli operatori sanitari e della sempre maggiore familiarità con i servizi consultoriali, a cui già le donne straniere accedono con fiducia.
 
Nel complesso, è sempre più evidente il cosiddetto effetto “migrante sano”: la popolazione immigrata, relativamente più giovane rispetto a quella italiana, è in buone condizioni di salute e non si evidenziano malattie particolari. Le cause principali di ricorso all’assistenza sanitaria sono tuttora legate ad eventi fisiologici, come la gravidanza e la nascita, e ad eventi traumatici come gli infortuni sul lavoro. Come già documentato nel precedente Report, le spese sanitarie per gli stranieri sono contenute e nel complesso il consumo di beni e servizi per la salute da parte degli immigrati si rivela molto inferiore rispetto all’apporto da essi fornito al finanziamento del Servizio Sanitario attraverso i contributi fiscali e previdenziali. In sostanza, la tutela della salute della popolazione straniera presente assume sempre meno le caratteristiche di un’emergenza sanitaria. Appare, viceversa, sempre più rilevante l’azione di contrasto alle diseguaglianze di accesso ai servizi e di conoscenza in tema di prevenzione e promozione della salute; è un problema di equità distributiva e, soprattutto, di opportunità di integrazione e inclusione sociale, tutti aspetti di crescente rilevanza anche per strati sempre più ampi della popolazione italiana.
 
LA CASA
Per quanto concerne la questione abitativa, i nuclei familiari stranieri titolari di alloggi ERP nella provincia di Forlì-Cesena risultano essere, all’1 gennaio 2013, 465  (a fronte dei 456 dell’anno precedente), con un’incidenza sul totale dell’11,3%. Relativamente ai Paesi di appartenenza dei nuclei familiari stranieri assegnatari, quelli maggiormente rappresentati sono, nell’ordine, il Marocco (con oltre un terzo delle assegnazioni totali), l’Albania (15,3%) e  la Tunisia (10,8%).
Nel 2012 le richieste di una soluzione abitativa da parte di stranieri  (posto letto o alloggio per nucleo familiare) presso la Società per l’Affitto di Forlì sono state 198 (210 nel 2011), provenienti principalmente da Marocco, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Cina e Nigeria, delle quali circa un terzo accolte; presso la Fondazione per l’Affitto di Cesena sono state 123 (delle quali 16 accolte).
 
LA SCUOLA
Gli studenti stranieri iscritti presso le scuole primarie e secondarie del territorio provinciale hanno raggiunto nell’a.s. 2012/13 le 5.890 unità (con un incremento del 4,5% rispetto alle 5.638 dell’a.s. 2011/2012). Considerando gli alunni stranieri iscritti nei diversi ordini e gradi di scuola della provincia di Forlì-Cesena si arriva al 13,3% del totale degli studenti, dato superiore a quello registrato a livello regionale (12,6%) e soprattutto a quello medio dell’Italia nel suo complesso (8,8%). Le differenze fra i diversi ordini di istruzione rimangono sensibili: si passa da percentuali vicine al 15% per la scuola primaria e per la secondaria di primo grado, al 10,4% per la scuola secondaria superiore. Rispetto alla riuscita scolastica (misurata in riferimento ai tassi di promozione), si nota una certa divaricazione fra studenti italiani e stranieri a vantaggio dei primi, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado. Quanto ai percorsi di formazione professionale gestiti dalla Provincia, gli stranieri coinvolti nel corso dell’anno sono stati 1028 (pari al 15,5% dei partecipanti complessivi), a fronte degli 803 registrati nei corsi dell’anno precedente (con un’incidenza che tuttavia era del 15%).
 
Se si osserva la presenza all’università, i cittadini stranieri immatricolati nell’anno accademico 2011/2012 (ultimo disponibile) presso le facoltà dei Campus di Forlì e di Cesena sono 104 (pari al 6% di tutti gli immatricolati). Oltre due terzi (67,3%) afferiscono al polo forlivese e in particolare a Scienze politiche (33 immatricolati, pari a un terzo del totale degli iscritti stranieri complessivi a Forlì e Cesena), mentre Cesena ne raccoglie il restante terzo, quasi per intero concentrato (29 immatricolati su 34) alla facoltà di Ingegneria. Il dato degli immatricolati stranieri risulta in flessione rispetto agli anni accademici precedenti e vicino a quello del primo anno della serie storica a disposizione, l’a.a. 2003/2004, in cui gli immatricolati stranieri erano 101.
 
IL LAVORO
Con riferimento al mercato del lavoro, è continuato nel corso del 2012 il calo delle persone straniere avviate, ossia che hanno registrato un rapporto di lavoro dipendente: ne sono state registrate 19.680 (- 5,6%), per un ammontare complessivo di 28.025 avviamenti (rapporti di lavoro dipendenti), inferiore del 2,5% rispetto all’anno precedente. Tra i lavoratori, cresce il peso relativo delle donne (soprattutto nei Paesi europei) e si conferma la forte prevalenza dei 25-49enni. Per quanto concerne la provenienza dei lavoratori avviati nel corso del 2012, si conferma la prevalenza (44,7%, in lieve crescita) di assunti provenienti da Paesi dell’Unione Europea e, a seguire, dall’Europa Centro-orientale (20,4, stabile) e dall’Africa del nord (13,7%, in lieve, ulteriore calo). I paesi da cui provengono in maggioranza i lavoratori sono Romania (30,3%, in aumento), Albania (11,0%, in aumento) e Marocco (10,1%, stabile). Nel 2012 si assiste a una crescita del peso relativo delle assunzioni a tempo indeterminato – dato in controtendenza – che passano dal 7,5% del 2011 al 16,9% del 2012, superando con ciò anche il dato del 2010 (15,9%).
 
Oltre la metà (54,8%, in ulteriore espansione) degli avviamenti di lavoratori stranieri è avvenuta nel terziario; seguono, seppur assai distanziati, l’agricoltura, che  aumenta la propria incidenza sul totale degli avviamenti al 30,3%, quindi il settore industriale, con il 13,8% degli avviamenti, a denotare un ulteriore decremento, a conferma della tendenza registrata negli anni precedenti (solo nel 2009 era al 21,9%). Gli stranieri disoccupati al 31 dicembre 2012 risultano in crescita, confermando una tendenza degli ultimi anni: si tratta di 8.916 cittadini stranieri in cerca di occupazione, a fronte dei 7.793 del 31 dicembre 2011 (si conferma, al loro interno, una lieve maggioranza femminile).
 
Come evidenzia l’Osservatorio sul fenomeno migratorio regionale, l’apporto contributivo dei lavoratori immigrati continua ad assumere dimensioni rilevanti, per effetto della presenza crescente tra gli occupati nel mercato del lavoro regionale, nonostante la crisi che ha caratterizzato l’andamento economico di questi ultimi anni. Il basso livello dei redditi, che si traduce in un minore gettito fiscale, viene compensato da una struttura del welfare regionale orientata prevalentemente verso le prestazioni previdenziali e i servizi socio-sanitari per gli anziani, del quale gli immigrati oggi sono beneficiari solo in parte assai ridotta.
 
L’IMPRENDITORIA
In base ai dati forniti dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena, all’1 gennaio 2013 i cittadini stranieri titolari di imprese attive risultavano essere complessivamente 3.478, con un lieve incremento rispetto all’anno precedente ed un’accresciuta incidenza sul totale delle imprese attive in provincia di Forlì-Cesena (6,8%). I titolari, soprattutto uomini (tre su quattro), provengono principalmente dall’Albania (16,4%), poi dalla Romania (10,5), dal Marocco (9,9), dalla Cina (9,8%) e dalla Svizzera (8,3%), con conferma della tendenza alla perdita di peso relativo da parte dei paesi comunitari e della Svizzera. Le imprese con titolare straniero sono attive principalmente nel settore dell’edilizia (che diminuisce il proprio peso) e del commercio (in crescita).
 
L’ASSISTENZA
Per quanto riguarda i Centri servizi per cittadini stranieri, il Centro di Forlì ha visto una costante crescita negli accessi passando dai 3.654 nel 2010 ai 6.284 nel 2012, momento di picco degli accessi, seguito da un leggero calo nel 2013 (6.073). Il Centro di Cesena ha subito invece un calo costante sino a tutto il 2012 (1.384 accessi), poi questa tendenza si è interrotta e nel corso del 2013 gli accessi  sono stati 2.542). Per quanto concerne gli accessi agli altri Centri, i dati più aggiornati sono relativi all’anno 2012. Per i Centri dei Comuni del Distretto Rubicone-Costa: al primo posto si colloca nuovamente Savignano, con 1.735 accessi; segue Cesenatico con 320 accessi e infine il Centro di Longiano con 116 accessi. Per i Centri della zona Due Valli si rilevano: 324 accessi al Centro servizi di Santa Sofia e 368 per il Centro di Galeata. Rispetto alle provenienze degli utenti, si conferma la differenziazione legata all’articolazione delle presenze nei diversi territori.
 
Per quanto riguarda i bisogni maggiormente espressi dagli utenti dei Centri servizi della provincia di Forlì-Cesena nel corso del 2012, si tratta nel 34% dei casi di problematiche attinenti all’ingresso e al soggiorno, in calo di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente, seguite da quelle relative all’orientamento e accompagnamento ai servizi (24,9%) - in crescita di quasi 10 punti percentuali, alla permanenza stabile sul territorio (13,2%) in calo di 6 punti percentuali, al lavoro (8,3%, in calo); in aumento invece le richieste riguardanti lo studio (8,8%).
 
Per il 2012 si sono analizzati poi i dati disponibili relativi ai Centri di ascolto Caritas di Forlì, Savignano e, parzialmente, Cesenatico. Complessivamente gli utenti che hanno usufruito dei servizi offerti dai Centri di Forlì e Savignano sul Rubicone sono stati 1.402 (per l’85% presso il Centro forlivese, 49% uomini e 51% donne; si registra un leggero aumento rispetto all’anno 2011 e soprattutto una variazione importante nel genere degli utenti. Infatti, mentre nell’anno precedente erano gli uomini a essere maggioritari tra i fruitori dei servizi dei Centri, nel corso del 2012 sono state le donne. Questa variazione è più marcata nel Centro di Savignano sul Rubicone, dove le donne rappresentano il 69,1% degli utenti. Per il Centro di ascolto di Forlì, i bisogni principali hanno fatto riferimento a problematiche di reddito, di lavoro e abitative. Per quanto riguarda il centro di ascolto di Savignano, i principali servizi erogati sono stati  legati ai beni di prima necessità: viveri, vestiario e, pagamento di bollette o tasse, con anche una forte richiesta di ascolto. Il Centro di ascolto di Cesenatico nel corso del 2013 ha ricevuto 1.121 utenti, di cui il 76,8%, pari a 861 persone, di cittadinanza non italiana. La tipologia dei servizi erogati da questo Centro si concentra su colloqui di ascolto delle varie necessità e/o problemi; distribuzione di indumenti, attrezzature per cucina e mobilio usato; distribuzione pacchi alimentari, pagamento di utenze, rate di affitto, farmaci, ecc. Rispetto al 2011 vi è stato un aumento delle richieste.
 

LA DETENZIONE
Nel corso del 2012 si sono registrati complessivamente 257 ingressi di cittadini stranieri nella Casa circondariale di Forlì (269 nel 2011 e 324 nel 2010), con una tendenza confermata ad un lieve aumento delle donne. Le tre aree geografiche maggiormente rappresentate sono, nell’ordine, l’Unione Europea (38,9% delle presenze, in aumento), l’Europa centro-orientale (26,5%, in calo), il nord Africa (stabile 25,7%). L’esecuzione penale esterna, all’1 gennaio 2013, riguardava 27 cittadini stranieri, con un ulteriore calo rispetto all’anno precedente, quando già c’era stata una diminuzione
 

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