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Cronaca Bagno di Romagna

Si giocò 10 milioni a lui affidati, broker balla e canta in uno spot e monta la rabbia

In Italia più la combini grossa e più è facile vederti sugli schermi. Il rispetto delle vittime? Un problema secondario. Lo schema, purtroppo già visto innumerevoli volte in passato si è riproposto

In Italia più la combini grossa e più è facile vederti sugli schermi. Il rispetto delle vittime? Un problema secondario. Lo schema, purtroppo già visto innumerevoli volte in passato nonostante l'indignazione che ogni volta suscita, è capitato - più in piccolo ma con le stesse caratteristiche - nella valle del Savio. All'interno di un video promozionale ufficiale per un evento di beneficienza, l'ultima Maratona Alzheimer, è comparso ballando in frac e bastone, come se nulla fosse accaduto, Silvio Vannini, il broker che alcuni anni fa si è autodenunciato alla Guardia di Finanza dopo aver dilapidato circa 10 milioni di euro ai casinò, denaro affidatogli da risparmiatori e raccolto grazie alla fiducia di cui godeva in vallata: interi risparmi di una vita di persone all'improvviso ridotte sul lastrico. A non poche persone quel video ha mandato di traverso più di un caffè: oltre al danno, la beffa. Una vera presa in giro sotto il cappello della lotta all'Alzheimer 

Il pasticcio del video

A quel punto la Maratona Alzheimer è finita del tutto in secondo piano. In teoria il video (prodotto senza spendere un euro) di per sè potrebbe anche un bel valore visto che parla delle dieci regole per allontanare lo spettro dell'Alzheimer. Lo spot è stato girato dal regista Lorenzo Bassano e protagonista è un arzillo anziano che, una volta toltosi il pigiama, si ritrova in frac, bastone e cilindro: peccato solo che sia un personaggio che in Valle Savio ha seminato dolore e guai in centinaia di famiglie. Non proprio quello che si può definire un buon “testimonial”, o meglio se ne poteva trovare senza dubbio di meglio, tra le migliaia di anziani che sono arrivati in buona salute alla terza età, magari stringendo i denti nei momenti di difficoltà.

Organizzatori imbarazzati

“Non ho niente da dire in più”, taglia corto in modo brusco Stefano Montalti, presidente dell'associazione della Maratona Alzheimer ASD, che ha organizzato l'evento assieme all'associazione “Amici di casa insieme”, richiamato per ulteriori approfondimenti sulla vicenda, e lamentandosi solo che “la vicenda viene tirata troppo per le lunghe”. Impossibile anche chiedergli se lo spot verrà ritirato o se continuerà a circolare, visto che tale video è stato proiettato anche a Milano. Come ha spiegato in una nota, in verità neanche diffusa a tutti i media, ma pubblicata sulla loro pagina Facebook, si dice che “ci uniamo alla dichiarazione di Amici di Casa Insieme, confermando di non essere al corrente del passato delle persone che hanno girato il video, ci teniamo comunque a ringraziare di cuore quanti si sono adoperati gratuitamente per la realizzazione dello stesso”. Casa Insieme da parte sua scrive che “da fine agosto l’Associazione Amici di Casa Insieme | Maratona Alzheimer ha seguito la realizzazione di un video promozionale in occasione dell’edizione 2017 di Maratona Alzheimer. Grazie alla disponibilità del regista cesenate Lorenzo Bassano. Molti volontari hanno partecipato al video per Maratona Alzheimer 2017 e di alcuni l’identità non era nota all’associazione promotrice della manifestazione. 50 persone hanno lavorato gratuitamente per alcune settimane per questo progetto solidale. Come associazione riteniamo di dover chiarire che tutto il progetto si è realizzato nella buona fede di Amici di Casa Insieme”. La scelta di un testimonial così controverso è stato quindi deciso senza alcuna condivisione del committente.

La rabbia del sindaco di Bagno

Tuttavia la nota prosegue oltre: “Silvio Vannini, uno di loro, ha una biografia tormentata, solo dopo la pubblicazione del video abbiamo appreso che l’ex manager finanziario, affetto da ludopatia, perse al gioco i risparmi di molte persone della Valle del Savio. La persona ora vive in una comunità religiosa protetta, un percorso di recupero che rispettiamo.  Ci dispiace molto per quanti si sono sentiti feriti e offesi dall’accaduto. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato come volontari per la realizzazione del video: abbiamo apprezzato di cuore il lavoro svolto gratuitamente in questi giorni”. Nessun riferimento ad eventuali azioni di rivalsa per il danno di immagine, nessun riferimento al fatto che l'evento è stato totalmente schiacciato da questo che definire un “inciampo” è riduttivo. Una risposta che non è andata giù neanche al sindaco di Bagno di Romagna, Marco Baccini, che ha furioso in un'intervista al Resto del Carlino ha spiegato che è stato tentato fino all'ultimo di ritirare il patrocinio, proprio per non associarsi a questa controversa azione di marketing che ha visto per due volte vittime molti suoi concittadini.

Il regista: "Volevo aiutarlo nella redenzione"

Silvio Vannini, ex manager finanziario, affetto da ludopatia, che anni fa perse al gioco 10 milioni di euro, risparmi che molte famiglie e amici gli avevano affidato per farli fruttare. Invece di farli fruttare, lui li giocava al casinò. Reo confesso, Vannini ha iniziato un percorso di recupero all'interno di una comunità religiosa protetta. E, sebbene il pentimento non riporti i soldi ai depredati, la comunità ormai stava iniziando a digerire la botta iniziale, ma rivederlo spuntare in un video mentre balla e canta, come se nulla fosse, anzi messo al centro di una buona causa, ha fatto innervosire più di una persona. Il regista Lorenzo Bassano, compagno della figlia di Vannini, ha argomentato in un'altra intervista dal "Carlino" di non “chiedere la fedina penale” durante i  casting, ma di essere ben consapevole dei trascorsi del suo testimonial. Perché allora una tale scelta? Nell'intervista spiega di averlo fatto per aiutare un “percorso di redenzione e miglioramento” del 'suocero' e ha aggiunto di non aver pensato alle possibili reazioni negative. La questione che si pone, in tutta la sua semplicità, prima di tutto è se debba essere un familiare a promuovere la “riabilitazione”, per altro ancora prima di una sentenza, o viceversa siano gli organi deputati, vale a dire la giustizia penale, gli unici legittimati a parlare anche a nome delle vittime e ad avviare percorsi controllati di "redenzione" con il consenso della comunità. Troppo facile così, verrebbe da dire: una comparsata in uno spot non lava via tutto.

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