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Cronaca

Sfrattati dall'Acer, dormono in auto: "Debito di 45mila euro senza mai provare la loro povertà"

Una famiglia, sfrattata da un alloggio dell'Acer, sta dormendo in questi giorni in macchina, all'addiaccio. Il caso è stato portato in Consiglio comunale mediante un'interrogazione

Una famiglia, sfrattata da un alloggio dell'Acer, sta dormendo in questi giorni in macchina, all'addiaccio. Il caso è stato portato in Consiglio comunale mediante un'interrogazione di Marco Casali di “Libera Cesena”. Il caso è stato chiarito nella risposta dell’assessore al Welfare Simona Benedetti in Consiglio Comunale. Il caso riguarda lo sfratto eseguito dall’autorità giudiziaria il 3 marzo 2014 in forza di sentenza emessa dal Tribunale di Forlì dell'anno precedente. 

Spiega Benedetti: “Dalla data del 16 giugno 2014, tale nucleo familiare non si è più rivolto al servizio sociale fino a questo mese, ossia 33 mesi dopo gli ultimi contatti occorsi a seguito dello sfratto e a tuttora il servizio Sociale non è stato in condizioni di acquisire elementi sufficienti per comprendere in quali condizioni e in quali abitazioni tale nucleo abbia trascorso  i 33 mesi passati. Le procedure di sfratto o decadenza dal titolo di permanenza presso alloggi popolari nei Comuni dell’Unione Valle del Savio sono storicamente limitate a poche unità, tutte motivate da gravi e comprovate ragioni. Nel caso specifico lo sfratto si è reso necessario al termine di un iter che ha previsto diversi tentativi di mediazione”.  
 
La procedura di sfratto in particolare è stata avviata per morosità colpevole, ossia in quanto non accompagnata da oggettiva mancanza di reddito fin dal 1989. Sempre Benedetti: “Si fa presente a questo proposito che nel 2013 il nucleo aveva un ISEE di 11.407 euro, ma che a tutt’oggi poco altro risulta, essendo sempre stato impossibile il confronto con la famiglia sulla reale situazione economico-finanziaria, la cui precarietà è sempre ed esclusivamente stata da loro rappresentata senza documentazione a supporto (richiesta per trasparenza dal regolamento di accesso ai servizi). Oggi risulterebbe, ad esempio, che il figlio abbia un Cud di 23.226 e la madre una pensione stabile lorda di € 990,83 più una indennità INAIL non quantificata, ma a quanto ammonti esattamente il dichiarato pignoramento complessivo non ci è dato a sapere. Per questo, sarebbe fondamentale che il nucleo si sedesse attorno ad un tavolo per ragionare serenamente ed in maniera trasparente con i servizi per ricostruire esattamente insieme a loro il quadro economico complessivo”.
 
“Ma torniamo alla procedura di sfratto: fu sospesa per un certo periodo perché il nucleo - messo alle strette - aveva pagato parte del debito accumulato. Venne, tuttavia, riattivata nel 2010 a seguito di nuovo riacutizzarsi del debito, ancora una volta non suffragato da oggettiva mancanza di reddito. Al momento dello sfratto esecutivo (appunto il 3 marzo 2014), i debiti accumulati dalla famiglia nei confronti di Acer ammontavano complessivamente ad euro 46.503. A nulla sono valsi i diversi tentativi operati dal servizio sociale di concerto con ACER per ricercare soluzioni bonarie ed evitare lo sfratto (tra il mese di agosto 2013 e la data dello sfratto si contano almeno 6 incontri occorsi).
Il diario dei diversi tentativi di mediazione organizzati dal Servizio Sociale di concerto con ACER tra l’estate e la fine dell’anno 2013 è interamente conservato agli atti”.

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