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Cronaca

Altro sesso (mimato) nel confessionale? Il giudice si riserva sul "bis"

Ma il confessionale è un luogo pubblico? In fondo c'è la tendina, che va scostata per sbirciarci dentro. Farci sesso dentro, perfino durante una messa, perfino se è nel duomo della città, può rappresentare degli atti osceni?

Ma il confessionale è un luogo pubblico? In fondo c’è la tendina, che va scostata per sbirciarci dentro. Farci sesso dentro, perfino durante una messa, perfino se è nel duomo della città, può rappresentare degli atti osceni? Un po’ come la macchina, dove – quando ancora andava di moda – bastava mettere dei fogli di giornale ai finestrini ed ecco che per la legge non vi è nulla di sconcio? Si gioca su questo la difesa dei due dark che quattro anni fa furono sorpresi tutt’altro che in raccoglimento nel confessionale del duomo di Cesena.

 

E per quanto può sembrare incredibile l’unico modo per rispondere ai quesiti è fare il bis. Vale a dire mimare di nuovo la scena: stessa chiesa, stessi amanti e stesso confessionale (che nel frattempo è stato sconsacrato). Tecnicamente si chiama “esperimento giudiziale”: con la sua richiesta l’avvocato dei due amanti focosi, Alessandro Sintucci, punta a dimostrare che non vi era scandalo, in quanto il luogo era sufficientemente appartato e “riservato”. Insomma, altro sesso nel confessionale, per quanto questa volta mimato, su autorizzazione stessa del giudice. Il giudice Camillo Poilucci si è riservato la decisione sulla richiesta choc della difesa, avanzata alcuni giorni fa. Il rischio è di fare un affronto a tutta la comunità religiosa di Cesena.

 

La fellatio  nel confessionale  è finita al centro di una vicenda giudiziaria che sembra infinita, data la banalità del reato, ma non il senso simbolico dell’accaduto. Gemiti e ansimi di affaticamento da dietro la tendina del confessionale: i carabinieri che a un certo punto aprono e scoprono lei in ginocchio davanti a lui, in un luogo in cui inginocchiarsi vuol dire penitenza, ma in questo caso no.

 

I carabinieri, che intervengono mentre la messa prosegue e identificano i due soggetti: due "dark" neanche con la scusante di essere ragazzini, 35 anni lui 34 lei all’epoca dei fatti, che ancora stavano "festeggiando" la notte bianca della sera precedente. Il fatto si verifica una domenica mattina intorno alle 7, il 2 giugno 2008. Da quell'episodio, dal punto di vista religioso, ne nasce una "messa riparatrice", celebrata per "ripulire" il luogo sacro dagli atti impuri. Il vescovo Lanfranchi in un secondo momento accoglie le due “pecorelle smarrite” e da loro ne riceve le scuse, che accetta.

 

Dal punto di vista penale, invece, ne deriva una denuncia culminata recentemente con un decreto penale, una multa, di 3.500 euro, per chiudere la vicenda senza troppo clamore. Niente da fare: i due amanti hanno deciso che faranno ricorso contro il decreto penale. Clamore su clamore. Questo significa il processo pubblico con nomi, cognomi, testimonianze, e un giudice che valuterà quegli atti.

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