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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sequestro E45, le associazioni: "Risolvere velocemente un problema sociale ed economico"

Intervengono il presidente della Confesercenti dell’Alto Savio, Pasquale Ambrogetti, e il responsabile Confartigianato Valle del Savio, Pierluigi Battistini

L’interruzione della E45 "sta portando disagi sociali ed economici rilevanti". E' quanto afferma il presidente della Confesercenti dell’Alto Savio, Pasquale Ambrogetti, spiegando come la situazione delinei "l'ennesima dimostrazione di quanto è importante questa arteria per la nostra comunità. Studenti costretti a sopportare orari al limite dell’impossibile per raggiungere le scuole della Val Tiberina  e turismo messo in ginocchio. Turismo che, lo ricordiamo, è uno degli elementi trainanti dell’economia dell’Alto Savio. Il lavoro di questi anni, per mantenere quote di mercato e per dare lustro al territorio, rischia di essere fortemente compromesso”.

COME CAMBIA LA VIABILITA': TUTTE LE INFORMAZIONI

"Il soggiorno medio a Bagno di Romagna - prosegue Ambrogetti - è di 2,5 giorni ed è completato da un importante indotto fatto da numerosi escursionisti che raggiungono le nostre località senza pernottare ma portando vivacità e consumi nei negozi e pubblici esercizi. Se si incontrano forti disagi per raggiungerci, rischiamo di perdere flussi di turisti. Facciamo presente che oltre 70.000 pernottamenti, vale a dire circa il 30% del totale annuo a Bagno di Romagna, è di turisti provenienti da Marche, Toscana e Lazio e si tratta proprio delle regioni maggiormente penalizzate a causa della chiusura della E45".

E45, GLI APPROFONDIMENTI DI AREZZONOTIZIE

"Per questi motivi - conclude il presidente della Confesercenti Alto Savio - siamo preoccupati e chiediamo il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile. Naturalmente va garantita la sicurezza e una manutenzione costante per una strada molto trafficata ma fondamentale nei collegamenti fra il nord ed il sud dell’Italia. Siamo davanti ad un’emergenza e come tale va trattata. Ai sindaci coinvolti, che si stanno già interessando della questione, chiediamo di farsi portavoce nei confronti del governo del disagio degli operatori economici e di tutta la nostra comunità".  

Tratto di E45 sotto sequestro: tutte le notizie

Pierluigi Battistini, responsabile Confartigianato Valle del Savio, evidenzia la "forte preoccupazione" dele imprese artigiane di montagna e dell'intero territorio cesenate. "L'assoluta mancanza di viabilità alternativa blocca il passaggio e congela lo sviluppo provocando enormi danni alle imprese - rimarca Battistini -. Confartigianato cesenate da molti anni chiede invano di ripristinare la vecchia provinciale umbro-casentinese lunga appena quattro chilometri, strategica per ovviare alla chiusura della E45. Nel 2012, l'anno del nevone, lo chiedemmo quando venne chiuso lo stesso viadotto di Canili, denunciando il dramma infrastrutturale della mancanza di viabilità alternativa, a meno di non passare per i Mandrioli o il Fumaiolo, che francamente è pura follia".

"In quei giorni di sette anni fa una residente alla Ville di Montecoronaro nel comune di Verghereto che si doveva recare a Sanseplocro a fare la dialisi, rischiò la vita e dovette essere prelevata con l'elimedica, perché la provinciale umbrocasentinese era chiusa e lasciata andare in malora - chiosa Battistini -. Ad attivarsi fu l'allora presidente della Provincia Massimo Bulbi il quale chiese di intervenire e di riaprirla, ma Anas e province toscane non recepirono l'invito. Né lo recepirono in seguito. L'immobilismo sta alla base di molti mali e anche in questa circostanza è alla base del dramma infrastrutturale ed economico di questi giorni".

Confartigianato "rinnova dunque l'invito a intervenire sull'ex provinciale rendendola disponibile al transito ed esprime grandissima preoccupazione per l'economia del territorio e soprattutto per il comparto del trasporto merci e persone, che rischia di essere messo in ginocchio da questo penalizzante scenario.Numerose imprese ci hanno scritto in preda alla disperazione, in quanto in molti casi rischiano di perdere commesse di lavoro, in considerazioni dei maggiori costi che le tratte subiscono a causa dei percorsi alternativi (A1 e A14) che occorre intraprendere nell'attraversamento del Corridoio Adriatico e della dorsale appennica da Nord a Sud  e da sud a Nord. In altri invece faranno fatica a ricaricare interamente i maggiori costi alla committenza".

Confartigianato chiede "di porre la massima attenzione istituzionale al problema e di non lasciare nulla di intentato per affrontarlo nei tempi più brevi possibili, nonché di premunirsi con la riapertura della vecchia provinciale. Quello che sta a cuore alla Confartigianato è affrontare e risolvere i problemi delle famiglie e delle imprese del territorio montano e di tutta l'area interessata, che si vedono private di servizi fondamentali, che penalizzano la qualità della vita e del lavoro".

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