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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sempre più immigrati in Emilia Romagna: +12,4%

Cresce in Emilia-Romagna la presenza di immigrati, che hanno raggiunto il 12,4% sul totale della popolazione. Si tratta di circa 530 mila stranieri (dati 2011 tratti dal rapporto Caritas)

Cresce in Emilia-Romagna la presenza di immigrati, che hanno raggiunto il 12,4% sul totale della popolazione. Si tratta di circa 530 mila stranieri (dati 2011 tratti dal rapporto Caritas), 200 mila dei quali risulterebbero senza lavoro. In questo contesto occupano una posizione del tutto particolare i 1.504 profughi del Nord Africa accolti in regione a seguito dell’accordo con il Governo italiano per far fronte all’emergenza del 2011 per i quali, come stabilito dal decreto sulla spending review, a fine anno andrà considererà conclusa la fase emergenziale ma che sono ancora in attesa di un percorso di regolarizzazione.

Preoccupati per i risvolti sociali ed economici che il fenomeno potrebbe assumere in relazione alle poche risorse disponibili nell’attuale momento di crisi che attraversa anche l’Emilia-Romagna e alle progressive riduzioni della spesa pubblica, il capogruppo della Lega nord, Mauro Manfredini, assieme ai colleghi Manes Bernardini, Roberto Corradi, Stefani Cavalli, con un’interrogazione a risposta immediata ha chiesto se gli assessorati competenti su politiche sociali, sanità, istruzione, formazione e attività produttive abbiano stimato l’entità dell’impatto che potrebbe avere il fenomeno migratorio sulle disponibilità finanziarie e come si intenda farvi fronte. In particolare, Manfredini ha anche chiesto chiarimenti sulla situazione dei profughi per sapere quali esiti abbia avuto l’incontro svolto con il Governo nei giorni scorsi.

“I dati del dossier Caritas - ha risposto l’assessore regionale alla Promozione delle politiche sociali, Teresa Marzocchi - confermano che la presenza di immigrati cresce, ma in maniera inferiore rispetto agli anni precedenti, evidenziando il quadro di una situazione che va stabilizzandosi”. Peraltro - ha fatto notare - nella nostra regione un terzo dei nuovi lavoratori è rappresentato da stranieri e il 50% degli studenti stranieri che frequentano scuole dell’obbligo sono nati in Italia: entrambi i dati sono indicatori di una forte integrazione nel nostro tessuto sociale.

Per ciò che riguarda i profughi del Nord Africa, a giudizio dell’assessore Marzocchi “appare evidente che la questione della regolare permanenza nel nostro Paese di queste persone sia di fondamentale importanza per garantire l’avvio del percorso di integrazione e per evitare il verificarsi di situazioni di tensione nei territori e problemi di ordine pubblico e nella prospettiva di un minore impatto sui servizi di welfare”.

L'ingresso nell’irregolarità di queste persone significherebbe “un aggravio di costi del sistema”. È in quest’ottica che le Regioni hanno chiesto una “soluzione adeguata”, ha sottolineato, in quanto l’unica opzione possibile individuata nella richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato politico si è rivelata del tutto inadeguata essendo i richiedenti originari da Paesi diversi dalla Libia, dove risiedevano per motivi di lavoro. Il risultato, infatti, è che ad oggi moltissime persone sono ancora in attese di essere audite e che l’80% di quelle sentite hanno vista respinta la richiesta di riconoscimento di protezione internazionale.

Proprio in questi giorni, dopo che le Regioni hanno ripetutamente riproposto la questione nell’ambito del tavolo di coordinamento nazionale istituito presso il ministero degli Interni, lo stesso ministero ha diffuso una circolare che prevede il riesame delle pratiche respinte valutando le rilevanti esigenze umanitarie connesse alla situazione di queste persone. Un criterio questo che sarà usato anche per le domande ancora da esaminare che le prefetture si stanno attivando per concludere entro fine anno.

E mentre “l’altro obiettivo delle Regioni nell’ambito del Tavolo di coordinamento nazionale è quello di individuare le modalità di prosecuzione di accoglienza dopo il 31 dicembre 2012, stante l’impossibilità degli enti locali” di farsene eventualmente carico, Marzocchi ha anche detto che al momento non sono stati fatti studi sull’impatto che la regolarizzazione dei profughi avrà sul servizo sanitario regionale. La spesa sociale connessa alla permanenza degli accordi Ena, poi, “non quantificabile, dipende infatti dalla condizione giuridica degli stessi e dal tipo di interventi che a livello nazionale verranno posti in essere”.

Non soddisfatto della risposta Manfredini, a giudizio del quale l’assessore “si è arrampicata sugli specchi”. Il dato di 200 mila immigrati che non risultano occupati, circa il 45% sul totale dei presenti in Emilia-Romagna, preoccupa. Di fronte ai 50 mila posti di lavoro persi in questa regione, “come si fa a recuperare occupazione e al contempo dare lavoro a questi 200 mila immigrati”, ha chiesto provocatoriamente l’esponente leghista; a suo giudizio, il problema da risolvere è innanzitutto il disagio sociale di tante famiglie italiane sulle quali rischiano di essere ricaricati i costi dell’assistenza degli immigrati sottraendo risorse alle poche disponibili. Ed è su questo che la Regione deve dare risposte.

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