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Cronaca

Romagna Migrante: "Emergenza coronavirus, grave disagio per i senza fissa dimora"

Come sostenuto/denunciato da “Avvocati di Strada Onlus”, la situazione di marginalità in cui vivono queste persone rischia di aggravarsi ulteriormente in questo periodo di emergenza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

"In questi giorni drammatici per il nostro paese e per la nostra città dovuti all’emergenza Corona Virus, dove i vari decreti invitano/obbligano a restare a casa e a proteggersi, ci risulta doveroso segnalare la grave situazione di disagio che stanno vivendo le persone senza dimora (italiani, comunitari, richiedenti asilo usciti dai progetti di accoglienza, giovani, anziani, persone con disabilità o problemi di salute).

Come sostenuto/denunciato da “Avvocati di Strada Onlus”, la situazione di marginalità in cui vivono queste persone rischia di aggravarsi ulteriormente in questo periodo di emergenza in quanto i luoghi che normalmente frequentavano (Centro diurno Marmotta Rossa, Biblioteca Malatestiana,...) sono chiusi, è per loro impossibile assolvere alle essenziali norme igieniche e i pochi luoghi che ancora possono frequentare potrebbero non essere in grado di garantire il rispetto delle distanze prescritte e della restante normativa in materia di igiene e non possono isolarsi in casa perché una casa non ce l’hanno.

Inoltre la paura di ammalarsi che essi giustamente vivono sta diventando estremamente logorante anche da un punto di vista psicologico, dato che non possono in alcun modo proteggersi. In caso di contagio non avrebbero un posto per affrontare la quarantena e la convalescenza, a meno che la malattia non assuma la gravità che richiede l’ospedalizzazione, possibilità tutt’altro che remota in persone che non usufruiscono in maniera sufficiente del fondamentale contatto con il servizio sanitario nazionale (in primis con il medico di base), divenendo quindi meno monitorabili. Inoltre la salute di molte delle persone che vivono per strada è già estremamente precaria.
In caso di polmonite virale da coronavirus chi penserà a queste persone? Chi se ne accorgerà prima che sia troppo tardi?

Perché le forze politiche si pongano questi interrogativi, ci rendiamo conto di non semplice soluzione date le difficoltà strumentali di cui ogni comune soffre, non vorremmo aspettare la notizia di cronaca nera di un senzatetto morto per strada, in solitudine, a causa della polmonite da coronavirus; non vorremmo aspettare un eventuale cordoglio istituzionale dopo la perdita di una vita umana, cordoglio che servirebbe unicamente a relegare una morte all’ineluttabile destino di chi vive per strada, funzionale allo spostamento dell’attenzione dalle reali cause politiche e sociali

Alcune persone che ci hanno contattato hanno riferito di essere state fermate dalla polizia, la quale avrebbe detto loro che non possono dormire in strada, ma non hanno fornito alcuna soluzione se non quella di chiedere accoglienza alla Caritas.

 Temiamo, a ragion d’essere, possibili ripercussioni penali sui soggetti senza fissa dimora dato ciò che è stato stabilito nell’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri: a Milano sono stati segnalati i primi casi di denuncia nei confronti di senzatetto, un fatto di cronaca orribile che se da un lato può essere interpretato come una “tremenda svista” all’interno del decreto, dall’altro può far intendere come i senzatetto in realtà vengano visti o, per meglio dire, non visti.

Abbiamo dato all’amministrazione comunale la nostra disponibilità ad un incontro anche con le altre realtà del territorio per capire come gestire al meglio la situazione per tutelare queste persone, tutelando così l’intera collettività. Ad oggi abbiamo ricevuto la disponibilità solo di Unità di strada - Riduzione del danno, Papa Giovanni XXIII e avvocati di strada, ma nessuna risposta dai dirigenti del servizio sociale o dall’assessora alle politiche sociali.

Riteniamo insufficiente la misura presa dall’amministrazione e pubblicata sui giornali di aprire uno spazio all’interno di strutture ASP ai senza dimora nella fascia oraria dalle 13:00 alle 18:00, perché non risolve il problema notturno e delle altre ore della giornata dove comunque le persone continuano a muoversi e a non poter assolvere alle norme igieniche.

Torniamo a chiedere con forza un confronto e che il Sindaco al quale abbiamo scritto, allerti la Protezione Civile, come previsto dalla norma “Misure operative di protezione civile per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 del 4 marzo 2020, al fine di collaborare con l’Amministrazione Comunale nella predisposizione di soluzioni e strutture che possano ospitare le persone attualmente in strada, a tutela della loro salute e conseguentemente di quella di tutta la comunità.

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