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Cronaca

Prove tecniche di "Romagna City": tutti i progetti per mettersi assieme

Il Comune di Cesena prova a disegnare la nuova Romagna fondata sul concetto di "area vasta". E alla vigilia dell'approvazione della legge regionale di riordino istituzionale si confronta con le parti economiche e sociali

Il Comune di Cesena prova a disegnare la nuova Romagna fondata sul concetto di “area vasta”. E alla vigilia dell'approvazione della legge regionale di riordino istituzionale lancia una serie di suggestioni con l'aiuto delle parti economiche e sociali a cui chiede di mettere nero su bianco i loro contributi per entrare nel concreto gia' da settembre. E' il quuadro che emerge in un convegno che si è tenuto lunedì mattina in Comune.

Lucchi alcuni mesi fa aveva lanciato l'idea della “Città metropolitana di Romagna”, come ente intermedio in grado di sostituire le vecchie province e capace di equilibrare territorialmente la neonata Città Metropolitana di Bologna. In primo luogo, illustra il sindaco Paolo Lucchi, si potrebbero unificare le procedure amministrative dei servizi online attraverso uno Sportello facile unico. Altra proposta quella del "quoziente Romagna" per determinare il costo dell'accesso ai servizi. Ancora, prosegue Lucchi, il controllo diretto dell'Isee da parte della Guardia di finanza, il problema casa, un unico sistema turistico, la progettazione europea, un identico sistema di tariffe per la sosta. Certo e' un percorso "difficile- ammette il primo cittadino- ma siamo un passo avanti rispetto agli altri. Non si tratta di creare una citta' metropolitana ma di decidere a livello delle tre province cosa mettere insieme".

AREA VASTA DELL'UNIVERSITA' - Serinar, Fondazione Flaminia e UniRimini, i tre enti romagnoli a sostegno dei campus di Forli'-Cesena, Ravenna e Rimini, sono al lavoro su "un'ipotesi federativa". Lo rivela il presidente di Serinar, Alberto Zambianchi, durante l'incontro pubblico organizzato dal Comune di Cesena sul futuro assetto organizzativo della Romagna. Zambianchi, che e' anche presidente della Camera di commercio di Forli'-Cesena, e' alle prese pure con l'integrazione romagnola degli Enti camerali. Un processo non facile dato che mette insieme 150.000 imprese invece delle 75.000 indicate a livello di Unioncamere. Anche per questo si lavora a "un piano B". Secondo Zambianchi "non e' facile muoversi verso una citta' metropolitana della Romagna", anche se il progetto ha comunque vari aspetti positivi: "Permetterebbe un recupero del squilibrio con Bologna e il resto della Regione", anche a livello di risorse. Inoltre farebbe "superare antiche divisioni", garantendo massa critica e strategie integrate sui servizi. Ci sono pero' anche degli ostacoli, a partire dalla previsione di 15 citta' metropolitane. Per cui "occorre lavorare insieme per superare i problemi", conclude Zambianchi..

AREA VASTA DEI SINDACATI, DOPO LA CISL CI PENSA LA CGIL - Un'area vasta allargata anche ai sindacati. Dopo la Cisl, anche la Cgil sta lavorando per una federazione che tenga insieme le sigle di Ravenna, Forli'-Cesena e Rimini. "Abbiamo condiviso un documento su possibili evoluzioni, sviluppando una discussione e una visione comuni", conferma Lidia Capriotti, segretario della Cgil di Cesena durante lincontro in municipio sulla città metropolitana della Romagna. In questi giorni a Bologna si approva la legge regionale di riordino istituzionale, ma, sottolinea la sindacalista, "il distretto turistico della costa non puo' limitarsi a essere un ambito di semplificazione solo per gli operatori turistici del mare, deve mettere in campo politiche economiche integrate". La Cgil pensa dunque a un "modello partecipativo innovativo", basato su coesione e cooperazione. La Cisl invece il progetto di integrazione romagnola l'ha gia' realizzato, ricorda Maria Antonietta Aloisi, segretario aggiunto per Forli'-Cesena, sottolineando che l'area metropolitana di Bologna puo' essere un "rischio se non sappiamo competere. Serve una grande alleanza per il futuro della Romagna". Piu' cauto Marcello Borghetti della Uil: la fusione si trasforma in "caos totale se non si condividono gli obiettivi". Il sindacato, ricorda, aveva bocciato a suo tempo l'idea di una regione Romagna e ora punta sulla condivisione di alcuni "progetti forti: la questione non e' tanto creare un ente citta' metropolitana, quanto semplificare e mettere n comune delle idee", sulla legalita' per esempio o i costi. Insomma "un patto per lo sviluppo".

FONDAZIONI BANCARIE - Ci sono anche le Fondazioni bancarie romagnole a sostenere una aggregazione da area vasta. Bruno Piraccini, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cesena, sottolinea che per "salvaguardare" il credito sul territorio le fondazioni devono mettere in campo "politiche piu' uniformi. Per questo con la cugina di Forli' e' stata lanciata la "proposta di un'aggregazione tra le fondazioni bancarie per ricercare un punto di coesione e di fusione per sostenere grandi progetti".

CHI PREFERISCE LA REGIONE - Sempre a favore di una "regione Romagna" la Confcommercio, con il presidente Corrado Augusto Patrignani a ribadire che andando in quella direzione "avremmo avuto l'aeroporto, l'alta velocita', collegamenti piu' rapidi con Bologna" e magari anche la ferrovia di costa. Ora "siamo in netto ritardo e dobbiamo recuperare".

Graziano Gozi della Confesercenti sostiene la necessita' di "condividere un'identita' territoriale" che si concretizzi in "infrastrutture e un'articolazione territoriale dello Stato. Avere insistito per due aeroporti- lamenta- ci ha portato a non averne nemmeno uno che funziona perfettamente". Ecco perche', sintetizza Stefano Guerracci, della Confartigianato, occorre "sviscerare il ragionamento per trovare un comune denominatore". Ma, ammonisce, da un lato "il derby Romagna-Emilia" e' una partita da non giocare, "un approccio sbagliato", dall'altro "il localismo non e' per forza deleterio, la diversita' e' un valore finche' non diventa una gabbia". Insomma occorre "cogliere l'occasione per accelerare un'integrazione fatta con l'intelligenza di guardare al futuro, in una logica di collaborazione". Tenendo presente che "l'assetto istituzionale di per se' non risolve i problemi". (Agenzia Dire)

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