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Cronaca

Rockin'1000 fa tappa nel ravennate per il 'Concerto delle 100 chitarre'

I chitarristi ed i bassisti selezionati si esibiranno venerdì a Palazzo San Giacomo di Russi per 'In a blink of a night - Le cento chitarre elettriche in concerto'

Chi non conosce Rockin'1000, l'evento nato a Cesena che ogni anno vede radunarsi mille musicisti e cantanti che lo hanno reso famoso in tutto il mondo? Quest'anno Rockin'1000, che il 21 luglio farà tappa a Firenze, organizza un evento anche nel ravennate in collaborazione con Ravenna Festival. I chitarristi ed i bassisti selezionati si esibiranno venerdì a Palazzo San Giacomo di Russi per 'In a blink of a night - Le cento chitarre elettriche in concerto'.  I partecipanti si esibiranno diretti da Tonino Battista, seguendo la chitarra solista di Luca Nostro sulle musiche di Elliot Cole, Michele Tadini (quest’ultimo autore della partitura ispirata al tema musicale di Siamo soli di Vasco Rossi che dà anche il titolo alla serata) e Glenn Branca. I musicisti selezionati hanno avuto la possibilità di svolgere mercoledì una masterclass gratuita con Cesareo, storico musicista di Elio e le storie tese; oltre a questo i partecipanti hanno ricevuto due biglietti omaggio per il concerto e una t-shirt celebrativa.

"In a Blink of a Night" è una trascinante festa della musica in compagnia di un’imponente orchestra di chitarre elettriche che si esibirà sul tempo cangiante e ossessivo dei bassi e sull’immancabile pulsazione di una batteria. Il programma si completa, dopo pagine straordinarie dedicate a questo strumento-icona, con un medley di Led Zeppelin e Jimi Hendrix, firmato Rockin’1000, per celebrare gli eroi che hanno reso leggendaria la chitarra elettrica. Il viaggio comincia da Unknowable City no. 5 di Elliot Cole, compositore e programmatore che il New York Times ha definito “un carismatico bardo contemporaneo”: Cole - che collabora con ensemble come i Roomful of Teeth, vincitori di un Grammy - crea musica attraverso algoritmi, insegna alla Juilliard e i suoi pezzi su “città ignote” non sono uniti dalle tecniche usate, ma “da come li si ascolta”. Battezza l’intera serata In a Blink of a Night di Michele Tadini. Dai suoi studi sulle poliritmie africane affini al linguaggio minimalista fino al dialogo con Stef Burns, chitarrista di Vasco Rossi, Tadini è un musicista in linea con la scena chitarristica internazionale contemporanea: “sensazioni e suoni uniti dalla passione per la chitarra elettrica, che studio sin da quando ero bambino - spiega - Passando dall’amore adolescenziale e formativo per il rock, quello d’avanguardia, quello progressive che prova a mettere in relazione due mondi apparentemente lontani, il Conservatorio e la scrittura contemporanea”. E ancora Lesson no. 1, iconica creazione di Glenn Branca, il compositore e chitarrista americano recentemente scomparso dopo una vita trascorsa a influenzare intere generazioni della musica avant-garde e underground. A chiudere la serata sarà invece l’irresistibile medley di Jimi Hendrix e Led Zeppelin, firmato Rockin’1000, un doppio omaggio al migliore chitarrista di tutti i tempi - parola di Rolling Stone - e ai pionieri dell’hard rock che hanno dominato gli anni Settanta.

Sull’insolito podio delle 100 chitarre c’è Tonino Battista, versatilissimo direttore d’orchestra e interprete senza confini, in grado di viaggiare dal barocco al contemporaneo, passando per il teatro musicale e la musica applicata. Fra gli interpreti prediletti di Karlheinz Stockhausen, è direttore artistico delle stagioni di musica contemporanea al Parco della Musica di Roma. Sempre dal PMCE arrivano anche i solisti: Luca Nostro, cui il Festival ha affidato la cura dell’intero progetto-omaggio alla chitarra elettrica, e Giuseppe Marino alla batteria; saranno affiancati dalle chitarre Massimo Colagiovanni, Lorenzo de Angelis, Fabio Perciballi e dal basso Nicolò Pagani. E, naturalmente, dai chitarristi e bassisti che hanno risposto all’invito del Festival e saranno parte di questa coraggiosissima avventura musicale, che richiede al chitarrista elettrico la capacità di essere parte di una vera orchestra, di avere consapevolezza del proprio essere in sezione, di ascoltare gli altri, anche quando il suono sconfina nell’heavy metal.

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