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Cronaca

Rifiuto di Bella ciao, il Pd: "Chissà come questi genitori educano i loro figli"

E' ancora polemica sulla scelta di alcuni genitori della scuola media di San Giorgio di non far partecipare i propri figli, o di farli stare in silenzio

E' ancora polemica sulla scelta di alcuni genitori della scuola media di San Giorgio di non far partecipare i propri figli, o di farli stare in silenzio, al momento di cantare “Bella Ciao”  nella cerimonia che ha ricordato la Liberazione. Per Paolo Zanfini, segretario PD Cesena questi genitori sono “impermeabili ad una data fondamentale per la storia della nostra Repubblica e della libertà con cui oggi noi viviamo, come se ciò che avvenne il 25 aprile di 72 anni fa nulla avesse a che fare con il nostro stile di vita di oggi”.

Ed ancora Zanfini: “Impressiona pensare a quale tipo di coscienza civica questi ragazzi possono venire educati: ci resta da sapere se si tratta di bieco negazionismo, poca conoscenza dei fatti e della storia oppure un modaiolo rifiuto di tutto ciò che appare “istituzionale”. Fatto sta che, con questo atteggiamento a quei ragazzi è stato fatto un torto: educativo, di cittadinanza, e di estraneità nei confronti dei loro coetanei. Vogliamo però pensare, con ancora negli occhi le immagini della bella giornata vissuta dalla città, che si sia trattato di un inciampo, di una foga dettata dalla massa indistinta di informazioni in conflitto fra loro cui ogni giorno ognuno di noi è sottoposto”.

Infine: “Invitiamo quindi quei genitori a dedicare una piccola parte del proprio tempo a rileggere cosa ha significato (e cosa significhi ancora oggi) il 25 aprile per il nostro Paese, a comprendere come tale data rappresenti il raggiungimento della libertà e della dignità per ogni italiano. Li invitiamo a riscoprire come quel risultato fu possibile grazie all’apporto decisivo di tante italiani e tanti italiani che accettarono di sacrificarsi per garantire un futuro diverso e migliore per il proprio Paese, e come quelle donne e quegli uomini fossero chiamati “partigiani”. Infine, li invitiamo a scoprire come, in effetti, “Bella ciao” fosse una canzone di parte: della parte che lottava contro la tirannia e l’oppressione, della parte che ha sacrificato la propria giovinezza e la propria vita per la libertà di tutti, compresa la nostra che, 72 anni dopo, ne godiamo i frutti, pur se troppo spesso ne dimentichiamo quali siano le radici”.

“Quei genitori si renderanno allora conto, con sollievo, che tutte queste cose fanno parte di una coscienza collettiva nazionale, che appartiene a tutti; vedranno come non ci sia nulla di fazioso in tutto ciò ma soltanto una pura e semplice ricostruzione dei fatti e degli avvenimenti che portarono il nostro Paese a riconquistare la propria “libertà di essere cittadini”, come campeggiava nel manifesto creato dai ragazzi dell’Istituto Professionale “Iris Versari”. Con questa nuova consapevolezza, ne siamo certi, spenderanno allora un altro po’ di tempo a spiegare ai propri figli come, in fondo, quella di quest’anno sia stata solo una svista, e li accompagneranno alle prossime celebrazioni civili della nostra città e del nostro Paese”.

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