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Cronaca

Regolamento il M5S: "Senza il nostro emendamento si combatteva il fascismo con altro fascismo"

All'indomani dell'approvazione del famigerato articolo 23 bis del Codice di convivenza civile non è insolitamente la maggioranza ad esultare, dopo le polemiche dei giorni scorsi, ma il M5S

All'indomani dell'approvazione del famigerato articolo 23 bis del Codice di convivenza civile, quello che tende ad impedire l'uso delle piazze e dei luoghi pubblici di Cesena ai movimenti e partiti politici neo-fascisti, non è insolitamente la maggioranza ad esultare, dopo le polemiche dei giorni scorsi, ma il Movimento 5 Stelle. Infatti, da parte della giunta, dei gruppi consigliari di maggioranza, del Partito Democratico e di Mdp, non è pervenuto alcun comunicato teso a rivendicare il risultato e il successo politico, mentre a parlare è solo il partito che fa capo a Beppe Grillo. Il M5S alla fine ha votato a favore del testo emendato.

Scrive Natascia Guiduzzi, capogruppo M5S Cesena, indirizzandosi al sindaco Paolo Lucchi con una lettera aperta: “Ad avviso dei nostri consiglieri comunali non è attraverso questi atti difettosi che si contrasta il fascismo, non è con un ordine del giorno che si diventa o si dimostra di essere antifascisti ma lo si fa ogni giorno col rispetto delle regole democratiche, delle istituzioni e delle esigenze dei cittadini, e in una società civile come quella in cui viviamo non deve essere introdotto surrettiziamente il timore che chi non si schiera dalla parte di una normativa giuridicamente viziata e propagandistica lo fa perchè è contrario ai principi dell'antifascismo”.

Premette Guiduzzi: “All'indomani del Consiglio Comunale che ha sancito l'approvazione dell'emendamento presentato dai nostri Consiglieri Comunali Ceccaroni, Capponcini e Guiduzzi alla proposta di introduzione nel "Codice della convivenza civile" del divieto di svolgimento di attività anticostituzionali sul nostro territorio sulla quale hai impegnato per mesi le forze dell'assemblea, riteniamo sia giunto il momento di rispondere pubblicamente alla tua lettera aperta. Siamo certi che le tue intenzioni fossero nobili quando l’11 novembre scorso hai invitato la nostra capogruppo Natascia Guiduzzi a prendere posizione sull'antifascismo dopo che il 28 settembre tale posizione era già stata palesata con fermezza in Consiglio Comunale dalla stessa, e siamo altrettanto certi che fossero nobili quando hai deciso di farlo tramite la stampa e non nel luogo deputato al confronto politico. Tuttavia, forti di queste certezze, optiamo per un comportamento differente e decidiamo di smontare quelle tue dichiarazioni solo successivamente al dibattito svoltosi ieri sera in tua presenza e dinanzi a tutti i gruppi consiliari”.

Il M5S bacchetta: “Dall'analisi della mozione approvata l’8 novembre a Torino dal M5S con la quale il comune si impegna a “non concedere spazi o suolo pubblici a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla costituzione professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti , omofoni, transfobici e sessisti”, da te utilizzata come pretesto per coinvolgerci in questo rapporto epistolare, è possibile rendersi conto rapidamente della logica giuridica che la sostiene a differenza della mozione d’indirizzo da voi presentata il 28 settembre che semplicemente non aveva logica tanto da chiederci come hai potuto definirle un copia/incolla. Nelle città da te menzionate, Siena, Pavia e Torino, infatti, il Movimento 5 Stelle ha approvato atti finalizzati alla prevenzione di concreti comportamenti fascisti “subordinando la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del comune a dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti” e non progettati, dunque, per reprimere non meglio specificate attività che “concretizzino la lesione ai principi dell’antifascismo, dell’integrazione, della tolleranza e della democraticità” ed introdurre illegittimamente divieti in materie coperte da riserva di legge come viene delineato nella vostra zoppicante proposta. Capirai certamente che in un comune una cosa è riservarsi la facoltà di scegliere se concedere o meno suolo pubblico, un'altra è impedire lo svolgimento di una riunione in luogo pubblico in spregio all'articolo 17 della Costituzione”. 

Per il Movimento 5 Stelle dietro il regolamento c'era invece una motivazione politica: “Perchè fa comodo, in questo preciso momento politico-amministrativo tirare in ballo i “valori della resistenza e dell’antifascismo”, dopo che si è persa gran parte della credibilità politica attraverso azioni e opere incomprensibili, osteggiate continuamente dai cittadini e dai loro rappresentanti, opere che sono il vero sfregio alla nostra città. Per rispondere alla tua domanda, ciò che ci impediva di assumere un "atteggiamento conseguente con ciò che già il M5S ha esplicitato a Siena, Pavia e Torino" era proprio il corto circuito che si realizza quando si vuole combattere il fascismo col fascismo ed è per questi motivi che abbiamo presentato il nostro emendamento di cui si parla in apertura di questa lettera”. 

"Ad onor del vero, questo sì che si allinea con gli indirizzi adottati nelle città citate e con i principi sanciti dalla nostra Costituzione, anche quelli di libertà di manifestazione del pensiero e di riunione, perchè se si vogliono salvaguardare i diritti umani e civili li si tutela tutti, nessuno escluso. Con l'approvazione dell'emendamento non abbiamo fatto altro che correggere i difetti che inficiavano la proposta della Giunta Comunale di Cesena e mettere un punto alla diatriba nella speranza che ora tu possa rivolgere l'attenzione verso i problemi che affliggono la collettività, verso le reali priorità. E quello che possiamo augurarci noi oggi è che tu voglia onorare questo impegno, nel modo più neutrale possibile e non solo ideologico”, conclude la nota.

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