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Cronaca

Pugno duro per gli scontri Cesena-Modena: Daspo per 240 anni contro 55 ultras. C'erano pure gli spagnoli

Un maxi-provvedimento costituito da decine di denunce, 55 Daspo per un totale di 240 anni di allontanamento dalle manifestazioni sportive e 25 obblighi di firma a carico di ultras

Un maxi-provvedimento costituito da decine di denunce, 55 Daspo per un totale di 240 anni di allontanamento dalle manifestazioni sportive e 25 obblighi di firma a carico di ultras, che durante le partite della loro squadra del cuore dovranno essere in un ufficio di polizia a testimoniare la loro presenza fuori dallo stadio. Sono serviti appena tre mesi per definire il complesso quadro delle scontri avvenuti a Cesena lo scorso 24 novembre in occasione di Cesena-Modena.

Gli scontri

Gli scontri avvennero intorno alle 14, nel parco Frutipapalina di Cesena. Un drappello della tifoseria del Modena, con la presenza nutrita della tifoseria gemellata del Siviglia, si trovava riunita nel bar del campo sportivo quando ricevette una provocazione da alcuni tifosi del Cesena. I modenesi e gli spagnoli scavalcarono così la recinzione per ingaggiare una rissa, in via Montefiore. L'episodio si verificò tre ore prima dell’inizio della partita, quando un gruppo di circa 20 ultras cesenati si era affacciato, lanciando un petardo e un fumogeno, nel parco antistante il bar, invitando allo scontro il gruppo di circa 80 supporter ospiti. Ne scaturì la reazione dei tifosi modenesi e spagnoli, la metà dei quali scavalcarono la rete per dilagare in via Montefiore. Le due fazioni si sono fronteggiate per circa due minuti,  con percosse e lancio di oggetti. Già presidiata dalla dalla Digos la tifoseria ospite, l'arrivo dei rinforzi del reparto mobile in assetto anti-sommossa permise non solo di sedare la maxi-rissa, ma anche di bloccare numerosi dei presenti. Negli scontri sono andati feriti anche due poliziotti, di cui uno della Digos, 42 anni, con la macchina fotografica che stava riprendendo l'accaduto.

VIDEO - Denunce e Daspo a raffica, il questore: "Segnale per il futuro"

"Quel pomeriggio si è evitato che ci fossero conseguenze ben peggiori - illustra il dirigente della Digos Enrico Gardini -. L'arrivo quasi immediato dei contigenti di rinforzo ha permesso di fermare immediatamente circa una quarantina di tifosi. Un intervento efficace, tanto che siamo riusciti a contestare numerosi casi di travisamento del volto, con bandane, passamontagna e sciarpe". Negli scontri erano presenti bastoni di bandiere in plastica dura, sono 28 i pezzi sequestrati.

Sfilza di Daspo per Cesena-Modena

Le indagini 

L’attività investigativa intrapresa nell’immediatezza dalla Digos della Questura di Forlì-Cesena, con la collaborazione di quella di Modena, ha consentito di identificare le singole condotte di ben 46 supporter ospiti, tra i quali 20 modenesi (di età compresa tra i 19 e i 50 anni) e 26 cittadini spagnoli (di età compresa tra i 19 e i 42 anni) ultras del gruppo “Biris Norte” del Siviglia, gemellato con la frangia ultras modenese “Avia Pervia” di Modena. Grazie all'analisi dei filmati effettuati dalla polizia scientifica, si sono identificati altri ultras che erano riusciti in un primo momento a sfuggire al cordone di polizia istituito per il contenimento dei partecipanti agli scontri.  Tutti denunciati per rissa aggravata, 35 di loro dovranno rispondere anche di lancio o utilizzo di materiale contundente durante gli scontri e 30 per travisamento in luogo pubblico.

L’analisi delle riprese effettuate da personale di polizia scientifica ha consentito inoltre di individuare 9 ultras cesenati, di età compresa tra i 22 e i 50 anni, ossia circa la metà del gruppo partecipante agli scontri, i quali erano riusciti a dileguarsi facendo perdere le proprie tracce.  Sette tifosi cesenati dovranno rispondere, oltre che di rissa aggravata, anche di lancio o utilizzo di materiale contundente durante la rissa – quali aste, ombrelli, cinture - e di travisamento in luogo pubblico. 

Il sospetto è che quel giorno, viste le forze in campo e la presenza di "alleati" d'Oltralpe, ci fosse stato un vero e proprio appuntamento e i contatti non furono casuali. Questo dimostra quindi quanto sia necessario, per garantire l'ordine pubblico, non solo monitorare l'area dello stadio negli orari della partita, "ma con un'opera di intelligence tutte le fasi precedenti e successive, grazie alla conoscenza pregressa delle attività delle tifoserie", spiega il dirigente del Commissariato di Cesena Nicola Vitale, che conclude: "Non sono operazioni che nascono a caso".

Spagnolo picchia due poliziotti 

Uno dei partecipanti ai tafferugli, inoltre - un quarantaduenne sivigliano - è stato denunciato per danneggiamento, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale in quanto, dopo gli scontri, ha cercato di sottrarsi all’identificazione percuotendo due operatori di polizia, che hanno riportato lesioni ad un labbro e ad una mano, giudicate guaribili rispettivamente in 10 e 7 giorni, danneggiando inoltre la telecamera utilizzata dalla polizia scientifica.

I provvedimenti di Daspo

In conseguenza di quanto accertato, la Divisione Anticrimine della Questura di Forlì-Cesena ha emesso a carico di tutti i tifosi che presero parte ai tafferugli il provvedimento di divieto di accesso nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, per complessivi 240 anni di divieto. La misura più grave, per i recidivi, arriva a 5 anni di Daspo. Tra questi provvedimenti, 25 prevedono anche la prescrizione dell’obbligo di firma nelle giornate in cui sono in programma gli incontri di calcio delle rispettive squadre (7 tifosi cesenati e 18 tifosi modenesi). E di questi provvedimenti 15 (2 per tifosi cesenati e 13 per tifosi modenesi) sono stati emessi a carico di persone recidive, ovvero già destinatarie, in passato, di precedente Daspo.

In sintesi sono stati irrogati 36 anni di Daspo e 17 anni di obblighi di firma a carico di ultras del   Cesena e 115 anni di Daspo e 71 anni di prescrizioni a carico di ultras del Modena. Infine 89 anni di Daspo a carico di ultras del Siviglia. Quest'ultima misura, per gli stranieri, si applica solo in Italia ed è riferita alle partite del Modena. 

Il questore 

"Dovevamo dare una risposta forte, nessuno deve permettersi di venire impunemente nel nostro territorio a commettere reati nelle manifestazioni sportive", illustra la scelta del 'pugno duro' il questore Lucio Aprile. "Quest'attività giudiziaria testimonia anche di quante risorse impieghiamo per mantenere l'ordine pubblico. In questo caso abbiamo lavorato a fondo per definire le responsabilità di decine di persone, attribuire a ciascuna persona il suo". E conclude: "E' un segnale per il futuro, alla vigilia della partita con Vicenza e Rimini. Un monito per chi volesse ripercorrere altre azioni criminali", sempre il questore, che ringrazia anche i carabinieri, anche loro componente essenziale dei piani di ordine pubblico durante le partite, e l'autorità giudiziaria.

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