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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il Comune punta sul social housing

Potenziare il ruolo della Fondazione per l’Affitto per avere a disposizione uno strumento più incisivo con cui affrontare il problema della casa, che a Cesena sta diventando sempre più grave. E’ questo l’impegno assunto dai soci della Fondazione

Potenziare il ruolo della Fondazione per l’Affitto per avere a disposizione uno strumento più incisivo con cui affrontare il problema della casa, che a Cesena sta diventando sempre più grave.  E’ questo l’impegno assunto dai soci della Fondazione (oltre al Comune, la Diocesi di Cesena – Sarsina, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, l’Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari e l’Associazione Imprese Edili Forlì - Cesena) riunitisi nei giorni scorsi per definire il programma dei prossimi mesi, in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione, in scadenza.

Nata nel 1993 come strumento per fronteggiare il problema dell’emergenza abitativa favorendo l’incontro fra offerta e domanda di case a canone calmierato (più basso, in media, del 20-30% rispetto ai prezzi di mercato), la Fondazione per l’Affitto – che non ha scopo di lucro - esplica la sua funzione principalmente su due binari: da un lato assicura ai proprietari che le affidano i propri immobili lo svolgimento di tutte le incombenze amministrative legate alla stipula e alla gestione del contratto; dall’altro fornisce un servizio attivo di mediazione, utile a dirimere i contrasti fra proprietari e inquilini e anche fra vicini, e a far crescere nell’inquilino un atteggiamento “civicamente maturo”.

“Grazie a questa attività, - sottolineano il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore alle Politiche per il benessere dei cittadini Simona Benedetti - oggi la Fondazione per l’Affitto di Cesena gestisce poco meno di 200 alloggi e si distingue nel panorama regionale per essere uno degli enti più attivi e solidi, in grado di reggere meglio di altri anche di fronte al crescente diffondersi di casi di morosità. Ma di fronte al quadro attuale di crisi economica, con un numero sempre maggiore di famiglie in difficoltà a coprire le spese dell’affitto, anche a causa della scarsa disponibilità di alloggi a prezzi più contenuti, è indispensabile rafforzare il suo ruolo. Da questa consapevolezza, è scaturita la volontà, condivisa da tutti i soci di mettersi al lavoro al più presto per darle nuovo slancio, in modo che si connoti sempre di più come uno degli strumenti strategici più importanti per affrontare il problema della casa. Sarà, appunto, questo il mandato per il nuovo consiglio di amministrazione, che sarà nominato subito dopo la pausa estiva. Fra gli obiettivi concreti prospettati, quello di aumentare il numero di alloggi affidati alla Fondazione, facendo ricorso ad esempio alla formula del social housing. Su questo versante il Comune si sta già muovendo: è di pochi mesi fa il bando per  acquisire al patrimonio pubblico circa 25 nuovi da destinare a questo scopo, e in prospettiva c’è il progetto di realizzare nel quartiere Novello 230 nuovi appartamenti destinati all’affitto a canone sociale attraverso la costituzione di un fondo immobiliare locale, coinvolgendo nell’investimento le risorse del Fia (Fondo nazionale di Investimento per l’Abitare). Ma per la Fondazione sono allo studio anche altre ipotesi, come quella di eventuali nuovi accordi con soggetti che operano nel campo immobiliare. D’altronde il problema non è tanto la mancanza di case, se è vero che a Cesena ci sono parecchi immobili fermi (c’è chi parla di 1200 case invendute e di circa 3000 alloggi sfitti); il problema è il costo a carico delle famiglie. E si allarga la cosiddetta ‘fascia grigia’, composta da famiglie, giovani coppie, studenti fuori sede, ecc., che non sono in condizioni tali da ottenere una casa popolare, ma non hanno neppure la possibilità di trovare casa a prezzi di mercato. E’ un problema che va affrontato con urgenza, perché per molti di loro il rischio della morosità e del conseguente sfratto sta diventando drammaticamente reale, come constatiamo quotidianamente dal numero di persone che si rivolge ai nostri Servizi”.

Stando agli ultimi dati, nel comprensorio cesenate si sta registrando un’impennata di sfratti esecutivi: in tutto il 2010 se ne erano registrati un centinaio, mentre solo nei primi sei mesi del 2011 sono già state messe in atto 135 procedure complete, di cui 45 completamente eseguite (con gli appartamenti liberati e sigillati). E le prospettive future non sono migliori: da fine agosto a metà settembre sono già preannunciati altri 7 sfratti esecutivi.

“Nella maggior parte di questi casi – spiegano il Sindaco e l’Assessore Benedetti - sono direttamente coinvolti i nostri Servizi Sociali, chiamati in causa dalle stesse famiglie (spesso già seguite) ma anche dall’ufficiale giudiziario e, frequentemente, dai Quartieri e dalle associazioni di volontariato con le quali collaboriamo quotidianamente per contrastare la povertà: Caritas, Centro di aiuto alla vita, San Vincenzo, Croce Rossa, Banco di solidarietà, Casabella solo per fare alcuni esempi. E a parte la difficoltà di dover fronteggiare, come è successo tante volte nelle ultime settimane, la comprensibile disperazione e la rabbia di chi ha perso la casa, il vero problema  è di guidare gli interessati  a rendersi conto delle dinamiche che hanno portato a questa situazione e delle proprie eventuali responsabilità, perché solo così è possibile cercare poi una via d’uscita duratura. Molti si aspettano dal Comune la soluzione definitiva, in altre parole una nuova casa. Ma questo chiaramente non è possibile. Quello che il Comune può fare, solo eccezionalmente per altro, è aiutare la famiglia a trovare una sistemazione transitoria d’emergenza per qualche giorno e offrire contributi economici straordinari o prestiti sull’onore per aiutarla, quando possibile, ad entrare in un nuovo alloggio reperito tramite il mercato. Nei casi dove maggiore è la necessità di tutelare i minori si può prevedere un inserimento della madre e dei bambini, o solo dei bambini (con consenso dei genitori o decreto del tribunale), presso strutture di accoglienza specializzate. Ma in ogni caso, il nostro intervento è orientato soprattutto a spingere il nucleo familiare al recupero dell’autonomia”.

 "E' chiaro, tuttavia - proseguono Sindaco ed Assessore - che siamo alle prese con una emergenza sempre più difficile da arginare, in particolare se pensiamo agli ingenti tagli ai Fondi sociali per le famiglie previsti dal Governo per il 2012. Per questo ci auguriamo di riuscire a stimolare su questi temi un nuovo dialogo con le tanti componenti economiche e solidali della città, al fine di continuare a contrastare con efficacia la povertà, mantenendo quella coesione sociale che rappresenta l'anima più profonda e virtuosa di Cesena".

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