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Cronaca

I "cacciatori della storia" rendono la piastrina al soldato Decio. Si salvò in un rocambolesco ritorno a casa

Decio Zanotti, soldato di Mercato Saraceno nato nel 1912, da militare appartenente al quinto reggimento Genio, durante la seconda guerra mondiale fu spedito per sette anni in ex Jugoslavia

Domenica alle 11, con una cerimonia ufficiale a cui saranno presenti autorità e familiari, verrà restituita la piastrina militare appartenente a Decio Zanotti, soldato di Mercato Saraceno nato nel 1912 che da militare appartenente al quinto reggimento Genio, durante la seconda guerra mondiale fu spedito per sette anni in ex Jugoslavia. Prima a Fiume, poi a Balnea, poi a Zagabria. Dalle ricostruzioni effettuate da Vincenzo, il figlio di Decio Zanotti che aveva cinque anni quando il padre tornò a casa, pare che al momento della firma dell'armistizio (l'8 settembre 1943) il padre si trovasse a Zagabria e, non sapendo più cosa fare come molti altri, abbia raggiunto Cesenatico in barca e abbia camminato per dodici giorni fino a casa, solo di notte perché di giorno aveva paura di essere preso dai nazisti. Una storia di sacrifici e di guerra dalla quale Decio Zanotti riuscì a tornare vivo dopo quel fatidico 8 settembre del 1943. 

A ritrovare la sua piastrina militare sono stati i ragazzi dell'associazione History Hunters, grandi appassionati di storia e con l'hobby del metal detector. "Dato il nostro hobby di girare per luoghi un po' sperduti con il metal detector c'è capitato più volte di trovare nel terreno piastrine militari - spiega Alessandro Di Fiore, il fondatore dell'associazione che si trova nel bergamasco - E abbiamo pensato che restituirle ai familiari sarebbe stato un bel gesto. Così siamo andati già in America, in Calabria. Domenica veniamo a Mercato Saraceno, ma presto torneremo a Forlì perché ne abbiamo trovata un'altra che, come distretto, ha il numero 56, corrispondente proprio a quello di Forlì. I soldati quando rientravano dall'Italia dopo l'8 settembre avevano due possibilità: o arruolarsi con i partigiani o entrare a far parte della Repubblica Sociale Italiana. Tutti gli altri dovevano liberarsi di tutto, di ogni cosa che potesse contraddistinguerli come soldati, altrimenti erano guai. Così forse anche Decio avrà buttato via la sua piastrina. Sul fatto che l'abbiamo trovata nel bergamasco non so spiegare il perché". 
Nella piastrina ci sono iscritte a mano l'anno di nascita di Decio Zanotti, 1912, la matricola da soldato, il nome dei genitori (Cleto Zanotti e Adele Bartisani) e il luogo di nascita: Mercato Saraceno (Forlì). 

Alessandro quando si è ritrovato nelle mani la piastrina ha iniziato a contattare su Fb tutti gli Zanotti ma nessuno ha risposto. Poi ha inserito il post con il nome sul gruppo di "Sei di Rimini se.." che ha fatto da cassa di risonanza e la nipote di Decio Zanotti, Francesca, l'ha visto e si è messa in contatto. Alla cerimonia saranno presenti tutti e tre i figli: Libero (che abita a Viserba), Rosalba (che abita a Roma) e Vincenzo (che abita a Santa Giustina a Rimini). Un nipote, invece, leggerà un breve racconto scritto dallo steso Vincenzo riguardante la storia di suo padre da quando è finita la guerra e ha fatto ritorno a casa, quelle due settimane da incubo. 

"Avevo cinque anni quando è tornato mio padre dalla guerra - ricorda Vincenzo - era stanco ma felice. Mi ricordo ancora quando a casa, abitavamo a Sorrivoli, arrivarono degli amici di famiglia e dissero a mia madre Pina che avevano visto Decio nelle vicinanze. Mia madre fece salti di gioia, mi prese per mano e gli andammo incontro. Aveva uno zaino pesantissimo, sarà stato 40 chili, pieno di zucchero e caffè. Un caffè che faceva un profumo buonissimo, lo ricordo ancora. Poi nei giorni seguenti cercò di nascondersi, lavorava di notte e si nascondeva di giorno. Aveva paura dei tedeschi, qui c'era il fronte. Poi è arrivata la Santa Liberazione. Ha ripreso a fare il contadino e ci siamo trasferiti a Piavola. Dopo di me ha fatto altri due figli e, dopo qualche anno, si è messo a fare il muratore. Della guerra ogni tanto ne parlava con noi - continua Vincenzo - ma solo se eravamo noi a chiedere. Altrimenti non ne parlava...E' morto a 73 anni. Comunque penso che sarebbe molto felice di sapere che domenica ci verrà riconsegnata la sua piastrina militare. Anche se è un oggetto che l'ha accompagnato in un periodo buio della sua vita, il fatto che alla fine sia andato tutto bene e che sia tornato sano e salvo a casa, quella piastrina alla fine gli ha portato fortuna". 

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