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Caos sulla piadina Igt, il Tar blocca il riconoscimento europeo

La vera Piadina Romagnola è solo quella prodotta tradizionalmente, la produzione industriale non può essere tutelata da un marchio pubblico. Lo afferma una sentenza del Tar che va contro il disciplinare di produzione

La vera Piadina Romagnola è solo quella prodotta tradizionalmente, la produzione industriale non può essere tutelata da un marchio pubblico. Lo afferma una sentenza del Tar che va contro il disciplinare di produzione che Regione Emilia-Romagna e Ministero delle Politiche Agricole avevano presentato alla Commissione Europea, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, quasi in concomitanza con la sentenza del Tar del Lazio.

La piadina Romagnola potrà solo essere quella prodotta nei chioschi o nei ristoranti. E’ del 15 maggio la sentenza del TAR Lazio n. 5148 che accoglie il ricorso presentato da una azienda contro il disciplinare di produzione che il Ministero delle politiche Agricole aveva presentato alla Commissione europea nonché contro i decreti ministeriali di riconoscimento della tutela provvisoria.

Dice una nota della Confesercenti: “La motivazione afferma in modo perentorio che se c’è la possibilità di riconoscere una reputazione tutelabile dovrà essere solo per la piadina prodotta in maniera tradizionale e manuale e non certo per quella industriale. Il Ministero ora dovrà/potrà procedere alla riformulazione del disciplinare di produzione accordando eventualmente una nuova protezione transitoria. Viene quindi a perdere di efficacia la Pubblicazione della domanda di registrazione della piadina romagnola IGP sorprendentemente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 21.05.2014”.

Gli avvocati Gaetano Forte e Chiara Marinuzzi del Foro di Ferrara e l’avv. Francesco Buonanno del Foro di Roma, che hanno formulato il ricorso, affermano infatti che l’autorità comunitaria dovrà bloccare il procedimento di riconoscimento in quanto basato su atti dichiarati illegittimi dall’autorità giudiziaria nazionale.

“Esprimiamo molta soddisfazione – affermano Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Cesenate e Gianpiero Giordani, responsabile della Associazione per la Valorizzazione della Piadina Romagnola (quella dei chioschi!) – per la sentenza di un organo importante come il Tribunale Amministrativo del Lazio, che fa propri i nostri principi e le posizioni che portiamo avanti con forza da molti anni. Riteniamo che con questa decisione venga restituito rispetto alla piadina e a chi la produce da sempre nei chioschi e nei ristoranti quotidianamente, manualmente e tradizionalmente. Era paradossale, fuori da ogni logica e senza buon senso un disciplinare che prevedeva che la denominazione "piadina romagnola" diventasse patrimonio dei grandi produttori industriali di questo prodotto mentre i tradizionali chioschi avrebbero, di fatto, perso "il permesso" di poter chiamare in questo modo la propria lavorazione poichè dovevano sottostare a ingredienti e regole pensate per macchinari industriali che producono e mettono nelle buste di plastica migliaia di piadine al giorno”.

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