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Cronaca

Paziente morta in ambulanza, l'Ausl: "Caso strumentale, l'integrazione tra Cesena e Forlì è ottimale"

“L’evento riportato e strumentalmente ricondotto all’organizzazione dell’Ausl Romagna nella gestione dell’infarto acuto è perciò priva di alcun fondamento"

La vicenda dell'anziana morta in ambulanza nel trasporto tra la cardiologia di Cesena e quella di Forlì non ha a che vedere con la riorganizzazione in Area Vasta dei servizi relativi alla gestione degli episodi acuti degli infarti. E' la versione che rimarca l'Azienda Usl della Romagna con una sua nota. La nota, invece, parla di “errata ricostruzione” e “rischio di strumentalizzare un tragico evento che, in seguito all'analisi dell’iter della paziente e alla documentazione clinica, riconducono il triste epilogo all’insorgere di gravi ed irreversibili  complicanze”.

L'accusa, sostenuta da migliaia di firme ad una petizione, è che a Cesena il servizio di gestione dei casi di urgenza di cardiologia non vengono gestiti h24 e sette giorni su 7, ma solo fino alle 14. Fuori da questi orari i pazienti vengono dirottati a Forlì. Ricostruisce quindi l'iter di gestione del caso in questione l'Ausl: “La paziente, 85enne è giunta in Pronto Soccorso all’ospedale di Cesena  il 24 luglio a causa di una frattura del femore, in seguito ad una caduta al domicilio. Dopo il trattamento chirurgico adel giorno dopo, la paziente è stata trasferita nel pomeriggio dello stesso giorno, nel reparto Utic della cardiologia cesenate per l’insorgenza di problematiche cardiache. In seguito ad  un progressivo peggioramento delle condizioni cliniche ed all’insorgenza di complicanze respiratorie, alle ore 15 del 26 luglio si è proceduto alla 'centralizzazione' presso la sala emodinamica di Forlì, per effettuare eventuali trattamenti terapeutici invasivi, se necessari e comunque come da corretta applicazione dei protocolli condivisi”.

Tuttavia, per la nota dell'Ausl “all’arrivo le condizioni della paziente erano molto critiche e a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione messi in atto in sala emodinamica per scongiurare il decesso, avvenuto alle ore 17,00 causato verosimilmente da una embolia polmonare come si evince dalle indagini strumentali eseguite in corso di rianimazione cardiopolmonare”.

Quindi da parte dell'Ausl nessuna retromarcia sull'organizzazione del servizio: “L’evento riportato e strumentalmente ricondotto all’organizzazione dell’Ausl Romagna nella gestione dell’infarto acuto è perciò priva di alcun fondamento. Ancora una volta si precisa che nell’Azienda Romagna le tre sedi individuate dalla programmazione sanitaria, secondo il modello della rete integrata, per effettuare gli interventi di angioplastica primaria in corso di infarto miocardico acuto, sono Forlì, Rimini, Ravenna. Infatti le competenze cliniche e strutturali  non possono essere mantenute con un bacino di utenza di 200.000 abitanti come quelli dell’ambito  cesenate,  che non potrebbe raggiungere il numero minimo di interventi di angioplastica primaria considerati una garanzia del livello qualitativo dell’offerta, ma  possono essere garantite solo concentrando le urgenze al centro  HUB che serve un bacino di utenza ampio”.

“Pertanto,  l’invio in sala di emodinamica dei pazienti con infarto miocardico acuto del territorio cesenate segue i criteri  di vicinanza, secondo un modello a rete attivo dal 2006, che assegna i casi all’ospedale più vicino tra le sedi hub di Rimini o Forlì. Si precisa che l’attività di emodinamica della  sede di Forlì  vede la partecipazione, già da tempo,  dei cardiologi dell’equipe di Cesena nell’organizzazione delle attività e delle  reperibilità, consentendo una distribuzione delle competenze sul territorio  e il mantenimento presso la sede ospedaliera di Cesena dell’offerta di prestazioni programmate di  coronarografia e angioplastica entro tempi di attesa congrui e lo sviluppo dell’attività di elettrofisiologia”.

“Questa stretta integrazione, che rappresenta un ottimo esempio di sinergia fra equipe omogenee, può essere ulteriormente incrementato e costituisce un modello organizzativo valido anche per altre branche specialistiche, in un ottica di corretto equilibrio fra efficacia ed efficienza da una parte e sostenibilità dall’altra. Gli indicatori che sono richiamati dalla delibera regionale del dicembre 2015,  per la riorganizzazione  della rete ospedaliera secondo gli standard previsti dalla legge 135/2012, dal patto per la salute 2014/2016 e dal dm salute 70/2015, confermano il modello attuale della Romagna, che è stato oggetto di presentazione e dibattito più volte in occasione di confronti pubblici”, conclude la nota dell'Ausl.

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