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Cronaca

Parco Ippodromo, volontari del Wwf al lavoro per il rimboschimento del Boschetto

Un’operazione che come di consueto, é partita nei mesi autunnali, per protrarsi fino all’inizio della primavera

Nell’esecuzione del progetto Ceas, proposto dal Wwf nel 2015 al Comune di Cesena, (per il recupero ambientale del luogo, la salvaguardia della biodiversità e della divulgazione scientifica) i volontari del Wwf stanno realizzando una grande operazione di rimboschimento, per cambiare drasticamente il profilo vegetazionale del Boschetto del Parchetto dell'Ippodromo  e trasformarlo in un bosco temperato con le specie tipiche della fascia collinare della zona climatica romagnola.

Un’operazione che come di consueto, é partita nei mesi autunnali, per protrarsi fino all’inizio della Primavera corrente. Si è iniziato, con la diffusione di molti semi di piante selvatiche, tipiche della flora locale (es Farnia, Roverella, Aceri, Ginestra, Berretta del prete, Crespino, Scotano, Sorbi, Nespoli ecc), divenute molto rare nella fascia periferica cittadina.

Poi da Dicembre, in collaborazione con il Settore del Verde Pubblico del Comune di Cesena, sono partite le piantumazioni con le specie arboree richieste nel 2018. In questa occasione si è data priorità all’Ontano nero (Alnus glutinosa), specie che si è voluta incrementare, poiché molto adatta a vivere nelle zone umide, ma ormai scomparsa dalla pianura romagnola, a causa dei lavori di rettificazione e regimazione idraulica che vengono effettuati lungo i nostri corsi d’acqua.

Si è così iniziato mettendo a dimora tre piante ben sviluppate (alte circa mt 3) di questa specie, aventi funzione di “matricine”, cioè per inseminare con rapidità le zone circostanti. Successivamente, si sono effettuati i rimboschimenti con le piantine più giovani, come dal seguente elenco in quantità e varietà di specie: 30 Ontano Nero (Alnus glutinosa), 20 Carpino bianco (Carpinus betulus), 20 Frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia), 12 Sorbo domestico (Sorbus domestica), 12 Ciavardello (Sorbus torminalis), 10 Farnia (Quercus robur), 10 Pero selvatico (Pyrus pyraster), 10 Melo selvatico (Malus sylvestris) e 10 Pioppo tremolo (Populus tremula). Ma anche Leccio (Quercus ilex), Nocciolo (Corylus avellana), Scotano (Cotynus coggygria), Crespino (Berberis vulgaris), Spincervino (Rhamnus cathartica), Frangola (Frangula alnus), Lantana (Viburnum lantana), Pallon di Maggio (Viburnum opulus), Ginestra (Spartium junceum), Vescicaria (Colutea arborescens), per un totale di 187 piante.

Queste vanno ad aggiungersi alle circa 60 piante messe a dimora nel Febbraio 2017 e alle 140 piantate nell’inverno 2017/2018, per un ammontare di circa 400 piante inserite in 2 anni. Tenendo conto di qualche altra decina di piante varie, inserite occasionalmente dagli stessi volontari gestori (es. Acer opalus, Sorbus sp., Quercus pubescens, Cistus incanus, Hippophaë fluviatilis).

Inoltre, essendo quest’area diventata una vera e propria zona umida, per l’innalzamento periodico della falda acquifera connessa a quella del Savio, nel 2018 il Wwf Forlì-Cesena l’ha segnalata al Wwf Italia, nell’ambito della campagna “One Milion Ponds”, volta al censimento e alla tutela delle zone umide del nostro Paese. Una circostanza che potrebbe rappresentare un’opportunità d’interesse naturalistico, per supportare alcuni progetti che si vorrebbero realizzare in questo sito, come ad es. l’introduzione della Testuggine acquatica europea (Emys orbicularis), specie in forte rarefazione, anche a causa dell’immissione delle competitrici specie esotiche americane.

Wwf segnala il problema, causato da ignoti nell’estate del 2017, dell’introduzione nel laghetto della Gambusia (Gambusia affinis), un vero e proprio boicottaggio al lavoro intrapreso dal WWF, essendo tale specie di pesce, un’alloctona infestante e invasiva. Essa ancorché nutrirsi di larve di zanzare (come forse pensava “il genio” che l’ha introdotta), molto più voracemente preda gli stadi larvali di tutte le specie di anfibi e dei vari invertebrati acquatici, antagonisti delle zanzare! Si tratta peraltro di specie protette dalle normative europee e nazionali, come rospi, rane e tritoni (Bufo viridis, Rana dalmatina, Triturus carnifex e Lissotriton vulgaris) e tanti altri insetti acquatici (come ad es. i Ditiscidi, gli Odonati, gli Eterotteri ecc), la cui presenza era già stata rilevata in precedenza. L’attività predatoria e riproduttiva della Gambusia determina pure (in acque stagnanti) un notevole peggioramento della qualità dell’acqua, con riduzione dell’ossigeno disciolto e la distruzione delle biocenosi che vi si erano insediate in nell’acqua. Un problema quindi che si cercherà di risolvere, in una idonea ed eventuale fase di secca.

Oltre a ciò, i volontari provvedono regolarmente, nei propri limiti di tempo, a svolgere una saltuaria azione di sorveglianza, motivata dal continuo riscontro di danneggiamenti e comportamenti incompatibili da parte di alcuni fruitori (es. danneggiamenti alle piantine, accesso con cani liberi, disturbo della fauna, accesso in bici, abbandono di rifiuti e feci, rumori e lancio di petardi).

L’area in questione viene infine continuamente ripulita dai rifiuti, sia da quelli abbandonati da moltissimo tempo (recuperati ad es. decine di grossi pneumatici), quanto da quelli lasciati dai frequentatori del Parco Ippodromo. Nel merito non si può sottovalutare il problema igienico, già segnalato al Comune, delle deiezioni umane con relative cartacce lasciate da persone incivili, che sporcano alcuni angoli del Boschetto.

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