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Cronaca

Cemento al Parco Ippodromo? "Cercheremo soluzioni alternative"

Il Sindaco e l'Assessore Moretti: "Nessuna cementificazione nel Parco Ippodromo. Il Piano Urbanistico presentato attua una previsione del Prg 2000. Faremo ulteriori verifiche"

Il Sindaco e l’Assessore Moretti: “Nessuna cementificazione nel Parco Ippodromo. Il Piano Urbanistico presentato attua una previsione del Prg 2000. Faremo ulteriori verifiche con i proprietari per trasferire i diritti edificatori”. E' la rassicurazione che arriva dai due amministratori, dopo le accuse lanciate dal Movimento 5 Stelle. Negli ultimi giorni movimenti ambientalisti, gruppi e singoli cittadini si sono rivolti all’Amministrazione comunale per chiedere di non dar seguito ad un intervento di trasformazione urbanistica previsto nei pressi del Parco dell’Ippodromo, mostrando preoccupazione per il futuro della grande area verde.

 

Fra le prese di posizione pubbliche contro questo progetto c’è anche quella di Beppe Grillo a nome del Movimento 5 stelle, secondo il quale il Parco Ippodromo, dove due anni fa si è svolta la sua Woodstock 5 stelle, “sta per essere trasformato in cemento” e che chiede di fermare “questo ennesimo scempio”. A riguardo spiega il Comune di Cesena: “Riteniamo quindi opportuno fare alcune precisazioni, per fornire un quadro più preciso dei fatti”.

 

“Prima di tutto, va chiarito che il Parco Ippodromo non solo non è oggetto di alcuna cementificazione, ma anzi, sarà ampliato con l’aggiunta di altri 92.000 mq di verde pubblico. In realtà la previsione urbanistica riguarda 2 aree private “adiacenti”, dove è prevista la costruzione di circa 6.000 mq residenziali proprio “a condizione” che vengano ceduti al Comune i 92.000 metri quadrati di terreno necessari all’ampliamento e completamento del Parco Ippodromo”.

 

“Il Piano Urbanistico che è stato presentato, altro non è che il progetto per attuare una previsione approvata nel Piano Regolatore del 2000, quindi ben 12 anni fa. E come ogni altra previsione del Prg la sua approvazione è arrivata al termine di un iter articolato, che prevede un periodo in cui i cittadini possono presentare osservazioni in merito. Per ora, la nuova Amministrazione non può fare altro che verificare se il progetto sia o meno conforme a quanto stabilito dal Prg, e in caso affermativo, di conseguenza, è obbligata a dare l’autorizzazione”.

 

“Tutti sanno infatti,che trattandosi di un diritto acquisito dai privati - e anche già da molti anni - non è legittimo, e quindi non è possibile, stralciare l’area, se non esponendosi ad un ricorso che possiamo considerare già perso in partenza, e che sarebbe aggravato dall’aggiunta di richiesta di risarcimento danni per il ritardo provocato. Però, l’attuale Amministrazione - che ovviamente non è responsabile, nel bene e nel male - della scelta urbanistica operata allora, si era già attivata ad inizio legislatura, confrontandosi con i quattro proprietari delle aree interessate, per “rivedere” quella scelta urbanistica”.

 

Continuano il sindaco e l'assessore Moretti: “Ma allora non si trovarono le condizioni necessarie. Si trattava in sostanza, non di stralciare la previsione più interna al Parco, ma di “delocalizzare” l’area edificabile in altra zona più compatibile, ovviamente mantenendo l’impegno dei privati alla cessione dell’area verde per completare il Parco stesso. Questa Giunta conferma, anche oggi, tale disponibilità  anticipando la volontà di farsi promotrice nei confronti dei privati di una ulteriore verifica per giungere ad una intesa che preveda il “trasferimento” dei diritti edificatori già acquisiti. L’impegno che assumiamo è di valutare ogni strada percorribile e di individuare tutti gli strumenti disponibili per modificare e migliorare quella scelta, in modo da renderla più idonea e con il minore impatto possibile sia da un punto di vista ambientale che urbanistico”.

 

Ed infine: “Dal momento che gli atti sono in fase di pubblicazione, ma la Giunta non ha ancora assunto alcuna decisione,  tale verifica sarà effettuata sicuramente prima, o al massimo in concomitanza della delibera che dovrà assumere il Consiglio Comunale. Riteniamo che quella indicata sia l’unica strada realisticamente e giuridicamente possibile, ma che siamo impegnati a percorrere, per trovare una soluzione alternativa, ad una vecchia (e non completamente convincente) decisione presa 12 anni fa”.

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